BioShock Infinite - review
Siamo emersi dagli abissi di Rapture solo per rimanere imprigionati tra i cieli di Columbia.
È solo per caso che poche ore prima di iniziare la mia run con BioShock Infinite mi trovassi comodamente sdraiato sul divano, a godermi un documentario su Stanley Kubrick. Come a volte mi capita coi film del famoso regista, durante la visione mi ero inconsciamente e lentamente isolato dalla realtà e non sentivo nemmeno più le parole del narratore. Tutta la mia concentrazione si era rifugiata nella perfezione di ogni scena, di ogni inquadratura e di ogni set che veniva mostrato. La moquette di Shining, le prospettive di 2001 Odissea nello Spazio, il Korova Milk Bar di Arancia Meccanica, soddisfacevano completamente i miei sensi e non lasciavano spazio ad altro.
Ci sono registi diversi, diversi dagli altri, registi talmente attratti dal bello che vogliono mostrarlo in ogni scena, imprimerlo in ogni millimetro di pellicola. Pensate anche al Dario Argento dei primi anni, a Chan-wook Park di Lady Vendetta e Old Boy. Dopo aver portato a termine BioShock Infinite non ho dubbi: questo tipo di sensibilità, magari in misura minore o solo in forma più grezza, è un dono che possiede anche Ken Levine.
Dopo aver dato tutto se stesso col capolavoro di BioShock, spremuto a dovere con un seguito logico per chi ci mette i soldi ma meno per chi deve poi addentarlo, Ken Levine riprende le redini della serie con BioShock Infinite.
"Columbia non è corrotta come la Rapture dei primi due titoli, ma è ben cosciente delle diseguaglianze del suo sistema sociale"
E il risultato è qualcosa di cui si parlerà ancora per molto tempo. Perché malgrado tutto, BioShock Infinite è forse uno dei giochi più belli che voi possiate mai visitare, qualcosa che probabilmente vi rovinerà anche le vacanze estive perché non importa quanto possiate pagare, nessuna agenzia di viaggi può portarvi in alto quanto questa avventura.
Columbia, la città volante in cui è ambientato BioShock Infinite, è un luogo di scoraggiante bellezza. Columbia non è corrotta come la Rapture dei primi due titoli ma è ben cosciente delle diseguaglianze del suo sistema sociale, inoltre non è fatta ad immagine e somiglianza del suo costruttore ma nella sua monumentalità si nascondono idee e valori. Un luogo completamente diverso che non a caso abbandona gli abissi del pacifico per prosperare nei cieli.
Nel costruire Columbia il team di BioShock Infinite ha dato davvero tutto. Non c'è scena, non c'è un'angolazione che non prenderà per le palle il giocatore fino a quando non spalancherà la bocca, gorgogliando stupore. Nel suo incessante progredire, la trama del gioco vi porterà a visitare innumerevoli luoghi, tutti diversi, tutti costruiti con una cura al dettaglio che lascia senza fiato. Quando il ritmo del gioco accelera, lo spaesamento è tale che a ogni ambientazione ho avuto come la sensazione di risvegliarmi da un sogno.
"Questa volta la tipica giocabilità dei lavori di Ken Levine ha molto meno spazio per esprimersi"
In questo peregrinare tra le vie di Columbia ci sono delle costanti: i palazzi che sorgono dalle nuvole e che galleggiano lentamente come fossero barche parcheggiate ai lati di una banchina, appoggiandosi sonnocchiosamente a immensi palloni aerostatici. Columbia è la città dei mille comignoli, infilzati da binari luccicanti che si perdono nel cielo, macchiata dai borbottii fumosi di fabbriche e focolai; la città dei tetti d'oro e delle immense statue, compresa quella in cui è nascosta la ragazza che noi, investigatori privati di una realtà ben diversa, dovremo trarre in salvo.
