Borderlands 2 - review
Pandora ci aspetta di nuovo: mettiamola a ferro e fuoco!
Il primo Borderlands è stato in assoluto l'FPS con cui ho passato più ore nella mia "carriera", oltre 70. Iniziato senza particolari aspettative, in breve tempo il suo irresistibile mix di armi (centinaia di armi), proiettili (milioni di proiettili) e umorismo, conditi da un comparto grafico in stile "cartoon", sono diventati una vera e propria droga. Per oltre un mese nella mia console non ha girato altro e anche i DLC usciti successivamente sono stati causa di ulteriore perdita di tempo per la mia vita sociale.
L'unica cosa che è riuscita a tirarmi via da quel piacevolissimo incubo è stato il level-cap. Oltre una certa soglia andare avanti non aveva senso e questo pian piano mi ha allontanato dalla diabolica creazione dei Gearbox. Ma l'ossessione è tornata a materializzarsi mesi fa, quando Pitchford e i suoi annunciarono il diretto sequel di quel gioco, Borderlands 2, che si è prontamente materializzato senza che io lo volessi (?!?) nel tray del mio Xbox 360 qualche giorno fa.
È stato come ripiombare in un vortice e tutto è ricominciato da dove si era interrotto, forse ancora peggio di prima. Chiudere la recensione di Borderlands 2 sarebbe semplice, semplicissimo. Potrei dirvi di prendere tutto quello che aveva reso grande il suo esordio e di espanderlo ulteriormente, aggiungendo qualche aggiustamento alle cose che non andavano e condendo il tutto con qualche novità... così, tanto per gradire.
Cominciamo con il dire che la caratteristica così tanto sbandierata dagli sviluppatori fin dall'inizio, ovvero l'enorme quantità di armi disponibili nel gioco, è forse la cosa meno rilevante di tutte. È vero, anche giocando con tutti i personaggi per almeno un paio di volte dall'inizio alla fine sarebbe impossibile per chiunque venire in possesso di due "bocche da fuoco" identiche tra loro. Merito questo di un sistema che miscela in maniera totalmente casuale le componenti base come potenza, capienza dei caricatori, velocità di ricarica, danni elementali e così via.
Fortunatamente il tutto avviene comunque con un certo criterio, che bilancia la somministrazione di armi e accessori tenendo conto soprattutto dello stato di avanzamento del gioco. Rimane, sotto questo profilo, uno dei difetti cronici di questo genere la tendenza a trovare in giro pistole, fucili, granate e altri giocattoli simili mediamente superiori a quelli che invece si possono reperire negli shop automatici sparsi lungo la mappa o acquisire portando a termine le missioni.
Messo subito in risalto uno dei pochi nei di questo titolo, peraltro comune al 99% degli FPS ed action-adventure in circolazione, veniamo al nocciolo della questione: il secondo viaggio su Pandora. La solita presentazione cafona ma divertente fa da introduzione, come nel primo capitolo, alla scelta del personaggio tra le quattro classi disponibili.
Il sottoscritto ha scelto il Gunzerker "Salvador", attirato dalla sua descrizione che sembrava farne il protagonista più adatto a vomitare proiettili. Al suo fianco c'è il più canonico soldato Axton, il ninja ZerO e la sirena Maya, che ho avuto il piacere di incontrare in un'intensa sessione co-op... ma di questo parleremo più avanti.
"L'enorme quantità di armi disponibili nel gioco è forse la cosa meno rilevante del gioco"
Come nel primo Borderlands, tutti e quattro hanno un'abilità speciale che li contraddistingue e che può essere usata nel corso del gioco non appena sbloccata e opportunamente caricata. Salvador ad esempio, può andare in berzerk (sa qui il nome della sua classe) e per un periodo di tempo limitato utilizzare due armi contemporaneamente infliggendo molto più danno e subendone di meno.
Rispetto al capitolo precedente queste abilità vanno usate più saggiamente perché il livello di difficoltà medio dell'avventura si è fatto decisamente più alto. I nemici sono di più e più numerosi (specie in co-op), vanno giù più difficilmente ma, soprattutto, le armi fanno decisamente meno male. Ricordo che nel primo gioco riuscii a completare la storia utilizzando un fucile da cecchino con danno da Fuoco abbinato ad un mitragliatore "elettrico", entrambi reperiti nel primo terzo dell'avventura.
