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Kingdoms of Amalur: Reckoning - review

Pronti a dire addio alla vostra vita sociale?

È già disponibile la guida di Kingdoms of Amalur: Reckoning di Eurogamer.it, che verrà costantemente aggiornata nei prossimi giorni con trucchi, strategie e il walkthrough completo del gioco.

Il lancio di Kingdoms of Amalur: Reckoning è ormai alle porte e molto si è parlato di questo affascinante RPG nei mesi che ne hanno scandito lo sviluppo. In molti l'hanno identificato come il capolavoro ruolistico che tutti gli amanti del genere stavano aspettando, mentre altri, forse poco convinti delle sue caratteristiche, non hanno mai nutrito chissà quali aspettative nei suoi confronti.

Essendo un grande appassionato della categoria, devo ammettere di aver aspettato con una certa impazienza il momento in cui avrei potuto finalmente iniziare il mio viaggio in quel di Amalur, e dopo aver trascorso decine di ore sperimentando tutto ciò che il titolo ha da offrire, sono finalmente in grado di rispondere all'annosa domanda che molti si stanno ponendo ormai da settimane: siamo di fronte ad un capolavoro o solo ad un discreto gioco di ruolo incapace di reggere il confronto molti dei migliori RPG che popolano il panorama contemporaneo? Non vi resta che continuare a leggere per scoprirlo.

Gran parte degli spell sono visivamente splendidi.

La storia, ideata dal noto scrittore R.A. Salvatore, ci proietta in una realtà di chiaro stampo fantasy in cui il mondo, stravolto dalle armate immortali del malefico Gadflow, si trova ormai sull'orlo del caos più totale; la guerra, combattuta strenuamente da molti guerrieri desiderosi di riportare la pace, sembra del tutto inutile... ma poi si verifica qualcosa di assolutamente inaspettato.

Tutto sembrava infatti perduto finché un giorno il protagonista dell'avventura non è morto. Sì, può sembrare strano, ma la vostra storia nel mondo di Amalur avrà inizio proprio con la vostra morte. Sovvertendo le leggi del destino che determinano il fato di ogni essere vivente, un giovane soldato, resuscitato dal mondo dei morti, si ritroverà a rappresentare la sola ed unica speranza di un mondo ormai caratterizzato solo da morte e devastazione... sarete in grado di condurlo verso la vittoria o morirete provando a conquistarla?

"La vostra storia nel mondo di Amalur avrà inizio proprio con la vostra morte"

Al di là di una premessa narrativa di pregevole fattura, lenta però nel decollare nella maniera più adeguata, Kingdoms of Amalur: Reckoning stupisce per la qualità del suo universo, un mondo open-world ricco di attività, spunti d'interesse e, se vogliamo, anche distrazioni. E d'altronde come potrebbe essere altrimenti visto che a condurre il suo sviluppo sono stati due geni come Ken Rolston e Ian Frazier?

Scopriamo insieme il trailer di lancio del gioco.

Amalur nasconde infatti tante insidie quante sono le meraviglie al suo interno, e per meraviglie intendo chiaramente un'infinità di nemici diversi, ognuno dei quali richiederà specifiche strategie per essere eliminato, un grandissimo numero di dungeon tutti da esplorare e, ovviamente, una miriade di quest che vi terranno impegnati per almeno 50-60 ore. Cosa mai può volere di più un amante degli action/RPG?

Sul fronte del gameplay nudo e crudo, Kingdoms of Amalur si dimostra davvero ottimo, riuscendo a fondere insieme la storica profondità delle produzioni ruolistiche col dinamismo tipico degli action game. E questo, cari Eurogamers, apre le porte a due tipi di esperienze ben distinte...

Nel corso dell'avventura metterete le mani su ogni genere di arma.

Se per voi l'importante è fare a pezzi chiunque incroci il vostro cammino, senza badare troppo al "come", KoA vi regalerà esattamente ciò che state cercando; le meccaniche di attacco sono infatti molto semplici e accessibili indipendentemente dallo stile utilizzato il che vuol dire che, loot permettendo, potrete fare a pezzi gran parte dei nemici lungo il vostro cammino affidandovi al caro vecchio button-mashing.

