Rayman Origins - review
Difficile fare meglio in un platform.
Nell'ultima anteprima di questo gioco mi ero lasciato andare ad affermazioni entusiastiche sul suo potenziale e avevo preteso fermamente di essere il prescelto per la recensione. Come avrete intuito dal sottotitolo che ho utilizzato stavolta, le mie rosee aspettative si sono tradotte in realtà e quindi non perdo tempo in chiacchiere: Rayman Origins è (secondo il sottoscritto) "semplicemente" il miglior platform 2D di questa generazione!
Che dite, il tuono si sarà sentito anche in casa Nintendo? Finora il primato in questo genere di giochi era saldamente nelle mani di New Super Mario Bros. Wii, ma dopo l'arrivo dell'ultima fatica di Ubisoft Montpellier, l'idraulico italiano e i suoi amici forse non scenderanno giù dal gradino con un tonfo, ma possono dire di aver trovato un rivale di tutto rispetto, che sprizza classe e gameplay da tutti i pori.
Ci troviamo di fronte a una gemma rara, a un gioco prezioso che è stato realizzato e confezionato con estremo amore dal suo team, composto (lo ricordiamo) da meno di 20 persone. Questo piccolo drappello di programmatori e di designer è riuscito a realizzare quello che forse verrà ricordato come uno dei platform visivamente più belli di sempre. Ma Rayman Origins non è solo estetica, né fumo senza un succulento arrosto sotto.
Tralasciamo la trama del gioco, che come sempre in questa serie ha un tono leggero, scanzonato e completamente fuori di testa. Riassumiamo il tutto dicendo che ancora una volta Rayman e il suo amico Globox sono impegnati nel salvataggio del loro regno, minacciato dall'ennesima forza malvagia che mira a farlo diventare un luogo oscuro e triste.
Questo semplice pretesto dà l'avvio a una girandola di trovate e a un turbinio di livelli che assomigliano a un luna park fatto di dolci, corn flave, metallo scintillante e frittata. Cosa sto dicendo? Non ne ho idea ma dopo le prime ore passate in Rayman Origins vi assicuro che anche voi inizierete a parlare in questo modo.
La formula di gioco è quanto di più classico si possa trovare. Ogni livello ha una durata media di circa 4/5 minuti ed è pieno zeppo di nemici da evitare, colpire, spiaccicare, calciare o far esplodere. Ci sono anche milioni di monete da recuperare, personaggi da salvare e segreti da scovare... insomma, nulla che non si sia già visto in precedenza, ma quanto gusto nel mettersi nuovamente a caccia.
La cosa particolare è che tutto questo viene visualizzato come se fosse un libro, o un fumetto se preferite. Il particolare stile grafico del gioco farà scintillare gli occhi anche ai più scettici e coloro che finora hanno vissuto nelle dimensioni monocromatiche e metalliche di Gears of War o simili, non potranno non gioire nel far scoppiare i propri bulbi oculari come pop-corn di fronte a tanti colori e delizie grafiche.
"Il gioco è sempre impegnativo ma concede qualche errore ai meno esperti."
Dal punto di vista del gameplay questa nuova avventura di Rayman è decisamente meno brutale di quella che a suo tempo introdusse al grande pubblico questo personaggio. Il gioco è sempre impegnativo (specie nella seconda metà), ma concede qualche errore ai "platformers" meno esperti e ha un sistema di checkpoint bilanciatissimo, a prova di frustrazione. Questo ovviamente se avete intenzione di limitarvi a completare i livelli per arrivare alla fine.
Se, al contrario, siete intenzionati a scovare ogni singolo segreto del gioco (e ce ne sono parecchi) preparate il vostro cervello, i vostri occhi e i vostri polpastrelli a due cose. Primo, ogni stage andrà giocato almeno due volte per poterlo completare al 100% visto che alcuni poteri dei protagonisti non saranno accessibili da subito. Secondo, alcune monete e bonus sono nascosti in maniera così bastarda che... meglio non ci pensiate ora, sappiate però che non potrete sottrarvi alla voglia di rigiocare tutto da capo.
Quando penserete di essere in salvo e di poter passare ad un altro gioco... allora sarà già troppo tardi, avrete scoperto le Sfide a Tempo e sarete loro prigionieri per sempre. L'accesso ad alcuni livelli e boss, inoltre, è esclusivo per chi riesce a trovare un suffiente numero di oggetti (chiamati Electoon) all'interno dei livelli e questo potrebbe far storcere il naso a qualcuno. Io invece ho apprezzato questa scelta di design, che premia chi ha intenzione di impegnarsi a fondo per scovare più segreti possibili del gioco.
Visto lo sbrodolamento profuso finora e le tonnellate di aggettivi positivi addossati a Rayman Origins fino a questo punto, alcuni di voi forse si staranno chiedendo perché io non abbia dato al gioco Ubisoft il terzo "perfect score" di quest'ultimo periodo.
"È inspiegabile la mancanza della possibilità di giocare il co-op online."
Per prima cosa il gioco, per quanto estremamente raffinato nella sua formula e divertente, manca di quel pizzico di originalità che probabilmente il buon Shigeru Miyamoto avrebbe dato a questa produzione. Intendiamoci, sono un grande fan di Michel Ancel, ho adorato i suoi giochi passati (quasi tutti), ma per quanto lui sia un game designer con i fiocchi, gli manca quel guizzo che invece "Miya" non fa mai mancare ai suoi fan.
La cosa che però più di tutte ha fatto mancare quell'ultimo gradino a questo trionfale ritorno della "melanzana senza braccia e gambe" è l'inspiegabile mancanza della possibilità di giocare il co-op online. La possibilità di far entrare fino a tre amici in qualsiasi momento dell'avventura tramite il sistema Drop-in/Drop-out è benvenuta, ma perché limitare questa incredibilmente divertente esperienza al solo gioco in locale?
Voglio dedicare l'ultimo paragrafo di questa recensione alla versione Wii, che risulta divertente e piacevole alla pari di quelle PS3 e Xbox 360. Ovviamente la mancanza dell'alta risoluzione fa sì che questa versione si ponga almeno un gradino al di sotto delle altre due, ma se possedere solo la console Nintendo il mio consiglio è di non lasciarvi comunque sfuggire Rayman Origins... farà la sua spettacolare figura anche a fianco di sua maestà Mario.