Beyond: Due Anime - review
Più di un film, più di un videogioco.
Mentre scriviamo, sul televisore scorrono ancora i titoli di coda di Beyond: Due Anime. Lo abbiamo giocato tutto d'un fiato, respirando a pieni polmoni l'atmosfera che David Cage ha voluto creare per noi, giocatori affamati di esperienze nuove e coinvolgenti. E questa, possiamo assicurarvelo, è un'esperienza che dev'essere vissuta.
Anni fa Cage e il suo team di sviluppo iniziarono un percorso per cercare di creare un nuovo modo di raccontare storie, una narrazione interattiva che unisse il mondo del cinema a quello dei videogiochi. I risultati ottenuti con Fahrenheit convinsero solo in parte critica e pubblico, complice l'inspiegabile virata verso l'assurdo che una trama inizialmente convincente prendeva a metà della storia.
Con Heavy Rain, forte della potenza di calcolo della PlayStation 3, il director e game designer alzò ulteriormente l'asticella dando vita all'evoluzione di Fahrenheit e di quel modo di narrare storie interattive. Pur soffrendo ancora verso il finale, la trama di Heavy Rain era ben più matura e sostanziosa, ma la maturità dell'esperienza era stata raggiunta a caro prezzo, sacrificando una buona fetta di gameplay sull'altare della cinematografia.
Oggi con Beyond siamo testimoni di un grande passo avanti fatto da Cage e dal suo staff. Il titolo di Quantic Dream, infatti, rappresenta un traguardo importante per il percorso svolto dagli sviluppatori, oltre a sottolineare ancora una volta quanto l'attuale generazione di console abbia saputo offrire ai giocatori che hanno creduto in essa.
Beyond racconta la storia di Jodie Holmes, una ragazza da sempre legata a una misteriosa entità soprannaturale che ha condiviso con lei ogni singola esperienza della vita. Jodie è un personaggio forte, forgiato da una vita di avversità e da eventi importanti che ne hanno segnato la personalità e il carattere. Eventi che nel corso dell'avventura il giocatore vivrà in prima persona, sperimentandone tutta la carica emotiva.
"È inevitabile notare un forte legame con Heavy Rain"
Se vi state chiedendo quanto Beyond sia simile ad Heavy Rain in termini di struttura, sappiate che è inevitabile notare un forte legame tra i due titoli dello studio, ma i passi avanti compiuti sia dal punto di vista narrativo che da quello ludico sono decisi e innegabili.
Esattamente come Heavy Rain, Beyond non è un gioco tradizionale, di quelli che possono essere divisi in modo netto tra storia e gameplay. In Due Anime la trama è legata indissolubilmente alle azioni del giocatore, non solo nei classici bivi che abbiamo imparato ad apprezzare in tanti altri titoli (The Walking Dead, The Witcher 2 e Black Ops 2, tanto per citare alcuni esempi che hanno lavorato ottimamente in tal senso), ma anche in dettagli apparentemente insignificanti che però sono in grado di modificare drasticamente il corso degli eventi.
Vivendo la storia di Jodie, i suoi drammi adolescenziali, le sue ferite d'infanzia e ogni singolo passo che la porta più vicino alla scoperta della verità sul proprio passato e sui propri poteri, il giocatore è costantemente messo al centro dell'esperienza, occupando di fatto il ruolo di regista inconsapevole.
La vita di Jodie è un tormentato puzzle di emozioni contrastanti che Cage ha scelto di raccontare in ordine sparso, dividendo il copione in 26 capitoli da vivere senza sottostare alla sequenzialità tradizionale. Le dieci ore abbondanti che accompagnano verso uno dei numerosi finali di Beyond sballottano il giocatore avanti e indietro nel tempo, costringendolo a mettere insieme i pezzi della storia un po' come accadeva in Memento, acclamata pellicola cinematografica dal montaggio non lineare.
"Cage è riuscito a creare una struttura dai ritmi quasi sempre perfetti, una giostra di sentimenti da cui è davvero difficile staccarsi"
Grazie a tale scelta narrativa Cage è riuscito a creare una struttura dai ritmi quasi sempre perfetti, dosando con attenzione le scene d'azione tipiche della vita adulta di Jodie, i tormenti adolescenziali e l'innocenza dell'infanzia, e creando una giostra di sentimenti da cui è davvero difficile staccarsi.
Tutto questo è accompagnato da un gameplay in parte derivato da Heavy Rain, in parte totalmente nuovo. Se è vero che le dinamiche esplorative e l'interazione con oggetti e persone ricordano molto da vicino quelle del precedente titolo dei Quantic Dream, la gestione delle scene d'azione a base di QuickTime Event si è evoluta in una forma simile ma ben più gratificante.
Durante le numerose scene dinamiche di Beyond, infatti, i momenti in cui il giocatore può intervenire vengono sottolineati da un improvviso rallentamento dell'azione (in perfetto stile Bullet Time) durante il quale è necessario osservare attentamente i movimenti di Jodie e assecondarli premendo la giusta direzione con lo stick analogico destro.
Tutto questo si traduce nella scomparsa delle icone dei tasti su schermo (comunque utilizzate in molte altre occasioni) e, soprattutto, nella necessità di prestare particolare attenzione a ciò che accade su schermo e non all'eventuale interfaccia .
"Tutto questo si traduce nella scomparsa delle icone dei tasti su schermo e nella necessità di prestare attenzione a ciò che accade su schermo"
A questo si affiancano alcune dinamiche nuove di zecca che rappresentano il vero cuore del gioco. La prima è rappresentata proprio dal personaggio di Aiden, questo è il nome dello spirito di cui vi abbiamo già accennato, che è in tutto e per tutto il co-protagonista del gioco e gode di un gameplay unico studiato appositamente per sfruttarne le particolari caratteristiche. Essendo uno spirito, infatti, Aiden può passare attraverso i muri, volare e interagire con oggetti e persone in modo più o meno violento.
