Deus Ex: Human Revolution Director's Cut - review
Il cyberpunk arriva su Wii U.
Due anni dopo l'uscita di Deus Ex: Human Revolution siamo qui a parlare della Director's Cut del titolo sviluppato da Eidos Montreal, nata in parte grazie alla valanga di feedback dei fan e, soprattutto, per portare il gioco anche su Wii U.
Quando la versione originale di Human Revolution approdò nei negozi, infatti, furono davvero in molti a notare la scarsa attinenza dei boss fight con le atmosfere del gioco, visto che nella maggior parte dei casi erano stati pensati per essere affrontati a testa bassa e ad armi spianate.
Un simile approccio fece storcere il naso alla maggioranza dei fan della serie, proprio perché andava contro il concetto di libertà di approccio che il franchise di Deus Ex era sempre stato in grado di offrire.
In un titolo dove potenzialmente si può completare l'avventura anche solo sfruttando la diplomazia o le conoscenze informatiche, il fatto di doversi per forza affidarsi a piombo ed esplosivi per liberarsi di alcune minacce nemiche, era quanto meno inappropriato.
Due anni di lavoro sono serviti al team di sviluppo per realizzare la versione riveduta e corretta del progetto originale e, anche se non tutti i difetti sono stati risolti, il risultato finale rende giustizia a un titolo appassionante, maturo, ricco di atmosfera e colpevolmente snobbato da troppe persone.
Ma andiamo con ordine e raccontiamo un po' di Human Revolution a chi non ne ha mai sentito parlare. In sostanza ci troviamo di fronte a un prequel del glorioso Deus Ex, ambientato in un futuro non troppo lontano in cui gli innesti cybernetici stanno iniziando a diffondersi tra il malcontento dei puristi (i sostenitori del corpo umano libero da condizionamenti meccanici) e gli immancabili giochi di potere che si scatenano attorno a cambiamenti di tale portata.
"Due anni di lavoro sono serviti al team di sviluppo per realizzare la versione riveduta e corretta del progetto originale"
In questo contesto si inserisce la storia di Adam Jensen, ex-SWAT dimessosi in seguito a uno scandalo e riciclatosi come responsabile della sicurezza presso le Sarif Industries, note proprio per il loro impegno nel settore delle tecnologie cybernetiche.
In seguito a un attacco alla sede centrale della Sarif, Jensen viene gravemente ferito e si ritrova suo malgrado dotato di un gran numero di impianti bionici gentilmente offerti dal suo datore di lavoro (chi ha detto Robocop?).
La trama di Human Revolution si svolge 6 mesi dopo l'attacco in questione, con un Jensen appena tornato sul posto di lavoro e impegnato, ovviamente, nella complessa indagine che lo porterà dritto dai responsabili della sua condizione.
Già nella sua versione originale questo terzo capitolo di Deus Ex aveva dimostrato di essere perfettamente in grado di tenere alto il nome della serie (e di lavare via i ricordi non proprio entusiastici di Invisible War), offrendo ai giocatori la possibilità di scegliere in totale autonomia se approfondire o meno i dettagli sul passato del protagonista (principalmente attraverso un buon numero di missioni secondarie) e, soprattutto, di valutare diversi approcci sfruttando un ricco sistema di crescita a base di potenziamenti cybernetici.
A seconda delle velleità del giocatore impegnato con l'avventura di Human Revolution, infatti, era possibile intervenire sul corpo di Jensen per abilitare la visione oltre le pareti o per aumentare la potenza di braccia e gambe, ma ci si poteva anche concentrare sull'aspetto sociale o puramente investigativo con potenziamenti utili durante gli interrogatori o in grado di ampliare la competenza nell'aggiramento dei dispositivi elettronici.
"Con questa Director's Cut gli sviluppatori hanno cercato di soddisfare le richieste dei fan"
Tutto questo non era stato inserito dal team di sviluppo come un semplice orpello ma si rivelava utile durante le missioni che, di fatto, offrivano diversi modi per portare a termine gli incarichi. A seconda del tipo di equipaggiamento e di potenziamenti a disposizione, nonché della quantità di indizi e informazioni ottenuti, Human Revolution si apriva al giocatore offrendo un'esperienza mutevole e appagante.