"Il sistema di carte del destino è molto semplice e, in poche parole, nasconde quel normale processo di specializzazione delle classi"

Se, al contrario, foste uno di quei tipi che amano andare a fondo alle cose e scoprire ogni sfaccettatura delle dinamiche di attacco, Amalur vi darà del vero filo da torcere. Acquisire una profonda conoscenza del battle system richiederà infatti pazienza e tanta pratica ma i risultati, credetemi, vi ripagheranno di ogni sforzo. Una volta capite e padroneggiate le tempistiche di attacco e parata, sarete infatti in grado di eseguire delle vere e proprie combo, affrontando anche i combattimenti più complessi senza sudare le proverbiali sette camice.

Al di là di questo ciò che davvero vi farà impazzire in Kingdoms of Amalur: Reckoning, sia in senso buono che in senso negativo, sarà senz'altro il sistema di progressione, articolato e profondo come pochi altri esponenti della categoria progettati, oltre che su PC, anche per console.

Pronti a combattere le creature più diverse?

Grazie agli alberi delle abilità è infatti possibile perdersi in un mare di skill e capacità, sviluppando il proprio alter ego nella maniera ritenuta più adeguata senza alcun tipo di limitazione. A questo si aggiungono poi le carte del destino: al fine di darvi la massima libertà per ciò che concerne il tipo di personaggio che vorrete creare, gli sviluppatori hanno infatti implementato un sistema che vi permetterà di intervenire su ogni minimo aspetto legato alla crescita del vostro personaggio.

Il sistema di carte del destino è molto semplice e, in poche parole, nasconde quel normale processo di specializzazione delle classi comune a tutti gli RPG più completi in circolazione. La sua struttura riserva però una serie di interessanti sorprese: attraverso apposite carte destino è infatti possibile specializzare il proprio eroe in una determinata tipologia di combattimento, concentrandosi magari solo sulle arti magiche per ottenere così un inarrestabile Arcimago, o in alternativa optare per una via di mezzo che possa unire una buona padronanza di due o addirittura tre stili di combattimento.

"Le possibilità di creazione dei personaggi saranno limitate forse solo dalla vostra fantasia"

Un esempio? Il Campione, esperto nell'uso delle armi bianche, resistente alla magia e in possesso di diversi incantesimi che lo rendono uno tra i personaggi più poliedrici di tutta Amalur. Ogni scelta si tradurrà chiaramente in abilità uniche e originali, oltre che in uno stile distintivo chiaramente riconoscibile e ciò vuol dire che le possibilità di creazione dei personaggi saranno limitate forse solo dalla vostra fantasia... Ciò è vero specie perché potrete azzerare tutto in qualsiasi momento, andando così a "re-speccare" il vostro eroe in maniera completamente diversa, godendovi così una serie di nuove, affascinante capacità.

Vediamo gli splendidi combattimenti che vi vedranno protagonisti.

L'unica nota dolente di questo "sistema destino" è però il suo stesso nome, in contrasto con quelle che sono le effettive caratteristiche del prodotto. Sebbene venga fatto e detto di tutto per farci immaginare il contrario, il titolo non offre infatti alcun reale sistema di moralità limitando il nostro potere decisionale a pochi eventi e conducendoci dunque verso un'esperienza che, seppur open world, è comunque lineare nello sviluppo della sua storyline.

Non essendoci infatti finali multipli tutto ciò che farete non influenzerà in alcun modo gli eventi principali dell'avventura, e questo è forse l'unico vero limite di un prodotto altrimenti privo di vere e proprie lacune. Insomma, di carne al fuoco ce n'è davvero tanta, sia per i casual gamer, sia per i videogiocatori più hardcore.

In quanto a stili di combattimenti avrete davvero l'imbarazzo della scelta.

Quest'ultima categoria potrà inoltre ottenere grandi soddisfazioni non solo dall'ottimo battle system, ma anche da tutte quelle attività secondarie che fanno di Kingdoms of Amalur un gioco pressoché infinito. Il titolo si avvale infatti di un profondo crafting system che vi permetterà di progettare equipaggiamenti e gemme per gli stessi (con anche la possibilità di dare un nome alle vostre creazioni).