Sfruttando i comandi base è possibile passare da Jodie ad Aiden tramite la semplice pressione del tasto Triangolo, permettendo così di affrontare ogni genere di situazione e trasformando la giovane protagonista magistralmente interpretata da Ellen Page in una specie di super-eroina capace di qualsiasi cosa.
Grazie all'aiuto di Aiden, infatti, Jodie può sopravvivere a cadute da altezze vertiginose, deviare le pallottole, strangolare a distanza eventuali bersagli ostili, aprire ogni genere di porta ed esibirsi in mille altri giochetti che tanto farebbero comodo a lavoro, a casa o, perché no, su un campo di battaglia.
Questo si traduce in un gameplay asimmetrico che Heavy Rain non è mai stato in grado di offrire, oltre a garantire una vasta gamma di possibilità e di strade da esplorare. La scelta di creare due personaggi diversi ma indissolubilmente legati come Jodie e Aiden, inoltre, ha permesso ai programmatori di inserire una modalità multiplayer fruibile anche dai giocatori meno esperti.
"Il personaggio di Aiden può essere controllato attraverso un secondo controller Dual Shock 3 o affidandosi allo schermo touch di un eventuale tablet"
Il personaggio di Aiden, infatti, può essere controllato indifferentemente attraverso un secondo controller Dual Shock 3 o affidandosi allo schermo touch di un eventuale tablet precedentemente sincronizzato con la console.
Questa dinamica particolare offre il meglio di sé durante le sessioni stealth del gioco, che pur contando su un sistema di controllo essenziale e su un'IA praticamente assente, riescono a coinvolgere quasi quanto i campioni del genere.
L'altra caratteristica che rende unico Beyond è l'assenza del classico Game Over. A prescindere dai risultati ottenuti dal giocatore, infatti, la narrazione non si ferma mai ma al contrario si adatta a ciò che accade su schermo, modificandosi di conseguenza. Le uniche occasioni in cui viene chiesto di ripetere una sequenza non andata a buon fine sono legate all'addestramento della protagonista che, come tale, prevede la presenza di istruttori zelanti che vogliono solo il meglio dalla propria allieva.
In qualsiasi altra circostanza Beyond si comporta dunque come un fiume inarrestabile, lasciando sempre al giocatore il dubbio di cosa sarebbe potuto accadere se non si fosse sbagliato quel QTE o se si fosse presa una decisione differente.
"Beyond si comporta dunque come un fiume inarrestabile, lasciando sempre al giocatore il dubbio di cosa sarebbe potuto accadere"
Tutto ciò s'incastra all'interno di un ingranaggio di eccezionale bellezza che, in modo molto più fluido e convincente di quanto non accadesse in Heavy Rain, porta a una quantità impressionante di finali. E stiamo parlando di finali veri, con differenze importanti e intere sequenze opzionali.
Dopo aver sciolto i nodi relativi al gameplay passiamo al comparto tecnico di Beyond, a cui si deve gran parte del coinvolgimento garantito dal gioco. Pur mostrando il fianco ad alcune critiche per via del caricamento lento di alcune texture, di una serie di fenomeni di pop-up e di alcuni rallentamenti, la grafica di questa perla di Quantic Dream lascia a bocca aperta, in particolar modo durante i dialoghi.
Una simile espressività non era stata raggiunta nemmeno da L.A. Noire e gran parte del merito va alla tecnologia che ha permesso al team di eseguire scansioni dettagliate di ogni centimetro del corpo degli attori impegnati nelle sessioni di motion capture. La stessa peraltro usata da James Cameron nel film Avatar.
Questo, unito alla scelta di David Cage di far recitare agli attori ogni singola scena su un vero e proprio set virtuale, in presenza di tutte le comparse, ha fatto sì che i personaggi di Beyond, pur essendo semplici modelli poligonali, "escano dallo schermo" trasmettendo ogni singola emozione con tutta la forza necessaria.
"La parte del leone spetta naturalmente a una magistrale Ellen Page, affiancata da un titanico Willem Dafoe"
La parte del leone spetta naturalmente a una magistrale Ellen Page, affiancata da un titanico Willem Dafoe, i cui personaggi emergono sul resto del cast grazie alle interpretazioni dei rispettivi attori. La loro incredibile prestazione appare ancor più ricca ascoltando i dialoghi in lingua originale, ma va comunque sottolineato che sia l'adattamento che il doppiaggio italiani sono di primissimo livello, superiori perfino a quelli del già ottimo The Last of Us.
Non è un caso, infatti, che i modelli poligonali di Jodie e del dottore interpretato da Dafoe appaiano molto più curati degli altri, con Jodie a occupare il gradino più alto del podio in quanto a qualità della realizzazione e quantità di dettagli.
Durante il corso dell'avventura vedrete la ragazza sfoggiare abiti e acconciature di ogni genere e sottolineare i propri stati d'animo con una varietà di animazioni a dir poco impressionante e che mai prima d'ora avevamo potuto apprezzare per un unico personaggio.
E questa volta, per fortuna, anche la trama riesce a reggere la scena fino all'ultimo, complice una sceneggiatura che fa della componente paranormale tanto cara a Cage una parte fondamentale della propria struttura.
Raramente capita di trovare un gioco capace al tempo stesso di divertire e di emozionare. Nell'attuale generazione di console abbiamo avuto la fortuna di vivere un numero importante di esperienze di primissimo livello, molte delle quali appartengono esclusivamente alla PlayStation 3. Se non avete ancora comprato la console di Sony, non esiste momento migliore di questo per fare il grande passo.