South Park: Il Bastone della Verità - review
Più grosso, più lungo e tutto intero? Quello è il film…
South Park è un brutto cartone animato. Esteticamente, s'intende, ed è anche una cosa voluta. Nei primi episodi, tutti i personaggi e gli scenari erano realizzati muovendo dei pezzi di carta ritagliati con una tecnica simile a quella dello stop motion. Da qui derivano i personaggi appena abbozzati, le campiture uniformi senza sfumatura, quel look semplice e brutale, portato all'eccesso anche da tutte le varie insegne della città, spesso realizzate con i font più semplici e sgradevoli in circolazione.
Nonostante l'aspetto grezzo, però, South Park è entrato prepotentemente nella cerchia delle migliori produzioni televisive sin dai primi due cortometraggi, nei quali Gesù e Babbo Natale combattevano per la supremazia sul Natale con gran spreco di vittime innocenti, sangue a profusione e volgarità assortite. Dall'inizio artigianale di quasi diciassette anni fa i due creatori Matt Stone e Trey Parker si sono spostati su mezzi molto più tecnologici (le puntate sono da anni realizzate esclusivamente con metodi digitali) pur mantenendo quell'aspetto così squisitamente 'lo-fi' e soprattutto lo spirito dissacrante mostrato sin dai primi minuti delle avventure di Cartman, Kyle, Stan e Kenny.
In diciassette anni di cartoni animati, però, nessuno mai era riuscito a catturarne lo spirito per trasporlo in un videogioco. Abbiamo avuto brutti giochi di kart, pessimi FPS, party game scarsi, platform mediocri, tower defense dimenticabili. A sciorinarli così, pare evidente che nel corso degli anni nessuno abbia mai pensato seriamente di restituire la vera natura di South Park all'interno di un videogioco. Nessuno tranne i due creatori della serie, naturalmente, da sempre videogiocatori accaniti.
Ed ecco che (ri)entrano in gioco Matt e Trey, che all'esordio di Xbox 360 e PS3 vedono finalmente concretizzarsi la possibilità di realizzare un gioco fedele al cartone animato sia visivamente sia nello spirito. Non più semplici pretesti con Cartman e soci appiccicati in copertina ma una vera e propria super-puntata da gustare fino in fondo. I due realizzano un concept del gioco lavorandoci su come se fosse una puntata dello show e cominciano a contattare dei possibili sviluppatori. A 'vincere la commessa' sono quelli di Obsidian, già responsabili di Fallout: New Vegas tra gli altri, mentre THQ avrebbe dovuto occuparsi della distribuzione. Il resto, come si suol dire, è storia: a un passo dal completamento del gioco THQ fallisce e South Park viene salvato da Ubisoft, che riesce a portarlo sugli scaffali digitali e non.
"South Park: Il Bastone della Verità è un ottimo incrocio tra il cartone animato e un gioco di ruolo da console"
E insomma siamo arrivati a quel punto della storia lì. Ulisse è tornato a casa e ha sfondato di botte i Proci, Edmond Dantès ha finalmente imprigionato Danglars, Frodo si è fatto mordere via il dito con tutto l'anello, Voldemort si è ucciso da solo e il disco di South Park è qui che frulla nella mia PlayStation 3. Ci sarà un dolce e catartico epilogo? Non sbirciate in fondo, ve lo spoilero io: South Park: Il Bastone della Verità è proprio quello che era lecito aspettarsi, un ottimo incrocio tra le puntate del cartone animato e un classico gioco di ruolo 'da console'.
South Park: Il Bastone della Verità funziona più o meno come un classico JRPG reinterpretato in una modalità un filo più occidentale. Il protagonista è un nuovo ragazzino, recentemente trasferitosi a South Park e tirato in mezzo da Butters nel gioco del momento, una specie di versione fantasy di un 'cattura la bandiera' che contrappone gli umani di Cartman agli elfi di Kyle.
Dalle prime semplici quest in cui viene richiesto al protagonista di radunare gli alleati familiarizzando per South Park la trama scivola velocemente in una follia scatenata a base di alieni, zombi nazisti, tentativi di insabbiamento del governo, gnomi rubamutande e molto altro. Il vasto pantheon di personaggi visti nelle puntate cerca più che può di fare capolino in ogni momento, ma è chiaro che un cast così vasto non può essere rappresentato in pieno.
"Il gioco tenta di infilare ogni citazione possibile in ogni dove"
Il gioco però tenta comunque di infilare ogni citazione possibile in ogni dove. Qualsiasi schermata è un tripudio di 'questo l'ho visto in quella puntata' ma l'effetto generale è impeccabile e non lascia mai la sensazione che qualcosa sia stato aggiunto per fare numero.
Lo schema di gioco è forse l'anello più debole di questa catena massiccia. Di JRPG si tratta abbiamo detto, ma un po' all'acqua di rose. La trama è portata avanti da una quest centrale molto articolata e c'è un pugno di missioni secondarie che servono principalmente a sfruttare il parco di personaggi messo a disposizione e a offrire la possibilità di esplorare tutta South Park.
Il cast centrale della serie funge più da sfondo che da elemento centrale del gioco: il giocatore non si porta appresso un party intero ma è sempre accompagnato da un solo ragazzino alla volta. I combattimenti, svolti in battaglie a turni, sono sempre molto semplici. L'efficacia delle mosse è decisa dalla prontezza con la quale il giocatore inserisce i comandi dati alcuni prompt sullo schermo e tutti i personaggi hanno a disposizione ampi ventagli di abilità spesso anche troppo efficaci.
