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The Legend of Zelda: Majora's Mask 3D - recensione

Il coraggio di cambiare.

Nella storia dei videogiochi non è raro imbattersi in progetti rivelatisi, col senno di poi, veri e propri precursori. Titoli nati da intuizioni geniali, magari appesantiti da alcune scelte di design poco felici, o semplicemente imposte dai limiti tecnici dell'epoca.

The Legend of Zelda: Majora's Mask per Nintendo 64, fa sicuramente parte di questa categoria. Chi lo ha giocato all'epoca della sua uscita, infatti, ricorderà l'occasionale frustrazione causata da un sistema di salvataggio non sempre perfetto e, soprattutto, la difficoltà di gestione dei continui viaggi nel tempo necessari per portare a termine il gioco.

Dopo aver affrontato quel gioiello chiamato Ocarina of Time, per i fan di Zelda fu abbastanza difficile digerire il prepotente cambio di rotta operato da Nintendo con Majora's Mask, tanto che furono in molti a non completare il gioco nonostante le sue indiscutibili qualità.

Il fatto di dover rivivere costantemente i tre giorni in cui si svolgevano le vicende dell'avventura, l'atmosfera cupa e opprimente e alcune dinamiche non proprio in linea con quanto mostrato fino a quel momento dalla storica saga di Nintendo, scoraggiarono più di un appassionato trasformando Majora's Mask in un gioco capace di dividere critica e pubblico.

Tra le modifiche di secondo piano spicca quella che vede il venditore di maschere, offrire a Link il taccuino dei Bomber. Bizzarro!

Nonostante questo, tuttavia, furono in molti ad apprezzare il coraggio mostrato da Nintendo e a ritenere il secondo Zelda per Nintendo 64 uno dei più riusciti dell'intera saga, perfino migliore di Ocarina of Time.

A tanti anni di distanza dall'uscita della versione originale, Nintendo ripropone un graditissimo remake in salsa portatile, sulla falsariga di quanto già apprezzato proprio con Ocarina of Time. Rispetto a quanto fatto con l'altro episodio per Nintendo 64, tuttavia, questa volta gli interventi fatti da Miyamoto, Aonuma e dagli sviluppatori di Grezzo sono ancor più marcati, e si sono concentrati là dove il design originale era risultato più controverso.

Per chi non avesse mai avuto il piacere di provare Majora's Mask, basti sapere che l'avventura di Link si esaurisce in appena 72 ore (non reali, ma opportunamente accelerate per rendere più fruibile l'esperienza), che in perfetto stile "giorno della marmotta" possono essere rivissute più e più volte, in modo da risolvere tutti gli enigmi e completare tutte le missioni del caso.

Dopo aver recuperato l'indispensabile ocarina ed essersi liberato di una fastidiosa maledizione (recuperando la prima maschera di una lunga serie), l'avventuriero in verde ottiene il potere di tornare a piacimento indietro nel tempo, fino alla mattina del primo giorno del gioco.

La cosa più interessante, tuttavia, è che pur perdendo la maggior parte degli oggetti in proprio possesso, attraverso questa operazione Link è in grado di mantenere alcuni tasselli fondamentali del grande puzzle che deve assolutamente completare.

Tornando indietro nel tempo, infatti, l'avventuriero porta con sé non solo tutte le preziose informazioni raccolte nelle 72 ore precedenti, ma anche le indispensabili maschere e gli accessori guadagnati con fatica nel corso dell'avventura. Le rupie, invece, possono essere tranquillamente depositate in banca (il cui sportello è stato intelligentemente spostato nella piazza dell'orologio di Cronopoli).

La maschera del coniglio è estremamente utile, soprattutto nelle prime fasi del gioco. Cercate di recuperarla il più in fretta possibile!

La struttura è stata studiata con estrema cura e tutti gli abitanti del mondo di Termina si muovono secondo uno schema ben preciso, ripetendo all'infinito le medesime operazioni, ciclo dopo ciclo. Questo permette al giocatore di affrontare, di volta in volta, missioni precedentemente inaccessibili semplicemente sfruttando informazioni e oggetti raccolti durante i tre giorni vissuti in precedenza.

