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Ridge Racer Unbounded - review

Il meglio di due mondi a 4 ruote?

Quando inserisci un Ridge Racer dentro una console quasi sempre sai cosa aspettarti. La serie Namco è stata uno dei simboli della prima PlayStation, ma nel tempo ha espanso il suo territorio anche su altre piattaforme, portatili compresi. Sorvolando la pessima versione PlayStation Vita, questo è forse il primo capitolo "originale" che i fan aspettavano realmente, quello realmente in grado di portare qualcosa di nuovo... sarà stato così?

Fin dalla sua prima uscita, Ridge Racer Unbounded è stato immediatamente accostato alla serie Burnout e non a torto. Le classiche derapate, che da sempre sono uno dei marchi di fabbrica della serie, sono infatti state affiancate alla distruzione totale... degli scenari e degli avversari. Quello che dai trailer invece non si poteva capire è quanto questa distruzione non fosse assolutamente fine a se stessa, ma facesse parte integrante del gameplay di Unbounded.

Il turbo non è infinito ma va ricaricato effettuando derapate, distruggendo elementi degli scenari, entrando nelle scie e così via.

Sì, perché in questo gioco non bisogna badare non solo ad andare a tavoletta dall'inizio alla fine ma anche a fare più danni possibili per caricare il turbo, alla pari delle "scivolate" in curva. Devo ammettere che inizialmente questa meccanica mi è risultata un po' indigesta, la mia tendenza ad evitare gli ostacoli piuttosto che a travolgerli aveva la meglio ma dopo qualche gara tutto è diventato più naturale.

Ciò che non è diventato naturale neanche dopo alcune ore è stato invece l'abituarsi ad avversari che non mollano mai, neanche nelle prime gare che di solito servono per introdurre il giocatore alle meccaniche di gioco. Dopo essermi ricordato chi sono gli sviluppatori di questo titolo, però, tutto mi è stato più chiaro: stiamo parlando del team BugBear Entertainment, ovvero gli autori della splendida serie FlatOut, una delle più sottovalutate (e difficili) della storia.

L'idea di abbinare due stili di gioco così differenti è indubbiamente interessante ma va detto che questo sicuramente farà storcere il naso ai non pochi fan storici della saga Namco. Ridge Racer Unbounded in un certo senso può essere considerato una sorta di "reboot", che all'aggressività nella guida dei titoli precedenti abbina anche la violenza pura... quella che al contrario della maggior parte dei giochi di guida in circolazione di fa dire "non ci passo di fianco? Allora ci passo attraverso!".

Tecnicamente il gioco è piacevole da guardare e non presenta rallentamenti o incertezze nel motore grafico.

"Ridge Racer Unbounded può essere considerato una sorta di reboot"

Occhio però a non farvi prendere troppo la mano perché anche il classico sistema di derapate "alla Ridge Racer" è cambiato rispetto a come la maggior parte di voi lo ricorda. Ora toccare il freno per un secondo per far imbarcare il retrotreno delle vetture non funziona più: per bruciare i copertoni sull'asfalto bisogna dosare saggiamente la pressione dell'apposito tasto. Andateci troppo leggeri e il muro di fronte sarà la vostra destinazione naturale, premetelo troppo e rischierete quasi (e sottolineo il "quasi") il testa-coda.

Quando avrete imparato i primi segreti i risultati non tarderanno ad arrivare. Caricare il turbo non sarà più questione di tempo o di fortuna ma di abilità. Capirete quali elementi dei tracciati possono essere distrutti normalmente e quali lo diventeranno solo quando sarete sotto l'effetto della Nitro. I nemici saranno sempre agguerriti ma potrete prendervi le vostre giuste rivincite facendoli schiantare mentre il vostro bolide "scodinzolerà" verso la vittoria.

La curva d'apprendimento è decisamente ripida all'inizio. In più di un'occasione avrete la sensazione che il gioco sia addirittura troppo cattivo e punitivo, ma dategli tempo. Le prime vetture che avrete a disposizione saranno quasi dei rottami se paragonate a quelle che verranno dopo, e solo con costanza e dedizione riuscirete a tirare fuori il meglio da questo prodotto.

Vediamo il City Editor di Ridge Racer Unbounded.

