Cos’è Anonymous?
Paladini o criminali? Un panoramica sul collettivo di hacker più famoso del mondo.
"We are Anonymous. We are Legion. We do not forgive. We do not forget. Expect us." Queste minacciose parole sono il motto di Anonymous, nome che identifica un gruppo imprecisato di individui che sono diventati nel giro di qualche anno le rockstar di internet.
I governi li odiano e li considerano come dei no-global digitali, o come ragazzini brufolosi che sanno solo fare i duri dietro ad uno schermo. La gente li ama e li dipinge come i difensori della libertà di espressione, i vigilante della rete, in grado di colpire chiunque.
Descrivere il fenomeno Anonymous su un sito che parla di videogiochi, quindi presumibilmente frequentato da persone che conoscono la rete e i suoi fenomeni, potrà sembrare strano, ma dopo che Sony ha puntato il dito contro questa fantomatica "associazione segreta" di hacker, forse è bene fare chiarezza.
Innanzitutto, Anonymous non è, come dice certa stampa, un'associazione segreta di terroristi informatici, non è una specie di massoneria di hacker o un gruppo di quindicenni brufolosi con molto tempo libero. Ma non è neppure una banda di Robin Hood digitali o l'ultimo baluardo di libertà nel mondo. È tutte queste cose, e nessuna di esse.
Alla base di tutto c'è una ragnatela di forum e chat IRC in cui ogni giorno si incontrano milioni di persone, che non hanno un volto, solo un nickname, e spesso neppure quello. È praticamente impossibile creare una mappa dettagliata del fenomeno, perché cambia ogni ora, o delle sue personalità di spicco o portavoce, perché non ce ne sono. Anonymous è solo un nome collettivo, spiegarlo vuol dire definire Internet stessa, una rete di idee, pensieri e risorse che posso essere buone o cattive, utili o dannose, a seconda di chi le usa.
Volendo provare a descrivere il fenomeno, si può dire che la "corrente" principale di Anonymous si dedica ad azioni di attivismo online, il cosiddetto hacktivism, che sfrutta i meccanismi della rete un po' come dei dimostranti sfrutterebbero il potere di una massa di persone che si riuniscono. Così se nel mondo reale si può bloccare un treno o l'accesso a un determinato luogo semplicemente radunandosi di fronte a esso, Anonymous inonda i server di richieste di accesso, così da mandarli in crash e bloccarne i servizi.
Questa tecnica, denominata DDdoS, Distributed Denial of Service, è stata utilizzata recentemente contro Mastercard, Amazon, Visa, Paypal e la banca svizzera PostFinance, colpevoli di aver bloccato la possibilità di finanziamento attraverso i proprio siti verso Julian Assange e Wikileaks.
L'operazione, denominata "Operation Avenge Assange", che faceva parte della più vasta Operation Payback, non è riuscita a bloccare completamente i servizi di tutti i bersagli: Amazon in particolare è riuscita a resistere grazie all'enorme capacità dei suoi server, testati per sopportare il traffico natalizio, ma ha comunque causato prolungate interruzioni alla rete di pagamenti.
Ma il fatto che ha portato Anonymous sotto la lente dei media internazionali, anche se in Italia l'evento ha avuto rilevanza marginale, è accaduto molto prima, ed è il cosiddetto "Progetto Chanology.