Halfway, tra Aliens e XCOM in pixel art - review
Quando l'incubo peggiore arriva dopo il risveglio.
La fantascienza spesso si veste di abiti satinati e dalle linee ricercate, di paillettes che prendono la forma di astronavi maestose, invenzioni mirabolanti e ambienti tirati a lucido. Ma c'è anche un altro filone più crudo, secondo cui la conquista dello spazio non sarà affatto rose e fiori, e i viaggi interstellari si riveleranno scomodi e mal sopportabili, e l'ignoto più pericoloso che carico di promesse.
Halfway è ambientato in uno di questi possibili futuri, in cui l'Umanità viaggia tra le stelle a bordo di gigantesche astronavi troppo costose per essere dismesse piuttosto che tenute in servizio tra un rattoppo e l'altro. Per la precisione a fare da scenario al gioco è il vascello coloniale Goliath, un colosso di metallo in viaggio verso nuovi mondi da segnare con l'umana impronta. Vista la lunghezza del viaggio, l'equipaggio vive in una stasi indotta da un sonno criogenico per evitare di morire di vecchiaia prima di giungere a destinazione.
Il risveglio imprevisto in una nave che sembra troppo quieta per essere rassicurante è l'attacco perfetto per l'avventura, e infatti è proprio questo che accade a Morten Lannis, duro veterano al suo ultimo viaggio prima del meritato ritiro su un tranquillo mondo periferico. Ovviamente Lannis inizia a esplorare l'astronave per capire cosa sia andato storto e s'imbatte nei resti dell'equipaggio, che si rivela subito aggressivo e privo ormai di una qualsivoglia scintilla d'umanità.
Alla base, Halfway è uno strategico a turni à la XCOM, che elimina però qualsiasi stacco tra esplorazione e azione. Una volta iniziata la missione, ci si può spostare liberamente per le ambientazioni semplicemente cliccando sul punto che si vuole far raggiungere al personaggio selezionato o sull'oggetto da aprire per esaminarne il contenuto. Un minimo di pianificazione è comunque necessario, perché appena avvistato un nemico l'azione viene suddivisa in turni ed è quindi improvvido farsi pizzicare con un personaggio isolato mentre gli altri sono parecchio distanti.
Rispetto al succitato XCOM, Halfway è più immediato pur senza farsi mancare nulla, come ad esempio la copertura parziale o totale fornita da alcuni elementi dello scenario. Ogni personaggio è dotato di due punti azione, che possono essere spesi con una combinazione a piacere di spostamenti, fuoco o anche abilità speciali e ricarica delle armi. È possibile anche spendere due punti azione per un colpo singolo, che in questo modo risulterà più preciso. Il raggio d'azione dei personaggi è indicato dalla colorazione delle caselle raggiungibili, e la possibilità di colpire il bersaglio è chiaramente indicata in percentuale su schermo.
Un aspetto molto interessante è la gestione di munizioni e consumabili. Le scorte sono infatti limitate e vanno rimpinguate frugando in ogni angolo dell'astronave, aspetto che aumenta la sensazione di trovarsi in un ambiente ostile con poche risorse a disposizione.
A completare gli oggetti recuperabili troviamo armature e armi di vario tipo, che aggiungono una buona dose di versatilità alla squadra. Ogni personaggio ha però a disposizione un numero limitato di slot, quindi è necessario bilanciare per evitare di rimanere a secco di munizioni o kit medici, e saccheggiare alla cieca non è un'opzione... non una con cui sperare di avere successo, almeno.
Il cast si allarga man mano grazie ad altri superstiti che, come Lannis, hanno un loro preciso background. Tra una missione e l'altra è possibile gestire la squadra e interagire con i suoi componenti nei quartier generali di fortuna che il gruppo allestisce in stanze più sicure delle altre durante il suo incedere nel colossale scafo della Goliath. Grazie anche a queste fasi più contemplative, i personaggi risultano meglio caratterizzati e di conseguenza più credibili.
I nemici, di contro, appaiono spesso troppo generici e il telaio narrativo poco articolato anche se ben costruito. Ad accrescere l'atmosfera intervengono i saltuari balzi che la Goliath sembra eseguire casualmente e senza avvisaglie nell'iperspazio, accompagnati dalla comparsa di nemici che impedisce di sentirsi troppo al sicuro e tiene alta la sensazione di precarietà generale.
La presentazione è un curioso mix: la pixel art, funzionale e probabilmente dettata dalle ridotte dimensioni del team di sviluppo, è accompagnata da una efficacissima e particolarmente azzeccata colonna sonora, che si dimostra in grado di sottolineare più che degnamente gli eventi lungo le oltre 10 ore di gioco necessarie a completare Halfway. Le musiche hanno una variante più ritmata che subentra quando si inizia un combattimento, una soluzione molto apprezzata e già utilizzata ad esempio in FTL: Faster Than Light, che introduce istantaneamente i momenti in cui la situazione si fa più tesa.
A parziale detrazione della somma di queste parti ben bilanciate è il livello di difficoltà, tarato probabilmente appena troppo verso il basso. Le opzioni strategiche mancano poi di funzioni passive come l'appostamento: l'unico modo per reagire a un nemico è infatti in occasione del fuoco di quest'ultimo, e non durante gli spostamenti.
In alcune delle sue funzioni il gioco è inoltre leggermente oscuro, e porta a sperimentare per orientarsi al meglio nell'interfaccia, aggiungendo al tutto un pizzico di macchinosità in più di quanto non fosse necessario. Per quanto non esente da difetti (che comunque non sono mai veramente gravi) Halfway ha il grosso pregio di scorrere via molto velocemente grazie al sistema che coniuga spostamenti e combattimenti in un'unica sezione senza stacchi, e alla facilità di compiere le azioni di ogni personaggio con pochi click.
Le fasi di pianificazione nei quartier generali improvvisati fanno da perfetto contraltare alla rapidità con cui il gameplay scorre via, e qualche missione secondaria utile a recuperare equipaggiamento extra permette di godere di qualche scampolo di gioco in più.
A un prezzo di circa 12,99€ (salvo offerte) e con editor e supporto per i mod in arrivo, questo GdR strategico di Robotality non manca quindi di motivi di interesse per gli appassionati del genere, ed è perfettamente in grado di intrattenere a lungo pur non essendo il titolo più complesso in circolazione della sua categoria.