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Hector: Badge of Carnage: ep. 1

Quando i duri cominciano a giocare…

Boy scout, uomini osservanti la Parola, voi che aiutate le nonnine ad attraversare la strada in freddi pomeriggi domenicali, state lontani, questo non è un gioco per voi.

Questo è il viatico per le calde terre dell'inferno, per un mondo dove non esiste salvezza e dove il sesso e la perdizione sono all'ordine del giorno. Questo è Hector Badge of Carnage e per gli animi sensibili qui non c'è posto.

Dissacrante. Ironico. Cinico. Tutti questi aggettivi calzano infatti alla perfezione ad Hector, il poliziotto protagonista del primo episodio di una trilogia che vede per la prima volta Telltale nel ruolo di editor di un progetto creato e diretto da un'altra software house, ossia i Straandlooper Animation.

In questo "esordio" nel mondo delle avventure bidimensionali, la strada intrapresa per colpire il giocatore non è stupirlo grazie agli effetti speciali, a una trama da sogno o a enigmi indimenticabili, quanto quella di pungerlo sul vivo, stordendolo in una sequela di doppi sensi e battute al limite della censura.

Prostitute fuori dalla stazione di polizia: un ottimo posto direi...
Quando si dice perdere la testa...

L'ambientazione che si delinea attraverso i dialoghi e che è il punto di forza di questa avventura, tanto da averle permesso di ottenere diversi ottimi riscontri nella sua prima pubblicazione su Apple di tre mesi fa, alla lunga rischia però di diventare il suo tallone di Achille a causa di un pubblico che sul fronte PC è abituato a ben altre cose.

Va bene infatti farsi una risata quando dovrete ingegnarvi con un preservativo usato per risolvere un enigma e vi farà sorridere dover contrattare con un terrorista che non esita a sparare in testa al primo poliziotto che passa, ma per sopravvivere nell'arena delle avventure grafiche sono necessari spessore e profondità narrativa che qui faticano ad emergere.

Tutto è giocato sul carisma di un personaggio che scimmiotta in maniera più o meno diretta i canoni del genere, ma nel farlo si sfrutta purtroppo quasi esclusivamente la dialettica, non fornendo al contempo una sfida degna di un avventuriero passato attraverso isole con scimmie e agenti di viaggio mortuari.

Certo, Hector ha un ottimo ritmo e difficilmente vi annoierete mentre cercherete ad esempio di evadere dalla cella dove il nostro ha trascorso l'ultima notte, ma i pochi oggetti a disposizione ed enigmi non certo da Oscar vi faranno storcere ben presto il naso, chiedendovi cosa ci sia oltre a una proposta di termini gergali degni di uno scaricatore di porto.

Per capirci, facendo un paragone televisivo, un conto è avere a che fare con la sagace ironia dei Simpson (un capolavoro), un conto è trovarsi di fronte a un episodio qualsiasi di Beavis & Butt-head, dove il linguaggio sboccato è spesso fine a se stesso. Divertente certo, ma non indimenticabile.

Anche il rapporto longevità/prezzo assomiglia così maggiormente alle presunte offerte di qualche negozio di lusso piuttosto che a uno di quegli imperdibili 3x2 a cui è difficile resistere: spendere dieci euro per quattro, cinque ore di gioco, spulciando anche il parco titoli di Telltale, ci è infatti sembrato un pelo eccessivo.

Il trailer della versione PC.
Avatar di Roberto Bertoni
Roberto Bertoni: Proveniente dalla ridente Brianza, è cresciuto a pane e Amiga. Ama inoltre in maniera viscerale il retro, ma solo videoludico. Piatto preferito: pollo con la carrucola in mezzo.

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