In questo sequel cose del genere non accadono e difficilmente verrete in possesso di un'arma troppo potente per il punto in cui vi trovate. Anche se dovesse succedere poi, questa sarebbe abbinata quasi sicuramente ad un livello di esperienza nettamente più alto del vostro e per poterla utilizzare avrete bisogno di un bel po' di tempo. Questo "tuning" apportato all'intero gioco fa sì che l'avventura sia sì divertente, veloce e fluida nel suo svolgersi, ma che rispetto a prima sia necessaria un minimo di pianificazione in più.
Un'altra novità è rappresentata da un quarto effetto elementale aggiunto a quelli già esistenti. Ora le armi possono aggiungere ulteriori danni da fuoco, elettricità, acido e... pestilenza. In sostanza i nemici colpiti da questi tipi di arma (e relativi barili sparsi strategicamente) non solo subiranno danni aggiuntivi ma questi andranno anche a contaminare coloro che si troveranno nelle vicinanze.
Va detto che gli avversari che vi troverete davanti non sono tra i più intelligenti che si siano mai visti ma in questo caso ciò dipende da una precisa scelta "stilistica" dei ragazzi di Gearbox. Il gioco è ambientato su un pianeta in gran parte ghiacciato, desertico, nel quale i pochi sopravvissuti sono dei reietti, dei nomadi abituati a combattere solo per sopravvivere e non dei super-soldati addestrati.
Il team di sviluppo ha preferito sicuramente privilegiare la quantità rispetto alla qualità degli ostacoli che vi troverete di fronte, con l'obiettivo appunto di permettere al giocatore di sfogare tutta la sua sete di fuoco e fiamme.
Se nel primo Borderlands il "respawn" dei nemici in determinate zone era cosa normale e a volte anche utile per livellare i personaggi senza troppo sforzo, in Borderlands 2 questo concetto è stato portato ancora più all'estremo visto che anche i boss torneranno a farsi vedere ogni volta che passerete dalle loro parti dopo essere mancati per qualche ora.
Inizialmente pensavo fosse un bug ma, visto che la cosa si è ripetuta più di una volta, non ho potuto fare a meno di pensare che sia stata una scelta di game design voluta. Gradita? Sgradita? Dipende dai gusti e anche se piuttosto strana a me non è dispiaciuta. Ma veniamo al vero motivo che spingerà i più malati di noi a giocare Borderlands 2 fino alle soglie delle festività natalizie e forse anche dopo: il loot!
Se siete tra quelli che, come me, vanno sempre in cerca di tutto il "trovabile" in un gioco e che confrontano per ore le statistiche di armi ed accessori per capire quali siano le migliori da tenere nell'inventario e quali invece possono essere sacrificate per il vile denaro, preparatevi a scrivere una bella lettera ai vostri familiari e fategli una bella foto di gruppo, perché difficilmente li rivedrete prima di qualche mese.
Non vi basta ancora? Allora sappiate che il level-cap che in passato mi ha salvato la vita in questo secondo capitolo non esiste, che la quantità di missioni secondarie è notevolmente aumentata, che le possibilità di personalizzazione dei personaggi sono enormemente maggiori e che ai normali Trofei/Obiettivi delle due versioni del gioco sono stati aggiunti anche dei "traguardi interni" che vi faranno guadagnare Livelli Duro!
Spiegati in poche parole, questi livelli sono una sorta di punti esperienza che si guadagnano portando a termine determinate azioni del gioco, che vanno dal semplice "uccidi x nemici con l'arma y" ai più originali "fai fuori x nomadi di giorno/notte" o "apri un tot numero di casse". Passando i vari Livelli Duro si guadagnano ulteriori bonus con cui caratterizzare il proprio personaggio, che miglioreranno l'efficacia delle armi, l'effetto elementare dei colpi e così via.
