Rabbids Land - review
Un parco a tema Rabbid su Wii U.
In queste settimane vi abbiamo già parlato del ritorno dei matti coniglietti di Nintendo, i quali, dopo una deludente incursione sul 3DS, non stanno certo brillando sulle nuove console di Nintendo. Rabbids Land è però diverso perché non solo rappresenta un primo, timido approccio sul fiammante Wii U, ma anche un primo passo verso una nuova generazione di console. Certo, non cambia molto rispetto a quella odierna, soprattutto a livello tecnico, ma ora che si torna a pieno titolo a parlare di next-gen, Rayman e compagni non potevano mancare.
Dopotutto siamo sempre stati fan sfegatati di questo simpatico personaggio, dal primo difficilissimo platform per PSX allo straordinario Rayman 2, passando per quell'Hoodloom Havoc che non tanto è riuscito a convincere pubblico e critica. Non ci siamo lasciati sfuggire neanche i primi, modesti approcci al multiplayer che la melanzana francese tentava sul mercato. Non stupisce dunque che quando si è sentito parlare per la prima volta di questi conigli impazziti, alcuni siano rimasti spiazzati da uno stravolgimento che però ha dato risultati positivi. Da essi sono infatti scaturite ben due nuove serie: una consumer, con cui Rayman centra poco o nulla, e una più profonda che spediva letteralmente il personaggio alle proprie origini.
Rabbids Land è l'ultimo figlio di questo scisma ed è anche uno dei primi titoli del genere che, su una console tutta nuova, compie un coraggioso balzo verso l'ignoto, tentando in tutti i modi di sfruttare le peculiarità del Wii U. L'impegno profuso dagli sviluppatori dà però origine a un gioco strano, atipico, difficile da capire e da apprezzare e sicuramente non adatto a tutti. Una vetrina di quelle che possono mostrare le potenzialità di una console del genere, ma anche di quelle che possono mostrare i pericoli da evitare assolutamente.
"Rabbids Land è un gioco da tavolo digitale da giocare con GamePad e console invece che con pedine e tabellone"
Il problema principale del titolo sta infatti nella sua definizione. Non che abbia eccessivamente importanza in un mondo fatto di generi che si compenetrano, ma Rabbids Land manca di una sua identità. Si tratta di una raccolta di minigiochi/party game che si crede un gioco da tavolo, che pensa di essere un canale di YouTube (sarà tutto chiaro più avanti, non temete) e che si sforza di coadiuvare due sistemi controllo diversi, il tutto tentando di non proporre situazioni così movimentate da mettere in pericolo il vostro salotto e i soprammobili che lo popolano. Un compito non facile, portato a compimento con una struttura un po' atipica e che potrebbe far storcere il naso ad alcuni.
Rabbids Land è infatti un gioco da tavolo digitale da giocare con GamePad e console invece che con pedine e tabellone. Una formula stravagante e, almeno all'inizio, inesplicabile, ma che non è poi così originale. La stessa cosa accadeva in Mario Party con l'unica differenza che se Mario è come il gioco dell'oca, veloce, dinamico e con un tracciato da affrontare tutti insieme uno contro l'altro, Rabbids Land è un po' come il Monopoli, un gioco di logoramento che richiederà tempo per essere interiorizzato.
Alla prima partita ci si ritrova di fronte a una sorta di scacchiera circolare formata da due anelli concentrici e un cerchio centrale, che funge da partenza e da traguardo. Gli anelli sono collegati da dei ponti che li collegano, lasciando il giocatore libero di passare da uno all'altro purché proceda in senso orario all'interno del tabellone, seguendo regole e vincoli esplicati da un tutorial lungo e un po' noioso. Al termine del tutorial il gioco catapulta il giocatore e la sua pedina sulla mappa di gioco, dove aspettare il proprio turno insieme ad altri tre personaggi, controllati da amici in carne e ossa o dalla CPU.
"Il gioco si risolve in più round in cui i quattro personaggi tirano a turno il proprio dado e avanzano nelle caselle prestabilite"
Il gioco si risolve in più round in cui i quattro personaggi tirano a turno il proprio dado e avanzano nelle caselle prestabilite, proprio come accade nel Monopoli. Ogni casella porta in calce un simbolo, una piccola icona colorata che raffigura una diversa attività o, se preferite, una diversa tipologia di gioco. Finite sulla casella quiz e dovrete rispondere a una domanda di cultura generale per guadagnare punti. Finite sulla casella oggetto e potrete guadagnare un gadget da utilizzare nei prossimi turni, e così via. Si tratta di piccoli divertissement che servono a ridurre i tempi morti tra un tiro e l'altro, fino a quando non si riuscirà a imbroccare il tiro giusto e capitare su una casella minigioco. In tal caso sarà finalmente possibile affrontare un minigame casuale.