"Il cast centrale della serie funge più da sfondo che da elemento centrale del gioco"
Una menzione separata la merita la "magia". Come già sa tutto il mondo, in South Park: Il Bastone della Verità si può scegliere tra quattro classi differenti, ovvero Guerriero, Ladro, Mago ed Ebreo (del resto South Park non ha mai rispettato niente e nessuno). Le quattro classi differiscono solo per le cinque abilità a disposizione, mentre non c'è nessuna limitazione di equipaggiamento.
L'unica concessione alla complessità è data dalla presenza degli adesivi e degli accessori per l'equipaggiamento, che forniscono modificatori al danno o alla salute e che possono essere staccati e attaccati a piacere, in modo da personalizzare l'equipaggiamento in base alle proprie preferenze. Nonostante questo, però, il gioco funziona, perché l'enfasi non è posta tanto sul riempire di botte i nemici, quanto sull'esplorazione, sulla risoluzione di piccoli enigmi e soprattutto sull'immersione nel mondo vibrante di South Park.
Come potrete già aver notato dalle immagini e dai filmati, non c'è praticamente differenza tra quello che si vede in una puntata dello show e quello che compare nel gioco. La fedeltà è assoluta: i personaggi e gli scenari sono riprodotti alla perfezione, sono animati nello stesso modo, sono persino ripresi e inquadrati esattamente come li vediamo di solito in TV.
"Tutto il gioco è doppiato dalle stesse persone che prestano la loro voce nel cartone"
In più, tutto il gioco è doppiato dalle stesse persone che prestano la loro voce nel cartone (in larga parte gli stessi Matt e Trey). La versione nostrana è tradotta solo a livello di sottotitoli, scelta che in fondo non ci sentiamo di condannare: il doppiaggio italiano della serie è davvero insufficiente. Per finire, il gioco è scritto in larga parte sempre dagli inesauribili Matt e Trey, il che significa che i contenuti sono allo stesso livello di quelli visti regolarmente nelle serie.
La mano degli autori è evidente nelle trovate che costellano tutto il gioco ed è evidente quanto i due abbiano presente il linguaggio classico dei videogiochi e ci giochino senza alcun timore. Per esempio, le animazioni delle evocazioni ("magie" molto potenti che di fatto servono a concludere rapidamente i combattimenti) e alcune abilità speciali, sono un perverso incrocio tra le sequenze esagerate di un Final Fantasy e lo spirito corrosivo tipico del cartone.
Il culmine viene raggiunto quando il nostro eroe sbarca in Canada per esigenze di trama: sappiamo bene come questa nazione sia costante oggetto di prese in giro da parte di South Park, ma scoprire come sia stata inserita nel gioco è una di quelle sorprese che sarebbe un crimine rivelare.
"South Park gioca costantemente a superarsi, nella varietà, nell'abbondanza di citazioni e nella cifra delle situazioni da affrontare"
In effetti, South Park: Il Bastone della Verità gioca costantemente a superarsi, nella varietà, nell'abbondanza (controllata) di citazioni e soprattutto nella cifra delle situazioni da affrontare. Se esiste al mondo un argomento capace di farvi andare in bestia, state pur sicuri che Matt e Trey lo hanno affrontato, sezionato e ridicolizzato.
Niente è mai stato sacro per loro e anche nel gioco si sono dati parecchio da fare. Si sono dati da fare così tanto e bene che le versioni X360 e PS3 europee del gioco sono stata censurate da Ubisoft stessa, arrivando a tagliare alcune sequenze riguardanti sonde anali (sul protagonista e su Randy Marsh) e aborti (sempre su Randy, un predestinato). Le sequenze in questione sono state sostituite da una schermata fissa con del testo descrittivo ma non è chiaro perché i tagli siano stati effettuati.
La cosa certa è però che le versioni PC e statunitensi non hanno queste censure e se lo avessi saputo prima avrei senza dubbio optato per una di queste: i tagli saranno anche contenuti ma alla fine sono davvero fastidiosi. Tra l'altro il gioco è comunque raccomandato ai maggiorenni e l'organismo deputato alla classificazione (il PEGI) sostiene di non aver richiesto alcun provvedimento. Insomma, la genesi di questa censura è avvolta nel mistero e il risultato, inutile nasconderlo, è fastidioso.
Dopo tutte queste considerazioni, il giudizio su South Park: Il Bastone della Verità è comunque molto più che positivo, soprattutto per chi conosce e ama il materiale di partenza. Tolti i dialoghi, le situazioni, l'umorismo, la fedeltà al cartone animato, le interpretazioni, beh, tolte tutte queste cose, abbiamo solo un giochino. La struttura è semplice, le abilità non sono tante, la trama è molto lineare (le possibilità di influenzarla sono minime), il successo del giocatore è quasi sempre scontato. Per amor di completezza dobbiamo anche menzionare i menu, assolutamente scomodi, e i caricamenti che spezzano l'esplorazione e i combattimenti, e in alcuni casi provocano anche indecisioni al motore grafico.
Eppure il senso de Il Bastone della Verità è proprio quello di essere, per usare un termine antico, un 'tie-in' perfetto, sempre divertente, a tratti esilarante, geniale nelle sue trovate e stupefacente nella varietà estrema di situazioni proposte al giocatore. Matt e Trey hanno fatto centro ancora una volta.