BioShock Infinite sembra ambientato a cavallo di due, tre mondi e la sua trama sembra voler inforcare tutte queste varianti. C'è la favola con la principessa nel castello, si sorvolano temi come schiavismo e diritti dei lavoratori, ci sono spunti di noir e poi c'è la nostra realtà, che emerge dal videogioco in molti modi con delle musiche rimasticate nel tempo, scorci di noi su cui non voglio dilungarmi oltre per non togliervi il gusto di scoprirli di persona.
Quante cose vorrebbe dirci Ken Levine, quanti temi vorrebbe proporci... ma niente in fondo è trattato con la giusta profondità. Nel 2013 è ancora difficile convincere qualcuno a spendere la cifra necessaria per sviluppare un titolo di questa qualità ma con meno sparatorie e una trama molto più incisiva. BioShock Infinite è costretto suo malgrado ad andare sul sicuro, vuole ma non può, ma è impossibile non apprezzare il gesto e lo sforzo immane.
"Nel costruire Columbia, il team di BioShock Infinite ha dato davvero tutto"
Molte delle quattordici ore che ho impiegato per vedere il finale del gioco sono ancora in circolo. Fatico a togliermi di dosso la bellezza di Columbia, rimugino sugli eventi e sullo psichedelico finale ma poco e niente è rimasto del gameplay.
Come gioco BioShock Infinite è una versione più rifinita di BioShock, ma questa volta la tipica giocabilità dei lavori di Ken Levine ha molto meno spazio per esprimersi.
Armi e poteri, per quanto ben realizzati, sono molto meno incisivi che in precedenza. Si fa fatica a capire cosa convenga aggiornare e perché, col risultato che spesso si conservano i soldi a disposizione per quella svolta futura che amaramente non si vedrà mai arrivare. Gli scontri a fuoco di BioShock Infinite sanno anche essere entusiasmanti, specialmente quando ci verranno messe a disposizione le ferrovie interne di Columbia, a cui potremo attaccarci tramite un apposito bracciale, sfrecciando tra i nemici e seminando panico e distruzione.
"Armi e poteri, per quanto ben realizzati, sono molto meno incisivi che in precedenza"
Ciò nonostante si spara e anche molto, specialmente nella seconda metà di gioco dove BioShock Infinite, da titolo tutto sommato piuttosto facile, si trasforma in uno shooter che necessita di una buona dose di strategia. L'azione si svolge in modo molto simile a quella vista e giocata in Bioshock 2, di cui questo gioco riprende il dinamismo. Non aspettatevi però di trovarvi alle prese con battaglie amientate in un vero e proprio open world: gli scontri di BioShock Infinite avvengono spesso in modo scontato, con i nemici che arrivano ad ondate più o meno regolari fino a quando non vi sarete sbarazzati di ogni minaccia. Prestate però attenzione, non sempre le forze dell'ordine di Columbia vi attaccheranno se voi non commetterete delle infrazioni.
Le armi a disposizione non sono molte e al contrario dei primi due Bioshock non è possibile modificarle in modo concreto. Mi spiego. Ci sono upgrade di diverso tipo, che permettono di aumentare il danno, diminuire il rinculo e ingrandire il caricatore di ciascuna tipologia di armi, ma sono cambiamenti a cui tutto sommato si può persino rinunciare.
I plasmidi di BioShock Infinite non sono legati a parte della trama come avveniva in passato, ma si accontentano di essere un semplice espediente per giustificare la presenza della magia. Come le armi anche i vari poteri a nostra disposizione potranno essere migliorati, ma anche qui ci ritroviamo davanti a una semplificazione importante di quanto visto nei primi due Bioshock. I poteri e i relativi effetti non sono però affatto male: potrete lanciare corvi famelici verso i vostri nemici, scagliarli lontano, agguantarli con un getto d'acqua, bombardarli di granate infuocate, farseli amici per qualche istante. Ogni potere può essere lanciato direttamente verso il nemico oppure (tramite una pressione più lunga del pulsante apposito) verso il terreno, a formare una trappola.
