Darksiders II - review
Finché c'è Morte, c'è speranza!
È già disponibile la guida completa di Darksiders II di Eurogamer.it, che verrà costantemente aggiornata con trucchi, strategie, il walkthrough completo scritto e in video del gioco.
Quando giocai il primo Darksiders ero più che convinto che mi sarei trovato di fronte ad un ottimo titolo, una sorta di clone di God of War che puntava gran parte delle sue fortune sulla componente artistica curata dal grande Joe Madureria, e sul carisma del suo roccioso protagonista.
Mi sbagliavo, in parte... ma avevo anche ragione. Ancora oggi quel gioco è un gran bel vedere e possiede un character design che la maggior parte di altri titoli in circolazione possono solo sognare. Il gameplay, però, non era esattamente "copia-incollato" dalla saga di Kratos. Come ebbi modo di testare con mia grande sorpresa, l'avventura di Guerra era più vicina allo stile di un action-adventure come Zelda che a un gioco d'azione puro, a tutto vantaggio del risultato finale che risultava decisamente meno monotono e più appassionante.
Ora ci troviamo di fronte al secondo capitolo di questa saga, che per molto tempo abbiamo temuto non vedesse la luce viste le ben note e gravi vicissitudini finanziarie in cui versava (e in gran parte versa ancora) THQ. Ma la compagnia del neo-presidente Jason "Naughty Dog" Rubin è decisa più che mai a non andarsene dal panorama videoludico mondiale e una grossa fetta delle sue speranze risiede proprio nella morte... pardon, in Morte, protagonista assoluto di Darksiders II.
Guerra è sempre stato visto dal sottoscritto come una sorta di guerriero vichingo in salsa fantasy, un Conan più moderno e fantasioso per dirla in parole diverse. Fin falla sua prima apparizione, invece, ho associato Morte ad un cantante heavy metal. Forse per quei capelli lunghi o l'apparenza più longilinea nonostante la sua muscolatura, comunque sopra la media. Fatto sta che l'ho sempre immaginato in mezzo a un concerto, intento a mettere alla frusta le sue corde vocali mentre agita la testa a mo' di headbanging.
Nella realtà invece, Morte è "solo" un altro dei Cavalieri dell'Apocalisse e in mano non brandisce una chitarra elettrica ma degli strumenti molto più affilati e pericolosi. Il nostro amico irrompe sulla scena qualche tempo dopo il suo roccioso fratellone, nel tentativo di risollevarne le sorti dopo i fatti accaduti nel primo capitolo, che ovviamente eviterò di raccontare per evitare pericolosi spoiler.
Ancora una volta a fare da sfondo alle vicende del gioco c'è un mondo in rovina, nel quale l'Umanità è totalmente scomparsa... ma forse una piccola speranza in fondo alle tenebre ancora esiste. Fin dai primi istanti risulta chiaro come Vigil Games abbia imparato dagli "errori" commessi nel primo capitolo e abbia voluto "snellire" alcuni aspetti del gioco precedente, che in certe occasioni risultava in effetti un po' troppo lento e macchinoso.
"L'engine è stato migliorato e tutto quello che si vede su schermo si muove con una fluidità notevole"
Per prima cosa l'engine è stato migliorato e tutto quello che si vede su schermo si muove con una fluidità notevole, a scapito alle volte di un tearing evidente in alcuni frangenti. Tranne che in un paio di occasioni, però, neanche un rallentamento ha turbato le mie sessioni di gioco anzi, in certi casi il problema era esattamente contrario: i movimenti troppo veloci del protagonista e dei suoni nemici non riuscivano ad essere seguiti adeguatamente dalle telecamere.
Il sistema di inquadrature di Darksiders II, infatti, mostra qualche neo fin dall'inizio. Nonostante sia possibile gestire le visuali manualmente per quasi tutto il tempo, in alcune fasi platform e in determinati scontri con dei boss non avrebbe fatto male qualche inquadratura fissa, così come non avrebbe guastato la possibilità di riportare la visuale dietro al protagonista con un tasto.
Dopo qualche ora di "assestamento", tuttavia, farete l'abitudine anche a questo sistema di controllo di Morte che non differisce quasi per niente da quello di molti altri action visti finora. Si utilizza l'arma primaria con il tasto Quadrato (nel caso della versione PS3 da me testata) e quella secondaria con Triangolo. Con i dorsali si gestiscono le schivate e i poteri speciali, il cui utilizzo può essere assegnato a semplici combo di pulsanti L1+ Triangolo, L1+Quadrato e così via... insomma, se avete giocato almeno un God of War non impiegherete più di qualche minuto per prendere confidenza con tutto questo.
"Col procedere del gioco vi accorgerete che schivare un colpo nemico può essere più utile di caricare a testa bassa"
Il sistema di combattimento messo a disposizione dagli sviluppatori sembra incentivare più gli attaccanti, almeno all'inizio, ma con il procedere del gioco vi accorgerete di quanto schivare un colpo nemico per poi contrattaccare possa essere molto più utile di una carica a testa bassa. Per quanto possano essere potenti le falci che utilizzate, nulla potrà sostituire un'accurata strategia di gioco, specialmente con alcuni dei boss più avanzati.
A proposito di armi, se fate parte del club composto da coloro che non possono fare a meno di giochi in cui sia presente un qualsiasi tipo di "loot", Darksiders II è decisamente pane per i vostri denti.
