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Birds of Steel - review

Alla conquista dei cieli.

Con l'avvento dei vari Ace Combat e H.A.W.X. le simulazioni aeree hanno goduto di una vera e propria rinascita, capace di rilanciare il genere in maniera forse inaspettata. Vuoi per il loro taglio più cinematografico, vuoi per la maggior qualità delle esperienze di gioco proposte, queste produzioni sono infatti tornate a essere molto ambite da una buona fetta dell'utenza contemporanea, e non stupisce dunque vedere che una società come Konami abbia deciso di lanciarsi nella mischia, con la speranza di ritagliarsi la proverbiale fetta di torta.

Con Birds of Steel la società nipponica e gli sviluppatori di Gaijin Entertainment intendono infatti riportarci all'epoca della Seconda Guerra Mondiale, proiettandoci nel vivo di alcune dette battaglie aeree più intense a cui l'umanità abbia avuto la sfortuna di assistere.

La prima cosa che salta agli occhi è senza dubbio la mole di velivoli proposti, superiore a quella di molti altri esponenti della categoria, e la fedeltà storica che li caratterizza. L'impressione è infatti che la software house russa non abbia messo nello sviluppo del prodotto solo tanto impegno ma anche altrettanta passione, e questo è evidente sin dai primissimi minuti di gioco.

Ognuno degli oltre 100 aerei evidenzia una cura per i dettagli a dir poco maniacale, tanto dall'esterno quanto dalla visuale interna all'abitacolo.

Le modalità sono infatti molteplici e si avvicinano alla realtà bellica proposta in maniera differente. La Campagna, il fulcro dell'esperienza singleplayer, ripercorre alcune delle più importanti battaglie dello storico conflitto mondiale, permettendoci di vivere in prima persona alcuni degli eventi più significativi che ne hanno scandito l'evoluzione sul fronte orientale, sul fronte occidentale, nel Mediterraneo o nell'oceano Pacifico.

Tra questi il più intenso, per ovvie ragioni, è sicuramente Pearl Harbour, ma a stupire non è solo il modo in cui le specifiche missioni sono state realizzate ma anche la fedeltà storica che contraddistingue l'intera esperienza.

"L'impressione è Gaijin non abbia messo nello sviluppo del prodotto solo tanto impegno ma anche altrettanta passione"

La progressione è infatti scandita da esaustivi filmati composti da immagini o sequenze reali ed originali, volti a spiegare nel dettaglio gli eventi più importanti del conflitto, e ciò vuol dire che in un certo senso il titolo evidenzia anche una valenza culturale che, specie in ambito videoludico, non può certo passare inosservata.

La modalità Missioni Singole, invece, propone una serie di missioni inedite, incentrate sul completamento degli obiettivi più diversi che spesso permettono addirittura di riscrivere la storia del conflitto; si passa da classici scenari in cui l'obiettivo è solo quello di abbattere un certo numero di avversari, a varianti più interessanti quali scorta o difesa del campo d'aviazione, modalità questa che ho apprezzato in maniera particolare per la necessità di adottare un approccio molto più tattico.

Osserviamo insieme il trailer del gioco.

Ciò che rende particolarmente interessante le varie modalità è poi la possibilità di sbloccare nuovi aerei attraverso il completamento di specifiche missioni e il fatto che alcune delle stesse siano accessibili solo utilizzato determinati velivoli. Tutto ciò si traduce ovviamente in maggiori stimoli visto che, a differenza di molti altri titoli, affrontare tutte le modalità di gioco presenti ha davvero un senso oltre che un'utilità concreta.

"In un certo senso il titolo evidenzia anche una valenza culturale"

In questo senso il gameplay molto simulativo (e dunque non proprio semplicissimo da padroneggiare) rappresenta senz'altro la chiave del divertimento, anche perché ogni velivolo propone un'esperienza a tratti molto differente dagli altri. Il "peso" dei vari aeromobili è infatti più che evidente durante le fasi di volo, ed il fatto che ognuno di essi disponga di particolari armamenti oltre che di una struttura che facilità o complica specifiche azioni e manovre, rende l'esperienza ancor più realistica e godibile di quanto già non sia.

Il sistema di danni è davvero pregevole, accrescendo notevolmente il realismo dell'esperienza.

Inoltre, sebbene sia consentito semplificare la gestione dei mezzi attraverso una serie di "aiuti alla guida", è infatti impossibile non rendersi conto di quanto questi limitino il divertimento che il prodotto è in grado di garantire. Se volete un consiglio, dunque, dedicate un po' di tempo allo studio degli aerei per godervi, a pieno, il lavoro svolto da Gaijin.

In aggiunta alle varie modalità proposte, è inoltre presente un editor che consente di creare missioni inedite alterando qualsiasi tipo di impostazione al fine di andare incontro a un'esperienza libera da ogni costrizione. È possibile scegliere luogo, anno e ora della battaglia, intervenire sulle condizioni meteorologiche e ovviamente selezionare uno schieramento, e questo senza contare la possibilità di alterare le impostazioni di base per affrontare un'esperienza più simulativa o all'insegna della tradizione arcade.

Le missioni create possono poi essere affrontate in singleplayer o, in alternativa, con qualche amico o perfetto sconosciuto, lanciandosi online in attesa che qualcuno si unisca alla partita, e questo com'è facile intuire accresce non poco la già ottima longevità complessiva del prodotto.

"Il gameplay molto simulativo rappresenta senz'altro la chiave del divertimento"

A chiudere il carnet di modalità troviamo infine un ricco multiplayer disponibile sia in cooperativa, per un massimo di 4 giocatori, sia in chiave competitiva, con sfide aperte ad un massimo di 16 partecipanti. Così come nelle altre modalità, gran parte dei parametri e delle impostazioni sono variabili liberamente, e ciò vuol dire che non avrete alcun tipo di vincolo, eccezion fatta per i Tornei online che Gaijin ha promesso di proporre con una certa regolarità.

Godiamoci insieme qualche sequenza di gameplay del gioco.

In definitiva Birds of Steel si dimostra un prodotto di buona fattura, in grado di affrontare un tema ormai fin troppo abusato in ambito videoludico col giusto approccio. La fedeltà storica che contraddistingue ogni aspetto dell'esperienza accresce il coinvolgimento in maniera tutt'altro che marginale, e se a questo aggiungiamo un gameplay estremamente simulativo e un buon numero di modalità, sia online che offline, il risultato non potrà che essere più che soddisfacente per qualsiasi appassionato della categoria.

Nel caso in cui non siate fra questi forse non riuscirete ad apprezzare il lavoro svolto dai Gaijin nella sua interezza, ma ciò non toglie che meriti comunque un'occhiata.

8 / 10
Avatar di Davide Persiani
Davide Persiani: Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.

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In this article

Birds of Steel

PS3, Xbox 360

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