Saints Row IV - review
I Santi prendono a schiaffi Prototype.
Durante lo scorso inverno la notizia della chiusura di THQ aveva gettato nello sconforto molti appassionati. Al di là del dispiacere per la perdita di un marchio storico dell'industry contemporanea, molti temevano che il bagaglio di franchise che da sempre aveva caratterizzato quest'azienda potesse scomparire. Come da copione, l'asta scatenatasi sulle proprietà intellettuali aveva salvato gioielli di famiglia tra cui spiccavano Company of Heroes e la serie Saints Row che in passato si era candidata, con un certo successo, a essere l'anti GTA per eccellenza.
Oggi siamo qui a testimoniare la prosecuzione di questo franchise che, seguendo le vicende societarie della casa madre, è sopravvissuto alla cancellazione in modo piuttosto inconsueto. Saints Row IV di base avrebbe dovuto essere il DLC ufficiale di Saints Row: The Third, originariamente intitolato Enter the Dominatrix. I Volition decisero però che l'idea era troppo buona per sprecarla con un DLC, ed ecco che il progetto divenne immediatamente la base di partenza per un nuovo capitolo della serie.
La storia inizia con l'elezione del leader dei Saints a Presidente degli Stati Uniti d'America; questo significa che il nostro psicopatico ha avuto modo di posizionare nei posti chiave dell'amministrazione tutti i degni compari di scorribande. Nel bel mezzo di una dichiarazione alla stampa su come ha deciso di salvare con un semplice clic il pianeta dalla fame nel mondo (ma poteva anche scegliere di trovare una cura per il cancro, diciamo che oggi gli girava così) ecco accadere l'inaspettato.
Una razza aliena decide di invadere la terra mandando all'aria i piani del boss di trasformare la Casa Bianca in un nightclub, imprigionandolo all'interno di una neurosimulazione interattiva che riproduce la Steelport di Saints Row 3. A salvarci da un breve interludio in cui veniamo obbligati a vivere la tranquilla vita di un americano medio degli anni Cinquanta tutto lavoro, famiglia e rispetto delle regole, penserà Kenzie, uno dei comprimari chiave di SR3, che ci farà da mentore per tutta la durata del gioco.
La trama è quindi imperniata sull'evolversi delle missioni principali, che vedono il giocatore impegnato a liberare i compagni di scorribande incontrati nei Saints Row precedenti (sì, c'è anche Johnny Gat) della prigione virtuale in cui sono tenuti, per poi cercare di mandare in crash la simulazione interattiva che gli alieni hanno bellamente copiato dalla sceneggiatura di Matrix.
"Una razza aliena decide di invadere la terra mandando all'aria i nostri piani di trasformare la Casa Bianca in un nightclub"
Una volta liberato un personaggio della serie potremo incontrarlo all'interno della navetta che fa da punto d'accesso alla simulazione e ottenere missioni opzionali che permettono di aumentare il conto in banca e le abilità del nostro personaggio. Non solo: quando le cose si fanno veramente toste, diciamo dalla metà del gioco in avanti, è consigliabile dare un colpo di telefono ai propri scagnozzi per materializzarli al nostro fianco (salgono in automatico sul veicolo dove ci troviamo) e farli partecipare alle missioni che non richiedono esclusivamente la nostra presenza, come sparatorie, inseguimenti e così via.
Il gameplay di base di Saints Row IV è quindi concettualmente molto simile a quello del predecessore: si scorrazza per le vie (o per i cieli) della città pestando passanti, rubando veicoli e scontrandosi con le forze aliene per conquistare i punti di controllo. Una volta che un'area è sotto la nostra influenza si guadagnano ogni ora punti che possono essere investiti in armi e munizioni, abiti e ogni genere di personalizzazione.
Non solo: le tre macroaree di cui è costituita Steelport sono tappezzate di punti d'interesse cui accedere, previo un minigioco di hacking, per rendere il più piacevole possibile la nostra permanenza nella simulazione. Ad armerie, officine, boutique d'alta moda e chirurghi plastici si alternano missioni opzionali in cui è possibile attivare degli eventi a punteggio o a tempo, che possono rimpinguare ulteriormente il nostro conto in banca.
