Skip to main content

Metro: Last Light

La lotta per la sopravvivenza continua.

Quanti posti potete immaginare più tristi e inquietanti della campagna ucraina? A meno che non abbiate partecipato alla ritirata delle truppe napoleoniche dopo la disfatta contro i russi, è improbabile che vi possiate rendere conto di come un posto del genere possa essere deprimente, soprattutto d'inverno.

Questa è almeno l'opinione del produttore esecutivo di Metro Last Light, il seguito dell'acclamato Metro 2033 che si era imposto come uno dei migliori sparatutto della stagione natalizia 2009. Con un'ambientazione del genere non si poteva pensare di cambiare location in favore di un resort assolato; anche questo seguito ufficiale è infatti ambientato in Russia in un futuro postatomico che vede la razza umana confinata nei meandri dei tunnel della metropolitana per sopravvivere alle radiazioni che hanno devastato la superficie in seguito al classico conflitto nucleare.

Il titolo del gioco in realtà non corrisponde a quello del secondo libro di Dmitry Glukhovsky che ha dato in natali in prima battuta a Metro 2033 e che si intitola, con poca fantasia, Metro 2034. Nonostante il cambio di nome, i presupposti per un altro gioco horror fantascientifico ci sono ancora tutti visto che, oltre all'ambientazione, sono rimasti praticamente identici molti altri aspetti che avevano fatto le fortune del gioco originale.

La porta dell'inferno si apre sempre nella vostra direzione: uscire all'aperto senza l'equipaggiamento migliore (e munizioni abbondanti) è ampiamente sconsigliato.

Il primo riguarda l'ambientazione di base di questa avventura che vede ancora diverse fazioni di umani alle prese con una guerra civile che divora la società sotterranea del gioco in nome di risorse sempre più scarse. Unica occasione per coalizzarsi a queste cellule rese pazze dalla fame e dal freddo è data dai mutanti che popolano la superficie e che ogni giorno di più iniziano a invadere sezioni di metropolitana sempre più vaste. Questo non solo perché i loro stomaci sono vuoti come quelli dei russi cui danno la caccia ma anche a causa di un cambiamento climatico inatteso; sempre più spesso chi si avventura in superficie inizia a vedere i raggi di un pallido sole che iniziano a sciogliere i ghiacci dell'inverno nucleare.

Anche il gameplay pare essere un'evoluzione simile a sé stessa ma con un'attenzione al dettaglio che non mancherà di soddisfare chi riteneva particolarmente grezza la meccanica delle sparatorie di Metro 2033. Nella demo su cui abbiamo potuto mettere le mani il giocatore ha la possibilità di partecipare a una sorta di missione punitiva a bordo del classico vagoncino lanciato a tutta velocità per gli scambi della metropolitana di Mosca, sparando a tutto quello che si muove.

Ora il sistema di mira, le reazioni dei nemici e la fluidità dell'azione di gioco paiono molto meglio concepiti che non in passato, un aspetto evidente anche solo nel cambiare arma, ricaricare e prendere la mira utilizzando l'onnipresente iron sight. Anche il layout dell'interfaccia utente è molto più funzionale rispetto al passato con una gestione di armi e inventario molto più razionale.

L'umanità disperata partorita dalla fantasia di Dmitry Glukhovsky è sicuramente ottimo materiale per un videogioco.

Da un certo punto di vista sembra quasi che nel gameplay Metro Last Light segni un cambio di mentalità nella gestione del sistema di mira che lo porta dalla semplicità di S.T.A.L.K.E.R. (gioco con cui il primo Metro aveva qualcosa da spartire a livello concettuale) alla brutale fluidità e velocità di esecuzione di F.E.A.R. (il primo); l'effetto complessivo è quello di sparatorie e combattimenti molto più brutali che fin dal primo schizzo di sangue sulle pareti riescono a creare quella giusta atmosfera da survival horror che le scarse munizioni a disposizione riescono a tenere viva a lungo.

E gli avversari? Non temete, in questo secondo tour guidato della Mosca del giorno dopo, potrete solo abbeverarvi alla fonte delle scene scriptate visto che un'intelligenza artificiale evoluta e indipendente non è sicuramente nelle corde di 4A.