"Il level-cap in questo secondo capitolo non esiste e la quantità di missioni secondarie è aumentata"
Quando dopo svariate decine di ore vi sarete (forse) stancati di giocare da soli, potrete sempre chiamare a raccolta fino a tre amici e divertirvi in co-op, e qui Borderlands 2 diventa davvero qualcosa di esagerato. Come accennavo all'inizio, ho avuto modo di giocare per qualche ora insieme adun amico che aveva scelto come personaggio la sirena Maya. Mai avrei immaginato che le sue abilità così bene si sarebbero "sposate" con il mio rozzo Gunzerker.
Ne ho preso coscienza quando, durante un combattimento con un boss, la sua Maya ha lanciato il suo attacco speciale sollevando in aria e bloccando il nostro nemico e permettendomi così di sforacchiarlo ben bene con il mio mitragliatore a colpi incandescenti, che oltre a fare un male esagerato aveva anche la simpatica caratteristica di fare fuoco tanto rapidamente quanto velocemente si premeva il grilletto del pad.
Piccole ma significative aggiunte sono state fatte all'interfaccia di gioco, che oltre ad essere stata rivista dal punto di vista grafico (il team di sviluppo deve aver giocato a Dead Space), offre anche alcune chicche davvero utili. Avete presente quando nel primo capitolo non riuscivate a capire bene dove si trovasse una determinata side-quest lasciata in sospeso e giravate per ore alla sua ricerca? Bene, in Borderlands 2 quelle attive e non-attive saranno indicate chiaramente e divise per zona.
"Piccole ma significative aggiunte sono state fatte all'interfaccia di gioco, che offre alcune chicche davvero utili"
Torna nuovamente anche la schermata di confronto per armi e oggetti trovati in giro, che consente in maniera semplice e rapida di capire quale sia quello che fa al caso vostro e quale invece può essere tralasciato o venduto.
Dal punto di vista grafico il gioco si presenta più o meno come il precedente, ma con una palette di colori più brillante e dei bordi neri in stile "cartoon" ancora più marcati. Purtroppo permane uno dei difetti del precedente capitolo ovvero un lieve ritardo nel caricamento delle texture in alta risoluzione, che in più di un'occasione impiegano qualche secondo per sovrapporsi a quelle temporanee in low-res.
Sempre da applausi invece il doppiaggio in Italiano, caratterizzato alla perfezione "nonostante" la presenza dell'ormai immancabile (ma sempre bravissimo) Pietro Ubaldi che ha prestato la sua voce proprio al Gunzerker Salvador. La colonna sonora invece si fa notare ancora una volta per un mix di pezzi a metà tra quelli dei film di Sergio Leone e delle pellicole di Quentin Tarantino.
Ho tenuto volutamente per ultimo il capitolo "storia" perché, come nel primo capitolo, questa è più che altro un motivo per andarsene in giro a blastare qualsiasi cosa si muova.
Si inizia praticamente da dove si era interrotto in precedenza, con il pianeta Pandora di nuovo sotto il torchio di un dittatore dalla lingua lunga e dalla battuta facile, la promessa di enormi tesori nascosti chissà dove e il mito dei "cacciatori della Cripta", di cui il vostro personaggio fa ovviamente parte.
Chi cerca una trama profonda e sotto-trame articolate non ne troverà in Borderlands 2, ma sfido chiunque a dire che aspettava questo gioco per tali motivi.
Per Gearbox affermarsi con il primo Borderlands era sicuramente un'impresa difficile, visto che si trattava di una IP completamente nuova. Ripetersi, come sappiamo, è forse ancora più arduo e probabilmente qualcuno obietterà che farlo semplicemente ampliando quello che già esisteva rende tutto più semplice, ma in quanti ci hanno provato fallendo miseramente?
Mai come per Borderlands 2 la definizione di "più grande e più tosto" è stata più azzeccata, e nel corso delle poche pause prese durante le tante ore di gioco accumulate in questi giorni ho fatto un sogno: un Borderlands 3 con l'engine di Rage e lo strepitoso gameplay dei due giochi precedenti, sarebbe qualcosa di epocale. Prendete nota Randy e John!