Qui c'è veramente l'imbarazzo della scelta per il numero e la varietà di eventi: dal devastare qualsiasi cosa si muova a bordo di carri armati/navette/mech al correre a rotta di collo attraverso una serie di punti di controllo, al lanciarsi addosso alle vetture in corsa e farsi rimbalzare da un parabrezza all'altro. E ancora, arrivare in cima alle strutture aliene più alte che sovrastano la città entro un tempo limite, vincere competizioni di corsa, rubare veicoli particolari, eliminare personaggi specifici o usare la telecinesi per lanciare auto, persone e teste giganti di peluche verso aree ben precise dello schermo.
"Tutto quello che poteva venire in mente a dei game designer lasciati a briglia sciolta, è stato inserito"
Tutto quello che poteva venire in mente a dei game designer lasciati a briglia sciolta, una trama priva di alcuno scrupolo e di coerenza in un'ambientazione sandbox in cui è possibile lasciarsi andare all'anarchia più incontrollata, è stato inserito in Saints Row IV.
Fin qui non ci sono effettivamente molte differenze con Saints Row 3: il contesto di una Steelport liberamente reinterpretata dalla mente malata degli sviluppatori con fiumi digitali, passanti che si smaterializzano in cascate di byte e globi luminosi che appaiono nel cielo da cui arrivano alieni in forze, aiutano a dare all'azione un sapore diverso rispetto al predecessore.
Come al solito non mancano le possibilità di personalizzazione estetica e pratica dell'armeria e del garage a disposizione, che ora vede tutta una nuova serie di gingilli alieni entrare nell'equazione, anche se per farlo occorre dar fondo in modo molto consistente al proprio conto in banca.
Ma tutte queste novità da sole non sarebbero bastate a fare di Saints Row IV un gioco nuovo ed è per questo che i Volition hanno pensato, probabilmente dopo aver giocato abbondantemente ai due Prototype, di inserire due elementi in grado di aggiungere ulteriore entropia a un'ambientazione di gioco già di per sé piuttosto caotica, ovvero i superpoteri.
"Una volta sconfitti degli alieni troppo cresciuti denominati i Guardiani, ci verranno conferiti dei superpoteri"
Durante l'evolversi della trama principale, una volta sconfitti degli alieni troppo cresciuti denominati i Guardiani, ci vengono conferiti dei poteri attivi e passivi che potremo usare in concomitanza con le armi (anch'esse numerose e fuori di testa, in particolare quelle aliene) a nostra disposizione. Le abilità attive sono prettamente offensive, in particolare l'impulso di ghiaccio congelante, il pestone in grado di mandare a gambe all'aria tutti gli avversari o una barriera di fuoco che ci avvolge permettendoci di correre in mezzo alla folla e appiccare il fuoco a nemici e passanti. Il più divertente è sicuramente la telecinesi, che permette di scagliare veicoli o corpi addosso a chiunque e che rende gli scontri un vero e proprio delirio di carcasse e cadaveri volanti.
Anche le abilità passive sono piuttosto utili perché cambiano il modo in cui ci si sposta e si combatte: è sempre possibile rubare un veicolo o farsene recapitare una direttamente sul posto ma una volta che ci si abitua alla velocità nella corsa, ai super salti e alla possibilità di planare da grandi altezze, aumentano le varianti al gameplay originale e quindi il divertimento che deriva dal loro utilizzo riesce, almeno in parte, a bilanciare la sensazione di "more of the same" di cui avevamo parlato poc'anzi.
Tutto questo basterebbe a dipingere il quadro di un gioco assolutamente spassoso e da non perdere per gli appassionati del genere sandbox: purtroppo però ci sono alcuni difetti che penalizzano la valutazione complessiva di Saints Row 4. Il primo è rappresentato, e fa quasi specie dirlo, da una certa ripetitività del gameplay.
"La città è la stessa di Saints Row: The Third nascosta sotto un pesante strato di make up"
Oltre al fatto che la città è la stessa di Saints Row: The Third nascosta sotto un pesante strato di make up, il problema è rappresentato dalla composizione delle missioni principali e opzionali. Si tratta solitamente di una sequenza di quattro o cinque fasi che ogni tanto culminano in una prova finale espressamente ideata per l'occasione, come quelle che potete vedere nel filmato sottostante.
