Of Orcs And Men - review
Verde è bello, soprattutto nel fantasy.
Nel mondo del fantasy difficilmente si inventa qualcosa: maghi, cavalieri, gnomi e compagnia popolano un immaginario spesso uguale a se stesso, dove piccole scintille di originalità faticano ad attecchire su una moltitudine composta da decine di prodotti in cui ciclicamente i protagonisti sono strani esseri con le orecchie a punta e combattono epiche lotte fra il bene e il male.
Cyanide, in compagnia di Focus Home Interactive, cerca però di mettere un po' di colore in una panorama tristemente piatto, presentando alla platea il suo Of Orcs And Men, un titolo dove il ruolo principale è impersonato da orchi e i goblin. Basterà questo per raggiungere quella fortuna che sembra continuare a sfuggire alla casa francese? Al recensore l'ardua sentenza…
La storia, come detto, porta sicuramente una ventata di freschezza: in un mondo dominato dalla razza umana, gli orchi sono relegati ad essere semplici schiavi costretti a vivere come reietti all'ombra del Grande Muro, una statuaria opera creata per delimitare l'impero degli umani dalle terre selvagge dei pelle verde.
In un'epoca tanto difficile l'unica speranza è rappresentata quindi da piccole frange di ribelli, arrivate alla conclusione che solo un gesto eclatante possa restituire la perduta libertà: uccidere l'imperatore per tornare a respirare senza catene sotto il cielo della Madre Terra.
In tale contesto Of Orcs And Men vi vedrà vestire i panni di Arkail, un orco appartenente alla tribù dei Bloodjaw, i più fieri guerrieri della sua razza, e di Stige, il primo goblin che la storia ricordi dotato di parola. Le imprese e le avventure che i due dovranno affrontare non mancheranno peraltro di sorprendervi, al di là dell'originalità dei protagonisti, grazie anche ad alcuni colpi di scena ben realizzati e in generale una cura narrativa, lungo le oltre dieci ore di gioco che mi sento di lodare fin da subito.
"Scoprirete la possibilità di vestire i panni di uno dei due figuri, mentre l'intelligenza governa l'altro"
L'aspetto saliente del gameplay di Of Orcs And Men viene proposto dopo pochi minuti, giusto il tempo di ammorbidire qualche schiena umana con delle sonore vergate nei panni di Arkail: giunti infatti nei pressi del Muro e ricongiunti con Stige che riveste il ruolo di guida designata, scoprirete la possibilità di vestire alternativamente i panni di uno dei due figuri, lasciando all'intelligenza artificiale il compito di governare l'altro.
Il meccanismo funziona fin da subito in maniera convincente, sia per la particolare relazione che si instaura fra i due, con battibecchi e scambi di parole capaci di rendere il tutto molto vivo, sia per una IA che non vi costringerà a dover intervenire ogni singolo secondo per ovviare ad eventuali decisioni scellerate.
L'avventura, che si dipanerà lungo cinque capitoli, vi vedrà quindi portare la coppia attraverso paesaggi cittadini, alternati a foreste e panorami da perdere il fiato, seguendo la quest principale e tutte le varie subquest che deciderete di intraprendere per rafforzare il vostro personaggio, nel solco del più classico action RPG.
Un aspetto interessante è rappresentato dalla possibilità di poter prendere alcune decisioni lungo il prosieguo della storia in alcuni frangenti prestabiliti, valutando se lasciare spazio ad un comportamento più aggressivo o di contro ad uno più permissivo, opzioni che si rifletteranno poi in modo più o meno marcato nel proseguo delle vicende.
Il bilanciamento della strana coppia di cui parlavo poc'anzi si ritrova poi anche nell'utilizzo delle specificità dei due personaggi nei concitati scontri che formano lo scheletro del gioco. Se, come potete facilmente immaginare, il nostro buon orco metterà in mostra tutta la sua forza bruta nel corpo a corpo, Stige prediligerà mantenersi nelle retrovie, così da colpire i nemici fuori dalla portata del nerboruto amico o da rianimarlo qualora dovesse terminare le proprie energie.
Sulla carta appare una struttura basilare ma per poterla padroneggiare al meglio dovrete faticare non poco a causa (o per merito, dipende dai punti di vista) delle numerose opzioni a vostra disposizione. Innanzitutto, appena avvistato un nemico avrete la possibilità per entrambi i vostri "uomini" di memorizzare fino a quattro azioni predefinite su un bersaglio a vostra scelta, bloccando nel contempo l'azione per prendere le decisioni del caso senza troppa fretta.