"BioShock Infinite è un'esperienza più lineare di quella vissuta col primo BioShock"
Non essendoci Big Daddy o nemici particolarmente importanti (se non legati alla trama e di conseguenza a delle tattiche particolari e uniche), il sistema di combattimento di BioShock Infinite non riesce mai a esprimersi al meglio ed è sicuramente un aspetto secondario nell'economia del gioco di Irrational.
Un'altra novità di BioShock Infinite è rappresentata dalla scomparsa delle famose “Camere della Vita” dove nei primi giochi si ricominciava in caso di morte. Ora le penalità sono sempre le stesse (si riparte con meno soldi e i nemici ancora in vita recuperano un po' di vita) ma tirando le cuoia si ripartirà semplicemente qualche metro prima dell'inizio dello scontro. Questa scelta può sembrare un modo per semplificare ulteriormente il gioco, ma vi assicuriamo che a livello difficile o scegliendo la modalità 1999, vi ritroverete più volte a benedire tale possibilità.
Strano a dirsi ma il lato action di BioShock Infinite appare persino superfluo. A volte, camminando tra la bellezza ci si chiede perché diavolo siamo costretti ad imbracciare un'arma tutto il tempo, anche quando il pericolo non è dietro l'angolo. Sarebbe stato bello poter prendere un po' di fiato per capire meglio il mondo circostante, affrontare situazioni complesse senza dover per forza avere un nemico di fronte.
"Un'altra novità di BioShock Infinite è rappresentata dalla scomparsa delle famose Camere della Vita"
Per gli stessi motivi BioShock Infinite è un'esperienza più lineare di quella vissuta col primo BioShock, ma talmente ben costruita che alla fine, titoli di coda sullo sfondo, vi lascerà senza fiato.
L'esplorazione di Columbia avviene senza intoppi se non quelli imposti dagli eventi, e c'è anche pochissimo spazio per il backtracking. Laddove è possibile girovagare un po' più liberamente, la scintillante ferrovia sospesa della città si rivelerà molto utile, e una volta agganciati sarà possibile spostarsi velocemente tra un posto e l'altro. Rimane il fatto che il più delle volte farlo sarà completamente inutile, visto che non ci sono missioni secondarie se non quelle legate a un paio di cifrari da trovare e a una manciata di porte inizialmente chiuse.
La trama raccontata con i soliti grammofoni, che qui acquistano un look molto più futurista, non è assolutamente importante come quella di Bioshock, ma si limita a descrivere solo una parte delle innumerevoli sottotracce che Ken Levine ha voluto ficcare nel suo gioco.
"BioShock Infinite è un peso massimo, spettacolare esponente di questa generazione di videogiochi"
Elizabeth, la ragazza da salvare e che vi ritroverete “tra i piedi” buona parte del tempo, è invece sicuramente uno dei compagni più piacevoli da avere accanto della storia recente. Non è necessario proteggerla durante i combattimenti, non si incastra da nessuna parte ma al contrario ci segue e ci anticipa in modo molto realistico, rimarcando spesso le nostre azioni con commenti e irresistibili espressioni facciali. Elizabeth non mancherà di aiutarci in alcune situazioni limite, tirandoci contro preziose muniziosi o monete d'argento che potremo utilizzare per migliorare il nostro inventario.
Sbavature, imperfezioni, ce ne sono, a seconda della piattaforma su cui giocherete avrete problemi di tearing, rallentamenti, anche su PC il gioco non sembra ottimizzato al 100%. Ma BioShock Infinite è talmente tanto che non me la sento di dargli un voto che possa anche solo per un istante allontanarvi da ciò che può offrire: un'esperienza travolgente, unica.
BioShock Infinite è un peso massimo, spettacolare esponente di questa generazione di videogiochi, da cui trae la qualità intrinseca dell'esperienza e di cui sfoggia complice anche quelli che per molti sono i difetti.
Ma c'è del cuore, ce n'è tanto.