Se questo non fosse già abbastanza, potrete anche mettere alla prova le vostre abilità di alchimisti, sperimentando "ricette" di varia natura per ottenere pozioni dai risultati più sorprendenti. Inutile dunque sottolineare quanto anche questi due aspetti contribuiscano ad accrescere esponenzialmente la longevità del prodotto.

"Di carne al fuoco ce n'è davvero tanta, sia per i casual gamer, sia per i videogiocatori più hardcore"

Ma non finisce qui, perché al fine di rendere la raccolta del loot ancor più interessante gli sviluppatori hanno pensato bene di introdurre dei simpatici mini-giochi legati all'apertura di alcuni forzieri; completare tali attività non richiede ovviamente una tecnica sopraffina né tantomeno allenamento e pazienza, ma rappresenta comunque una pregevole aggiunta ad un sistema di progressione, avanzamento e raccolta già di per sé forte di una grande profondità.

Il titolo concede ampie possibilità anche nella personalizzazione estetica del personaggio.

La direzione artistica, affidata al celebre Todd McFarlane, è perlopiù convincente ed adeguata al contesto fantasy proposto sia per ciò che concerne le ambientazioni (anche se non tutte si attestano sui medesimi standard qualitativi), sia per quanto riguarda i nemici e gli NPC.

Ciò che rende gran parte degli NPC davvero unici non è tuttavia la qualità dei loro modelli poligonali, anche se stilisticamente alcuni sono davvero splendidi, quanto piuttosto la loro ottima caratterizzazione. Gran parte dei personaggi in cui vi imbatterete vi stupiranno infatti per il carisma e le peculiarità della loro personalità, costringendovi ad adottare approcci sempre differenti per ottenere il "massimo" dalle conversazioni che sarete chiamati a portare avanti di tanto in tanto.

"Ciò che rende gran parte degli NPC davvero unici è la loro ottima caratterizzazione"

Questo ci porta ad un altro dei temi più caldi del prodotto, ossia l'interazione interpersonale. In maniera simile a quanto già visto in altri titoli prodotti da Electronic Arts, la progressione nella storyline vi metterà di fronte a innumerevoli situazioni in cui avrete piena libertà decisionale per quanto riguarda l'approccio da adottare.

Le possibilità oratorie a vostra disposizione dipenderanno molto dal tipo di personaggio che avrete deciso di creare, e ciò vuol dire che potrete puntare sul fascino, sulla persuasione (o la manipolazione, se vogliamo) o sull'intimidazione, ottenendo reazioni corrispondenti all'approccio adottato.

Tutto questo si traduce in un'esperienza ricca di variabili che vi stimolerà quindi non solo sotto il profilo bellico, ma anche e soprattutto dal punto di vista psicologico-relazionale, assicurando i giusti stimoli per un'esperienza longeva e appassionante.

Alcune battaglie sono davvero spettacolari.

"Le possibilità oratorie a vostra disposizione dipenderanno molto dal tipo di personaggio che avrete deciso di creare"

Insomma, Kingdoms of Amalur: Reckoning si dimostra un gioco di ottima fattura, il cui ottimo e variegato gameplay rappresenta senza dubbio la sua arma migliore. Nonostante una narrazione forse meno convincente di quanto molti aspettassero, almeno nelle primissime ore, il titolo propone infatti un'esperienza di primissimo piano, varia e stimolante a fronte delle numerosissime attività che propone, e soprattutto divertente grazie a un sistema di progressione che donerà la massima libertà a qualsiasi amante della categoria.

I piccoli difetti non mancano, come qualche leggera sbavatura grafica e la mancanza di un sistema di moralità vero e proprio, ma si tratta di limiti che fortunatamente non pregiudicano in alcun modo la qualità complessiva dell'avventura proposta, che saprà coinvolgervi e stimolarvi come poche altre hanno saputo fare fino ad oggi.

Se vi considerate appassionati del genere, il mio consiglio è dunque quello di mettere le mani sul titolo in questione per iniziare il vostro viaggio in quel di Amalur. E se invece non foste mai andati matti per questo genere di produzioni, ci sono buone possibilità che KoA vi faccia cambiare idea.

9 / 10