Con questa Director's Cut gli sviluppatori hanno cercato di soddisfare le richieste dei fan sia dal punto di vista del design dell'esperienza che sotto il profilo tecnico. Graficamente parlando la situazione non è cambiata rispetto a quanto visto due anni fa e il gioco si distingue ancora per una realizzazione acerba e spigolosa, ma su Wii U abbiamo registrato una gradita riduzione dei tempi di caricamento. Anche l'Intelligenza Artificiale non presenta particolari segni di miglioramento, in particolar modo durante le fasi più action e le sparatorie più intense.
Le vere novità, quelle che rendono questa versione superiore a quella distribuita in passato, sono quelle che coinvolgono il sistema di controllo e, come già anticipato, le battaglie con i boss, finalmente in linea con lo spirito del titolo Eidos Montreal.
Il GamePad del Wii U ha permesso ai programmatori di adottare diverse soluzioni interessanti per la distribuzione dei comandi del gioco, in particolare per ciò che riguarda la gestione dell'inventario e la navigazione dei menu.
"Il GamePad si trasforma in una telecamera da muovere liberamente per monitorare eventuali movimenti all'interno degli edifici"
Il touch screen del controller viene usato per organizzare gli oggetti nell'inventario, per leggere i numerosi file di testo sparsi all'interno delle ambientazioni (tra giornali, e-book, palmari, e-mail e via dicendo), per impartire i giusti comandi durante il mini-gioco di hacking. Ma non solo: una volta acquistato il potenziamento che abilità la vista attraverso i muri, infatti, il GamePad si trasforma in una telecamera da muovere liberamente per monitorare eventuali movimenti all'interno degli edifici.
Allo stesso modo lo schermo del controller viene usato come mirino di precisione dopo aver equipaggiato il fucile da cecchino, semplificando le cose quando è necessario liberarsi di bersagli particolarmente distanti.
I nuovi scontri con i boss non sono stati modificati alla base, visto che nella maggior parte dei casi le dinamiche sono le medesime viste due anni fa, in compenso è stato svolto un importante lavoro di level design per ampliare e arricchire le zone in cui si svolgono le battaglie.
Grazie a questo tipo di approccio è ora possibile, previa l'attenta esplorazione dell'area, trovare un buon numero di soluzioni alternative pensate per venire incontro agli utenti meno brutali, quelli che invece di puntare il fucile e freddare il bersaglio preferiscono lasciare ad altri il lavoro sporco.
Nella maggior parte dei casi le battaglie risultano ancora migliorabili ma grazie al nuovo level design lo scarto qualitativo rispetto al valore generale di Human Revolution è diminuito in modo drastico, dando vita a un'esperienza più bilanciata e coinvolgente.
A completare un quadro piuttosto positivo in questa Director's Cut troviamo i contenuti scaricabili rilasciati in passato, una serie di commenti degli sviluppatori (che tra aneddoti e confessioni raccontano lo sviluppo di vari elementi del gioco) e, soprattutto, un'ottima integrazione con il Miiverse attraverso la mappa visualizzabile in qualsiasi momento su GamePad.
"È possibile lasciare indicazioni e messaggi, anche vocali, agli altri giocatori impegnati con l'avventura di Jensen"
In pratica è possibile lasciare segnali, indicazioni e messaggi, anche vocali, agli altri giocatori sparsi per il mondo e impegnati con l'avventura di Jensen. Questi "consigli", disattivabili in qualsiasi momento dall'apposito menu, permettono di scoprire nuovi approcci alle missioni, oggetti nascosti e gli innumerevoli dettagli sapientemente nascosti dal team di sviluppo all'interno delle ambientazioni. Sotto un certo punto di vista questa caratteristica ricorda i messaggi che potevano essere lasciati in Demon's Souls e in Dark Souls, resi qui più comodi ed efficaci dalle possibilità offerte dal controller del Wii U.
Tutto considerato il vero problema di Deus Ex: Human Revolution - Director's Cut è il prezzo pieno: se avete già spolpato la versione originale potete anche sorvolare su questa rivisitazione ma qualora vi foste persi l'avventura di Jensen, questo è il modo migliore per recuperare uno dei titoli cyberpunk più interessanti dell'attuale generazione, sapientemente ritoccato per essere ancor più coinvolgente.
Se riuscirete a chiudere un occhio davanti a una realizzazione tecnica non certo eccezionale vi godrete un'esperienza dove i colpi sparati da una pistola possono essere risolutivi quanto le soffiate comprate da un informatore. Una caratteristica piuttosto rara, nel mercato odierno.