Skip to main content

Battlefield 4: China Rising - review

Dalla Cina col furgone (blindato).

È passato un mesetto abbondante e Battlefield 4 si è imposto come lo sparatutto più giocato sotto l'albero per gli utenti PC anche grazie alla non certo strenua resistenza offerta da Call of Duty: Ghosts che invece ha spopolato, come da attese, su console.

Della magnificenza tecnica di questo titolo abbiamo abbondantemente parlato in occasione della recensione e delle prove comparative che hanno coinvolto anche Xbox One e PS4. Purtroppo il lancio di questo Battlefield 4 è stato piuttosto tribolato, più o meno com'era accaduto due anni fa per il suo predecessore, e il mese di novembre non è stato propriamente una passeggiata per i DICE. Problemi di crash delle sessioni di gioco, audio mancante e svariati bug, hanno fatto capolino in molte mappe e tenuto la community PC e console sulle spine per qualche settimana.

Per fortuna il supporto degli sviluppatori svedesi è stato continuo e già dagli inizi di dicembre, con la pubblicazione del primo grosso aggiornamento, la situazione è migliorata su tutte le piattaforme. Nello stesso periodo gli utenti Premium e chi aveva preordinato il gioco hanno potuto scaricare China Rising, il primo di cinque DLC per Battlefield 4 in cui vengono proposte tre nuove mappe, una riedizione di una mappa storica di Battlefield 2 e quattro nuove armi da sbloccare. Degno di nota è anche il ritorno della modalità Air Superiority e delle moto da cross, che avevano fatto capolino nei DLC di Battlefield 3.

Gli scenari sono qualitativamente identici a quelli presenti in Battlefield 4: peccato per la mancanza di eventi Levolution che influenzIno il gameplay.

Da un paio di giorni il DLC è acquistabile separatamente e per questo abbiamo deciso di analizzare in dettaglio le mappe di cui è composto. A parere del sottoscritto il più interessante tra i nuovi scenari è Silk Road: si tratta dell'ambientazione più vasta tra quelle proposte, che riesce mettere meglio in evidenza la caratteristica migliore del gameplay di Battlefield 4, ovvero la commistione di fanteria, corazzati ed aviazione in uno spazio molto ampio.

"Silk Road è una mappa completamente desertica in cui i due schieramenti si affrontano tra dune e piccoli canyon di roccia"

Silk Road è una mappa completamente desertica in cui i due schieramenti si affrontano tra dune e piccoli canyon di roccia per il controllo di due serie di punti di controllo disposte in parallelo. Gli ampi spazi di visuale e le numerose coperture basse la rendono molto interessante per battaglie campali di carri che, se adeguatamente supportati da aviazione, fanteria e cecchini, possono riprodurre in piccola scala il concetto di avanzata su un "fronte" molto ampio (sono presenti due file di tre punti di controllo) che il gameplay caotico di Battlefield non sempre riesce a garantire.

Anche Altai Range è molto estesa ed è caratterizzata da un altopiano centrale da cui si dominano quasi tutti gli altri checkpoint circostanti e le strade che li collegano. Il paradiso dei cecchini, dunque, che se adeguatamente supportati dalla struttura vicina che domina la valle, possono rendere il movimento della fanteria appiedata un vero incubo. La presenza di mezzi favorisce ovviamente il combattimento a quote basse, che dev'essere pianificato con molta cura da parte del Comandante per riuscire a mantenere la coerenza tattica necessaria a vincere la partita.

Alcuni spezzoni di gameplay di Guilin Peaks e Silk Road. Il fotorealismo delle dune distorte dal calore è quasi commovente.Guarda su YouTube

La presenza di molte moto da cross ultraveloci permette a chiunque di arrivare ovunque in poco tempo ed quindi è molto difficile mantenere l'area di controllo intatta. Una buona mappa, comunque, soprattutto se si impara a controllarne efficacemente il centro coordinando le truppe che mangiano la polvere qualche centinaio di metri più a valle.