"Il bilanciamento della strana coppia si ritrova nell'utilizzo delle specificità dei due personaggi"
In seconda battuta potrete decidere se impostare un atteggiamento difensivo o uno di attacco, a seconda della velocità e della resistenza dei nemici che avrete di fronte; infine, sfruttando le doti stealth di Stige, potrete fare pulizia in determinate sezioni prima di chiamare Arkail a darvi manforte.
Se fino a qui abbiamo visto gli aspetti più pratici, a complicare ancora di più la situazione abbiamo una barra particolare, dedicata alla rabbia per Arkail e che invece per Stige rappresenta la concentrazione. Se il primo, una volta riempita tale barra, andrà in modalità berserk, risultando ingovernabile e spesso finendo alla mercé dei propri nemici, il secondo deve far fronte alle limitazioni delle mosse attuabili a seconda della concentrazione a propria disposizione.
Un aspetto fondamentale di cui infine tener conto oltre al sistema di combattimento, attento nel coniugare l'esigenza del proporre un titolo action con la volontà di incentivare l'utilizzo della materia grigia, è la dinamica della crescita dei personaggi, derivata direttamente dal mondo dei giochi di ruolo.
Al progredire dell'esperienza potrete infatti utilizzare dei punti per potenziare alcune caratteristiche dei vostri beniamini, oltre a poter decidere su quale fra i tre alberi di abilità investire, sia per imparare nuove mosse, sia per potenziare quelle già conosciute. In parallelo avrete la solita pletora di armi e armature, anch'esse migliorabili attraverso i mercanti sparsi per il mondo di gioco e reperibili frugando per le casse che incontrerete lungo il vostro cammino.
"Il difetto più grosso è dato dall'eccessiva linearità, sia dei livelli che del modo in cui questi si devono affrontare"
Come potete quindi immaginare dallo spazio che vi ho dedicato, la struttura complessiva denota una certa profondità di vedute da parte degli sviluppatori, capaci di dar vita ad un titolo sì dall'impostazione classica, ma premiato da alcune scelte in grado di rendere il tutto potenzialmente ricco di possibilità, sia per quanto riguarda il tipo di approccio che è possibile adottare, sia per le implicazioni dirette all'interno del gameplay.
All'interno però di quelli che possiamo definire tutti come aspetti positivi, troviamo purtroppo alcune limitazioni che minano in maniera più o meno marcata una struttura che fino a qui si era rivelata solida e di ricca di buone idee.
Innanzitutto il difetto più grosso è dato dall'eccessiva linearità, sia dei livelli di gioco che del modo in cui questi si devono affrontare, essendo privi di enigmi o anche solo di situazioni dove sia possibile mettere in mostra un minimo di ingegno.
Per quanto riguarda poi in particolare i livelli in cui ognuno dei cinque capitoli è diviso, è facile notare che tale piattezza si declina in più aspetti: per andare ad esempio da un punto A ad un punto B non avrete, salvo rare occasioni, possibilità di scegliere che strada intraprendere e oltre a ciò lo spazio di movimento è proprio ridotto, presentando diversi "corridoi" in cui dovrete muovervi senza possibilità di intervento.
Anche l'interattività con gli ambienti è praticamente nulla, con pareti e oggetti che sembrano fatti di cemento armato, un aspetto che ricorda gli FPS dei primi anni '90 e che in qualche modo stupisce quando proposto al giorno d'oggi.
A parziale conforto per la rigidità degli ambienti, cittadini e non, troviamo però una resa visiva decisamente buona, con modelli poligonali ben animati e ambientazioni ricchi di stile e di fascino. Peccato che anche qui il tutto sia limitato ai personaggi giocanti, amici e nemici, con di contro delle "belle statuine" posizionate qua e là lungo gli scenari che lasciano davvero l'amaro in bocca, spezzando qualsiasi possibile sospensione di credulità.
Of Orcs And Men è così un titolo che diverte, grazie ad una storia (finalmente) lontana dai soliti canovacci e che presenta un duo ben assortito, capace di riempire la scena con efficacia e convinzione. Peccato solo per l'eccessiva linearità nella strutturazione delle mappe e per la costante sensazione di trovarsi in un mondo artefatto, privo di quella minima possibilità di intervento che avrebbe potuto portare a un risultato differente.
"Of Orcs And Men è un titolo che diverte, grazie ad una storia lontana dai soliti canovacci"
Grazie però ad un sistema di combattimento profondo e ben strutturato, unito alla speciale alchimia dei suoi due protagonisti, mi sento di premiare Of Orcs And Men con un bell'8, chiudendo un occhio su un reparto tecnico non di prim'ordine. Se invece siete dei feticisti dell'abbondanza dei poligoni, delle texture ultredefinite e dell'interattività a tutti i costi, togliete pure un punto al totale.