Il risultato finale di questa impostazione non è dei migliori. Le prime prove non sono affatto divertenti e solo quando finalmente si riesce a raggranellare un po' di gente con cui giocare le cose si fanno interessanti. La meccanica diventa più dinamica, si trascorre il tempo a passarsi il joypad di mano in mano, a prendere in giro i Rabbid, a colpirsi coi vari oggetti e vincere i vari bonus su cui l'intero gioco si fonda.
Vincere una partita di questo bizzarro gioco da tavolo digitale vuol dire riuscire a completare il maggior numero di attività/quiz/minigiochi. Ogni attività portata a buon termine, ogni minigioco vinto, ogni batosta inflitta ai Rabbid avversari, vi farà guadagnare dei trofei. Vince chi raggiunge il limite preimpostato di trofei (si sceglie all'inizio della partita) e torna al traguardo. Il problema sta nel fatto che è possibile rubare i trofei degli avversari o fargliene perdere uno quasi con ogni bonus, ribaltando così le sorti della partita. Una meccanica che in sé non è negativa ma che risulta così mal bilanciata che alcune partite finiscono per durare pochi minuti, mentre altre durano ore a furia di rubarsi trofei a vicenda.
"I minigiochi da affrontare sono divertenti e ben curati"
Se la sezione più “strategica” non fa quindi impazzire, il piatto forte non delude perché i minigiochi da affrontare (quando e se finirete sulla casella giusta) sono divertenti e ben curati, sviluppati per sfruttare tanto il GamePad che il WiiMote.
Mentre il primo giocatore utilizza infatti il nuovo controller del Wii U e il rispettivo display, il secondo può darsi da fare ostacolandolo col WiiMote. Ad esempio, in un minigioco ci siamo trovati a dover ricalcare dei disegni su un appezzamento di terra per dar vita a delle aiuole. Mentre il primo giocatore utilizzava lo stilo per disegnare, il secondo si occupava di muovere un Rabbid spazzino e cancellare le linee dal terreno, utilizzando una copia della mappa visualizzabile sul televisore.
La maggior parte dei minigiochi sono di questo tipo e si basano su azioni di disturbo verso il giocatore col GamePad. Peccato che si possa giocare solo in due alla volta, creando automaticamente negli esclusi una certa noia tra un turno e l'altro. Gli sviluppatori hanno sì tentato di spettacolarizzare Rabbids Land, fornendo sullo schermo anche informazioni relative alla partita, quasi fosse un match di football, ma purtroppo con scarso successo. L'alternanza tra divertimento e attesa continua dunque imperterrita ed è amplificata se non siete in compagnia.
"La maggior parte dei minigiochi si basano su azioni di disturbo verso il giocatore col GamePad"
Il più grande neo del gioco sta però nella mancanza di vere e proprie modalità secondarie e, anche voleste dedicarvi a un singolo minigioco, per farlo dovrete forzatamente averlo affrontato almeno una volta nel corso della modalità da tavolo. Non proprio il massimo per una veloce partita in solitaria. Se siete stati così fortunati da riuscire a sbloccarne qualcuno, potrete però cimentarvici, tentando di trovare anche le tre monete nascoste in ogni minigioco, utili ad avere accesso ai filmati extra di cui è riempito il DVD di Rabbids Land. Si tratta di una serie di scenette divertenti con diverso tema, tutte con protagonisti i Rabbid. Piccoli corti che, come in un canale di YouTube (vi avevamo detto che avremmo chiarito) è possibile vedere e rivedere, anche se difficilmente li guarderete più di una volta.
Com'è quindi Rabbids Land? Strano, atipico e a tratti anche noioso. Lo sforzo degli sviluppatori di adattare le meccaniche di gioco alla console di Nintendo è stato considerevole ma non del tutto riuscito. Se il gioco non è affatto mal sviluppato a livello tecnico, si nota fin da subito che il cuore del gameplay non è stato ben studiato. Anche in compagnia ci sono troppi tempi morti, troppi momenti noiosi e poca, pochissima azione.
Un handicap non da poco per un gioco che, per quanto provi a proporsi come una versione digitale di un gioco da tavolo, risulta essere un diversivo da un paio d'ore per ingannare il tempo e nulla più.