"Guilin Peaks è uno scenario nella giungla caratterizzato da un punto di controllo centrale presente all'interno di una caverna"

In terza posizione troviamo Guilin Peaks, uno scenario nella giungla molto particolare in quanto caratterizzato da un punto di controllo centrale presente all'interno di una caverna che collega le zone circostanti (ricorda Afghan di Modern Warfare 2) caratterizzate da una vegetazione non molto folta ma in grado di celare piccoli gruppi di fanteria, in grado di tendere imboscate nelle zone di transito verso i punti di controllo.

A parte qualche elicottero, moto e jeep, non ci sono grossi blindati e quindi si tratta di una mappa prevalentemente di fanteria che vede nella presa del complesso centrale di caverne i combattimenti più duri. La commistione tra i boschi degli esterni e gli stretti cunicoli centrali caratterizza un gameplay che può passare dall'imboscata alla sparatoria in spazi ristrettissimi nel volgere di pochi secondi, e per questo verrà apprezzata da chi predilige gli assaltatori e fanti di supporto.

Silk Road è solo in apparenza una mappa semplice: le dune possono celare ogni sorta di minaccia per fanteria e corazzati.

Buon ultimo ma non meno interessante è il remake di Dragon Valley direttamente da Battlefield 2, caratterizzato da piccole variazioni sul tema ma sostanzialmente molto simile all'originale, che è probabilmente la mappa più tecnica e impegnativa tra tutte quelle proposte. Corazzati, fanteria, aviazione s'infilano in una gola tra le montagne per arrivare a uno scontro frontale piuttosto classico. La presenza di corsi d'acqua, ponti, strade strette e formazioni di roccia, rende il movimento dei blindati piuttosto difficoltoso nella parte centrale, trasformando ben presto il combattimento in una battaglia di attrito in cui ci sono poche opportunità di passare in velocità dietro le linee nemiche, se non con gli elicotteri o rischiando parecchio sui corsi d'acqua a bordo dei gommoni.

"Dragon Valley è probabilmente la mappa più tecnica e impegnativa tra tutte quelle proposte"

La proposta complessiva delle mappe è dunque abbastanza buona e i quattro scenari richiedono parecchio tempo per essere assimilati nelle loro sfumature tattiche, per quanto alcuni siano più facili di altri da interpretare di altri. Rispetto alle mappe presenti nel pacchetto originale di Battlefield 4, si nota però la totale assenza di eventi Levolution che possano mutarne il fluire del gameplay dal punto di vista tattico e del posizionamento degli obiettivi.

Con l'eccezione di Paracel Storm, si tratta di una caratteristica comune alle mappe con una forte componente urbana, che invece sono quasi assenti in questo DLC. Poichè DICE ha deciso di non pubblicare i pacchetti aggiuntivi "a tema" come fatto con Battlefield 3, una maggiore varietà probabilmente non avrebbe guastato nel rendere China Rising più appetibile.

Dragon Valley e Altai Range: L'esaltazione per la cattura decisiva della bandiera finale dopo un lungo recupero.Guarda su YouTube

Così come sono, le mappe proposte avrebbero potuto essere inserite in qualsiasi Battlefield da Bad Company 2 in avanti, e in questo senso, visti alcuni capolavori partoriti in quel di Stoccolma in passato, era lecito aspettarsi qualcosa in più. Questo anche in considerazione del prezzo di China Rising, disponibile in download digitale a 14,99 euro. Un po' troppo per quello che ha da offrire singolarmente, anche perché le dieci mappe originali di Battlefield 4 permettono di aspettare tranquillamente i prossimi DLC in attesa di quello giusto.

Solo i cultori di Battlefield 4 ormai in astinenza da nuovi contenuti dovrebbero farci un pensierino, magari accarezzando l'idea d'investire 49,99 euro nell'abbonamento Premium che garantisce l'accesso a tutti e cinque DLC. Un veloce esercizio di economia domestica conferma il notevole risparmio dell'operazione, ma sebbene i DICE godano di ampio credito per quanto fatto in passato con il Premium Pack di Battlefield 3, rimane un acquisto a scatola chiusa piuttosto impegnativo e da valutare con molta attenzione.

6 / 10