Per molti versi questo aspetto del gioco assomiglia a quanto visto nel recente Kingdoms of Amalur: Reckoning (come un mio esimio collega non ha mancato di farmi notare durante una recente chiacchierata)(mi fischiano le orecchie, ndSS), quindi preparatevi ad andarvene in giro per ore sperando che qualche nemico "droppi" quell'arma, o armatura, o amuleto, viola che tanto desiderate.
Volendo potrete anche crearne di nuove "fondendo" due armi tra loro, o unendo un'arma con un pezzo d'armatura o con amuleti, e così via. Per non parlare delle armi maledette, potenziabili 'sacrificando' loro gli oggetti che avete nell'inventario. Insomma, avrete capito che la componente GDR in Darksiders II è ancora più sviluppata rispetto a quella del suo illustre predecessore, abbastanza profonda ma non così complicata da scoraggiare chi invece predilige l'azione.
Anche le abilità di Morte possono essere personalizzate seguendo due "rami", Messaggero (Harbinger) e Negromante (Necromancer): come si intuisce dal nome, la prima specializzazione privilegia il DPS puro mentre la seconda la magia, permettendoci di summonare zombi, corvi o di proteggerci con barriere di energia.
La linearità di questa componente del gioco, voluta da Vigil Games per non complicare eccessivamente le cose, lo fa assomigliare un po' al vecchio Dante's Inferno, nel quale, ricorderete, era possibile scegliere se prediligere i poteri per il combattimento corpo a corpo o quelli spirituali.
"Il design del gioco ricorda quello di Zelda, ma con quel pizzico di free roaming che non guasta mai"
Per quanto riguarda il resto, ancora una volta il design del gioco ricorda da vicino quello di Zelda, ma con quel pizzico di free roaming che non guasta mai. I dungeon sono di pregevolissima fattura, ma la possibilità di variare il gameplay con missioni secondarie (e addirittura mini-boss facoltativi), ricerca di scrigni nascosti, pagine segrete da scambiare con preziose ricompense e altro ancora, fanno di Darksiders II uno dei giochi più vari che si siano visti nell'ultimo anno.
Le sezioni platform di cui sopra non possono non riportare alla mente il penultimo Prince of Persia, e con il gioco Ubisoft Darksiders II condivide anche un altro aspetto: è impossibile morire per un salto sbagliato. In caso di caduta, infatti, si viene immediatamente trasportati nel punto in cui si era sbagliato l'ultima volta.
Spostando l'attenzione sui combattimenti con i boss, se quelli di Darksiders vi erano piaciuti, ciò che incontrerete in Darksiders II non potrà non lasciarvi con la bocca lievemente aperta e una continua fuoriuscita di bava da uno dei suoi due lati.
Altrettanto allibiti non potrà non lasciarvi la componente grafica, che nella maggior parte del gioco riesce ad elevarsi ad un livello incredibilmente alto, con un sublime toon-shading che a tratti sembra quasi sfociare nell'acquerellato. I ragazzi che hanno lavorato sotto l'occhio vigile di Joe "Mad" Madureira hanno fornito un'ulteriore prova della loro maestria nel plasmare un mondo incredibilmente vario nei suoi panorami e abitato da creature che sembrano uscire da una miriade di mitologie popolari, da quelle europee a quelle più orientali.
"Altrettanto allibiti non potrà non lasciarvi la componente grafica, che riesce ad elevarsi ad un livello incredibilmente alto"
Fortunatamente però Vigil non si è impegnata solamente nel regalare ai loro fan un mondo ricco dal punto di vista estetico e dei nemici duri e incazzati da mandare giù. Anche la componente sonora infatti è di primissimo ordine, specialmente per quanto riguarda il doppiaggio (la versione italiana è infatti completamente localizzata).
E per quanto riguarda la longevità? Se avete giocato il primo capitolo sapete già che anche da questo punto di vista la situazione è più che rosea. L'avventura principale si assesta intorno alle 20 ore, con pochi cali di ritmo e giusto un pizzico di ripetitività che di tanto in tanto si affaccia in determinate situazioni e in alcuni dei puzzle proposti.
Una volta finito il gioco, tuttavia, è possibile ricominciarlo da capo mantenendo tutto l'equipaggiamento conquistato fino a quel momento e l'esperienza accumulata, con poteri annessi ovviamente. E se volete qualcosa di nuovo, c'è la modalità Crucible che in realtà proprio nuova non è: trattasi infatti di una serie di combattimenti sempre più impegnativi, che consentono di ottenere ricompense in base alla difficoltà.
Nel Crucible non si guadagna esperienza e le sfide vengono sbloccate man mano che si procede nella storia principale. È quindi consigliabile affrontarla dopo aver finito il gioco, in modo da averne una visione più completa (e remunerativa) possibile.
Non consigliarvi l'acquisto di Darksiders II, dopo tutto quello che è stato detto finora, sarebbe dunque uno scherzo davvero mortale. Se questo è il livello che i titoli THQ avranno d'ora in poi, non possiamo che augurare lunga, lunghissima vita al publisher americano.
Un solo consiglio prima di finire. Se non avete giocato il primo capitolo vi consigliamo di farlo prima di affrontare l'avventura di Morte: in questo modo non solo vi godrete al meglio la storia ma avrete anche a disposizione un secondo gioco qualitativamente eccelso che ormai potete trovare in giro davvero per pochi spiccioli.