"Le modalità si dividono in tre parti ben distinte: single-player, multi ed editor dei tracciati"

Le modalità si dividono in tre parti ben distinte: single-player, multi ed editor dei tracciati. La prima di queste, sorprendentemente, non sembra essere stata pensata come il fulcro su cui ruota il titolo. La sua struttura è estremamente rigida e la varietà dei tracciati proposta non fa certo gridare al miracolo. Come di consueto le varie "porzioni" del gioco vengono sbloccate vincendo o piazzandosi adeguatamente nelle gare precedenti e riuscire a sbloccare tutto è solo questione di tempo e pazienza.

Le gare si dividono a loro volta in varie categorie, che differiscono tra loro per gli obiettivi da portare a termine. Nella dominazione viene richiesta la semplice vittoria della cosra, magari conclusa nella maniera più roboante e spettacolare possibile. Nelle gare Shindo, invece, bisogna effettuare il maggior numero di derapate guidando in maniera pulita.

Intorno alle piste vengono visualizzate le statistiche della gara che state correndo: punteggi, distacchi e tutto il resto.

La sensazione che si ricava una volta scesi in pista è di trovarsi sempre di fronte ad un gioco di natura arcade, al quale però è stata fatta un' iniezione di realismo, soprattutto per quanto riguarda il "peso" delle vetture e il loro comportamento in curva. Non avrete più a che fare con delle semplici saponette impazzite ma con mostri da centinaia di cavalli che a volte tenderanno anche a disarcionarvi se non trattati con le dovute cautele.

Il vero asso nella manica del gioco è rappresentato dall'editor di tracciati, tanto facile da usare quanto potenzialmente profondo. Inizialmente si hanno a disposizione pochi "pezzi" con cui costruire le proprie piste, ma andando avanti ne avrete più che a sufficienza per poter mettere insieme un numero pressoché infinito di circuiti. Avete presente Trackmania? Stessa cosa, ma su scala ancora più larga!

Con le opzioni "base" si puà disegnare la planimetria delle piste, che con il passare del tempo e dell'esperienza accumulata nel gioco si arricchisce sempre di più. Messo insieme il tracciato con tutti i rettilinei, sottopassaggi e curve che preferite, si passa alle opzioni "avanzate" e qui si apre letteralmente un mondo.

Il prossimo anno la serie Ridge Racer compirà 20 anni. Il primo capitolo in versione arcade uscì nel 1993, nel '94 arrivò su PlayStation.

"Il vero asso nella manica del gioco è rappresentato dall'editor di tracciati"

Ostacoli di ogni genere, muri, elementi esplosivi, loop, rampe, alberi e decine di altri elementi possono essere posizionati quasi a piacimento sulla pista appena creata. Il "quasi" è dovuto all'obbligatoria necessità di non affollare troppo alcune porzioni di scenario e quindi di dover a volte distanziare alcuni pezzi.

Potrete fare davvero di tutto, dal semplice ovale in stile Nascar (con tanto di paraboliche) a vere e proprie montagne russe. In qualsiasi momento potrete testare le vostre creazioni per poi magare tornare a lavorarci su, spostando o togliendo elementi che non vi convincono o aggiungendone altri per rendere il tutto ancora più spettacolare.

Ii circuiti creati da tutti i giocatori del mondo possono essere condivisi e testati in accanite gare multiplayer, il che rende questa porzione del gioco assolutamente mastodontica e in continua evoluzione. Se avete intenzione di "millare" la versione Xbox 360 o di "platinare" quella PlayStation 3, mettete in preventivo parecchie settimane di full immersion.

Questo nuovo arrivato in casa Namco è sicuramente destinato a dividere critica e pubblico. Ridge Racer Ridge Racer Unbounded è un minestrone di tutto quello che i giochi di corse arcade degli ultimi 10 anni hanno proposto, nel bene e nel male. Una ricetta che per molti potrebbe risultare gustosa e per altri assolutamente indigesta.

Ecco come sfruttare a nostro favore l'ambiente in Ridge Racer Unbounded.

"Il voler strafare ha forse finito per togliere l'identità originale al gioco"

Il voler "fare troppo" ha forse finito per togliere l'identità originale al gioco, visto che dei vecchi capitoli è rimasta davvero poca traccia. Come base di partenza per una nuova serie invece non c'è male, anche se per un eventuale sequel suggeriremmo una maggiore "elasticità" nel gameplay, più varietà nei tracciati pre-definiti e una curva di difficoltà più consona anche ai giocatori meno tenaci.

Il discorso da fare è più o meno lo stesso del recente Operation Raccoon City: siamo di fronte ad un buon gioco ma... per favore non chiamatelo Ridge Racer!

7 / 10