Crysis 2
Nanotuta 2.0
Avete presente la famosa pubblicità di una nota catena di navi da crociera? Tutte persone, rilassate, ben disposte e anche un po'svagate che prendono le cose con calma. Anche in Crysis 2 c'è qualcuno che torna da una vacanza, solo che non si tratta di gente piacevolmente distratta ma di alieni cefalopodi intenzionati a sterminare la razza umana.
Sono tesi e nervosi perché li costringiamo sempre a uno sbattimento pauroso per sottometterci: prima la popolazione civile (gli piace vincere facile), poi i militari (almeno si sgranchiscono i tentacoli), per finire con l'aviazione che crea qualche grattacapo in più. D'altronde si sa, chi non lavora non mangia...
In Crysis 2 l'ultimo ostacolo a frapporsi tra il dolce e l'ammazzacaffè è Alcatraz, un marine americano di stanza su un sommergibile al largo della baia di New York che assisterà impotente alla rielaborazione di Independence Day. Fuggite (liberate) dalle viscere della terra dell'isoletta del Pacifico in cui li avevamo incontrati la prima volta nei panni di Nomad e Prophet, ora le creature sono arrivate nel loro ristorante preferito e stavolta toccherà a voi, nei panni del militare di cui sopra, cercare di mandargli di traverso il piatto di portata.
Citazioni pubblicitarie a parte, Crysis 2 è sicuramente uno degli sparatutto tra i più attesi degli ultimi tempi e il suo arrivo rappresenta una sorta di spartiacque per quanto riguarda l'anno di grazia 2011. Dopo la pubblicazione di questa terza fatica di Crytek, il mercato degli sparatutto singleplayer non subirà infatti particolari scossoni fino alla prossima stagione natalizia.
E a buon motivo, visto che Crysis stesso è da ormai quattro anni sinonimo di FPS di altissimo livello pensato, fin dalla concezione dello stesso motore grafico che lo muove, come un parco giochi per eccellenza per gli amanti degli sparatutto. Oggi è quindi una giornata importante per loro perché potranno avere la risposta alla domanda che li attanaglia dall'estate del 2009 quando venne pubblicato lo spin-off ufficiale di Crysis, quel Warhead che raccontava gli eventi del gioco principale all'insegna del "contemporaneamente, da un'altra parte": come sarà Crysis 2?
A uso e consumo di tutti i nostri lettori, chiariamo subito un concetto di fondo che riguarda le modalità di questa recensione. A differenza di quanto accaduto recentemente, abbiamo potuto testare solo la parte singleplayer di Crysis 2 in versione PC e Xbox 360, visto che la recensione è stata completata presso la sede di milanese di Electronic Arts senza che fosse possibile testare nel dettaglio la componente multigiocatore.
A tale argomento dedicheremo un articolo specifico che pubblicheremo a breve dopo l'arrivo del gioco sugli scaffali, per permettervi di valutare con maggiore serenità l'offerta di Crytek nella sua interezza.
Per quanto decisamente poco seria, l'introduzione ha sintetizzato molto bene la parte iniziale del plot che ci troveremo ad affrontare in questa nuova avventura che pone fin dall'inizio due punti fermi ben precisi: il netto cambio di ambientazione rispetto ai primi due titoli della serie e l'uso tattico della nanotuta che nel primo gioco rappresentava il vero punto di rottura con quanto proposto in passato.
Per quanto riguarda il primo aspetto, ci siamo accorti fin dai primi minuti come la scelta di Crytek sia stata intelligente: abbandonare l'ambientazione forestale poteva sicuramente rappresentare un rischio e passare dalla natura incontaminata alle geometrie urbanistiche del centro di New York era una mossa che alcuni fan avrebbero potuto disprezzare.
Invece bisogna dire che, sotto il profilo del gameplay, il gioco ha perso poco del fascino tipico del suo predecessore, anche se questo cambiamento ha imposto ai Crytek di ripensare abbondantemente la natura del gameplay.
Il primo punto di forza di Crysis riguardava l'ampiezza degli scenari anche se non si trattava di un vero e proprio free roamer; le macroaree separate da caricamenti nei pressi dei passaggi obbligati permettevano al giocatore di muoversi per la giungla seguendo percorsi differenti e di attaccare pattuglie sparse e installazioni nemiche da diverse direzioni.
Ora l'interesse è maggiormente spostato verso l'elevazione piuttosto che verso la pura e semplice estensione, vista la possibilità di muoversi su tetti e cornicioni da cui si accede a spazi aperti pesantemente presidiati. Qui al giocatore viene data la possibilità di trovare la migliore strategia per attaccare il nemico e mettere in pratica l'esperienza acquisita in precedenza con l'uso della nanotuta.
Non mancano tuttavia sezioni tradizionali in cui la percorrenza dell'interno di edifici e tunnel è dettata da un percorso obbligato: in ogni caso le situazioni che si verificano al chiuso sono ben studiate e generano un'alternanza piacevole tra il movimento all'aperto e le occasionali sezioni a bordo di veicoli, contribuendo a migliorare la varietà del gameplay di questo titolo.