Il problema è che per arrivarci vengono quasi sempre riproposti gli eventi opzionali che abbiamo descritto poc'anzi e che si possono affrontare semplicemente girovagando per la mappa. Inizialmente questo non è un problema ma a lungo andare l'attività tende a stancare, lasciando la sensazione che si tratti di uno stratagemma per allungare il brodo e sopperire alla mancanza di un gameplay strutturato che renda ogni missione, in particolar modo quelle opzionali, diversa dall'altra.
La serie di Saints Row è nota per l'approccio estremamente nonsense alle situazioni che altri titoli sandbox, come GTA, hanno invece sempre mantenuto entro i binari di un realismo perlomeno plausibile. Saggiamente i Volition hanno proseguito sulla strada dei dialoghi da adulti e di quella comicità caciarona fatta di insulti, cazzotti e riferimenti sessuali assolutamente espliciti che hanno fatto la fortuna della serie.
L'impressione è stavolta che i Volition abbiano alzato un po' il piede dall'acceleratore con cutscene, dialoghi e situazioni di gioco non all'altezza dei precedenti: in pratica, tre o quattro volte abbiamo riso di gusto, qualche altra abbiamo ghignato, e in più di un'occasione siamo passati oltre, segno che il livello qualitativo non è costante a prescindere o meno dalla presenza di dildo giganti con cui prendere a mazzate i passanti.
"Il gioco è penalizzato da texture non proprio all'ultimo grido e modelli poligonali altrettanto vecchiotti"
Buon ultima troviamo la non eccelsa realizzazione tecnica: per quanto riguarda la versione PC da noi testata, ci si accorge subito che il gioco è penalizzato da un look piuttosto datato a causa della presenza di texture non proprio all'ultimo grido, che si accompagnano a modelli poligonali altrettanto vecchiotti. In realtà è molto probabile che per riuscire a far girare il tutto su console, soprattutto in occasione degli scontri con decine di nemici ed NPC a schermo (e relative esplosioni), gli sviluppatori non abbiano avuto altro modo di tenere alto il frame rate se non risparmiando sulla complessità delle scene.
Ne deriva un gioco non eccezionale da vedere anche spingendo al massimo il livello di dettaglio, ma almeno sempre fluido anche su PC non particolarmente potenti, segno che il porting da console a PC è stato pressoché diretto. Tanto di cappello invece sul fronte dell'audio: una colonna sonora ben assortita riempie l'abitacolo di auto e navicelle spaziali mentre le cutscene sono caratterizzate da una buona quantità di dialoghi, interpretati anche da attori di grido che nella versione italiana sono stati sottotitolati.
In definitiva, Saint's Row IV è un buon gioco che prosegue sulla falsariga del suo predecessore garantendo parecchie ore di divertimento a chi adora svagarsi alla faccia del più comune senso della morale. Per arrivare alla fine tra missioni primarie ed opzionali occorrono almeno una ventina di ore di gioco abbondanti: la possibilità di affrontarlo da soli o in compagnia nella modalità cooperativa con un amico rende questo quarto capitolo una valida offerta per chi adora la serie e non vede l'ora di ricominciare ad assumere dosi pesanti di anarchia digitale.
I superpoteri sono un'innovazione gradita che riesce a non far sembrare Saints Row IV un clone troppo sfacciato di SR3. Permangono tuttavia delle magagne che gl'impediscono di arrivare alle vette del genere free roamer. L'operazione di riciclaggio della città introdotta in Saints Row 3 è piuttosto fastidiosa e si accompagna a un comparto video sicuramente figlio delle necessità contingenti che hanno obbligato i grafici a tener conto più dei limiti delle console attuali che dei punti di forza dei moderni Home Computer.
Peccato che i Volition si siano fatti prendere la mano finendo con il riciclare attività per missioni secondarie che invece avrebbero necessitato di uno scripting dedicato per renderle funzionali alla trama. In ogni caso, se da anni siete fan della serie aggiungete un punto al voto finale e fatelo vostro al Day One; tutti gli altri appassionati di free roamer lo tengano pure in caldo nel caso il prossimo 17 settembre succeda l'impensabile.