Crusader Kings II: The Old Gods - review
La divinità della strategia arrivano sui nostri pc.
Il supporto dato dagli sviluppatori a Crusader Kings II ad oltre un anno dalla sua uscita rende automatica la risposta alla domanda relativa al valore di questo titolo: epico, coinvolgente, storicamente accurato sono tutte qualità che potrei snocciolarvi senza alcun timore di essere smentito.
Il punto, in questo caso, è quindi solo di capire se quest'ultima espansione meriti i non proprio pochi denari (€ 14,99) necessari per il suo acquisto e quanto la sua installazione modifichi concretamente l'esperienza complessiva.
Sicuramente una delle variazioni che balzano subito all'occhio attento dello stratega è l'ampliamento della time line temporale con non più l'anno 1000 come punto di riferimento, ma l'867 d.C., giusto in tempo per trovarci dalle parti di vichinghi, britannici e pagani assortiti.
Il riferimento ai pagani è peraltro quanto mai calzante: come avrete avuto modo di intuire dal titolo stesso dell'espansione, uno dei temi dominanti a questo giro è infatti proprio quello religioso, con l'aggiunta di tutta le dinamiche politiche e sociali che l'appartenenza ad una fede potevano determinare in un panorama complesso come quello dell'Europa medievale.
Se però state pensando a momenti di pace e fraternità avete sbagliato titolo: qui la religione è solo la miccia in grado di scatenare l'esplosione di tutta una serie di conflitti fra nazioni confinanti e non, con alleanze, invasioni e annessi vari legati unicamente all'appartenenza (spesso di facciata) ad un preciso credo.
"Qui la religione è solo la miccia in grado di scatenare l'esplosione di tutta una serie di conflitti"
Vestire ad esempio i panni di paesi non appartenenti alla fede cattolica modifica in maniera sostanziale le abitudini di gioco fin qui assimilate: non più commercio e diplomazia, ma guerra senza quartiere, alla ricerca dei casus belli più disparati al fine di poter muovere il proprio esercito all'attacco.
L'ozio infatti in questo espansione non premia e qualora voleste tentennare nell'attesa di cogliere il momento migliore per poter muovere le vostre truppe, potreste addirittura incappare in alcuni malus causati dalla cattiva fama che vi procurerete presso i vostri vassalli.
Apro qui una piccola parentesi relativa all'approccio al gioco: se nelle prime iterazioni il livello di sfida poteva risultare sicuramente proibitivo per il giocatore medio, le successive aperture conseguenti alle varie espansioni hanno reso il gameplay di Crusader Kings II decisamente più flessibile, permettendo quindi interpretazioni in grado di premiare anche comportamenti non storicamente "adeguati".
"Cambiamenti minori riguardano l'albero tecnologico e la gestione delle 'idee'"
Se dal mio punto di vista questo è sicuramente un bene per l'intero pacchetto, tanto più che anche senza comprare l'espansione chiunque può fruire di miglioramenti sostanziali sotto forma di aggiornamenti gratuiti, i puristi potrebbero tuttavia storcere il naso visto il possibile abbassarsi dell'aderenza storica dell'intera esperienza.
Detto questo, il consiglio è quello di non cercare la strada più facile per ottenere la vittoria, ma di vivere Old Gods come una scatola aperta dove poter creare la propria storia assecondando quanto più possibile quelle che sono le inclinazioni del paese di partenza scelto. Consigli ovviamente, non certo imposizioni, ma che ritengo possano alzare ulteriormente l'asticella della qualità di questo titolo.
Tornando invece alle novità introdotte, altro aspetto che muta in parte l'approccio alla gestione economica è la possibilità, sempre per i paesi pagani, di effettuare dei raid nella nazioni che via via cadranno sotto il vostro dominio.
"Guidare paesi non appartenenti alla fede cattolica significa non più commercio e diplomazia, ma guerra senza quartiere"
In questo modo potrete mungere le grasse mucche dell'Europa Occidentale rimpinguando le vostre casse con quelle risorse con cui poter sostentare un'economia difficilmente basata sul libero scambio; come sempre ogni azione provoca una conseguenza, ma non sfruttare le possibilità messe a disposizione del gioco potrebbe causare qualche problema nel lungo periodo.
Cambiamenti minori riguardano l'albero tecnologico e la gestione delle "idee", dove l'evoluzione tecnica risulta meno dipendente dal caso e più legata alle vostre scelte di finanziamento, la maggiore frammentazione dell'Europa con la possibilità di "suggerire in modo gentile" ai paesi confinanti la religione da seguire e le difficoltà, sempre per i paesi nordici, legate alla successione qualora vi trovaste regnanti con una prole troppo ampia.
Per il comparto tecnico sprechiamo poche parole in quanto i cambiamenti, come era logico attendersi, non sono tali da meritarsi una menzione d'onore; rimane la solita interfaccia pulita e funzionale e la grafica che richiama in maniera piacevole le cartine geografiche che vi sarà sicuramente capitato di vedere in qualche libro di storia alle superiori.
Niente italiano a questo giro, ma un inglese la cui comprensione va poco oltre ad un livello che potrei definire scolastico, sebbene qualche passaggio richieda sicuramente uno sforzo di comprensione maggiore.
Se vi state affacciando per la prima volta al mondo di Crusader Kings II, quest'ultima espansione potrebbe essere la leva decisiva per decidere di portarvi a casa il gioco originale e tutti i vari pacchetti usciti nel tempo; nel caso opposto, se avete già amato il titolo Paradox nelle precedenti iterazioni, credo proprio che non potrete non acquistare anche questa nuova uscita capace di allungare oltremisura l'intera esperienza.