In pieno 2015 una struttura di questo tipo non sorprende più di tanto, visto che è già stata sfruttata in altri progetti interessanti (ricordate il piacevole Shadow of Memories per PlayStation 2?), ma contestualizzandolo al periodo dell'uscita originale di Majora's Mask, ci si rende immediatamente conto di quanto Nintendo avesse anticipato i tempi.

Il passaggio da una console casalinga a una portatile (ma anche da una generazione più testarda a una meno incline a godersi giochi troppo difficili), ha portato con sé una serie di cambiamenti, alcuni dei quali potrebbero suscitare l'ira dei puristi più estremi e di coloro che amarono la versione originale di Majora's Mask proprio per la sua struttura atipica.

Il cambiamento più importante riguarda il sistema di salvataggio, rivisto in modo da permettere ai giocatori di usare più volte il medesimo file di memoria per riavviare la partita. Su Nintendo 64 questo non era possibile, visto che ogni volta che il salvataggio effettuato presso le statue del gufo veniva caricato, questo veniva cancellato automaticamente, costringendo a ponderare con attenzione ogni singola decisione.

A ciò si aggiunge un ruolo decisamente più invasivo del taccuino dei Bomber, presente anche nella versione originale del gioco ma qui modificato in modo da trasformarsi in una vera e propria guida per il giocatore.

Nella nuova versione di Majora's Mask, infatti, dal menu accessibile attraverso il tasto Start è possibile accedere a una lista dettagliata di tutte le missioni attive, di quelle completate, e delle voci di corridoio raccolte dai pestiferi Bomber sparsi in città, con tanto d'indicazione sulla mappa.

Le informazioni dei Bomber vengono registrate come semplici voci di corridoio, ma è comunque necessario scovare le varie missioni per attivarle.

Si tratta di una modifica piuttosto importante che di fatto rende molto più semplice tener traccia di tutto ciò che Link deve fare nel corso del ciclo di tre giorni, con tanto di orari e informazioni chiave per la risoluzione dei singoli compiti. Per i più smemorati è perfino possibile impostare una sveglia che scatta poco prima di eventuali appuntamenti.

Se da una parte è vero che in questo modo i nuovi giocatori vivranno un'esperienza diversa da quella originale, è altrettanto evidente che i vecchi utenti sono liberi di non utilizzare nessuna delle nuove opzioni. La posizione dei personaggi sulla mappa dev'essere richiamata premendo un apposito tasto sul touch screen. La sveglia dev'essere impostata manualmente e le voci di corridoio dei Bomber si ottengono unicamente parlando ai personaggi in questione. Tutto è completamente opzionale, in modo da permettere di personalizzare a piacimento l'intera esperienza.

Un'altra modifica di un certo peso coinvolge la Canzone del Tempo Doppio, che nella versione originale del gioco permetteva di avanzare di 12 ore, in modo da avvicinarsi all'orario di cui si aveva bisogno per portare a termine eventuali missioni principali o secondarie. Nella nuova incarnazione di Majora's Mask questa canzone non è più bloccata a un avanzamento di 12 ore ma permette di scegliere liberamente l'entità del balzo temporale, rendendo tutto meno legnoso.

In generale le modifiche apportate con questo remake hanno un senso e riescono a limare alcuni spigoli che appesantivano l'esperienza originale rendendola a tratti troppo macchinosa. Il taccuino dei Bomber, per esempio, su Nintendo 64 era confusionario e poco organico, e spesso impediva di godere al meglio alcune delle splendide missioni secondarie di cui il gioco è letteralmente pieno.

La nuova organizzazione del taccuino, unita a una miglior gestione del tempo e al taglio di alcune sequenze di intermezzo originariamente ripetute a ogni nuovo ciclo di gioco, rendono l'esperienza più fluida, piacevole e gratificante, senza però costringere i fan di vecchia data a rinunciare alle loro vecchie abitudini. Nonostante tutto, infatti, è ancora possibile impostare manualmente un salto di 12 ore con la Canzone del Tempo Doppio, o ignorare alcuni elementi del nuovo taccuino.

Alcune maschere si ottengono parlando con personaggi specifici, in determinati momenti del giorno. Prenderle tutte non è affatto facile!

Il gioco propone anche altre modifiche più o meno evidenti che non sempre si sono rivelate riuscite come quelle descritte fino a questo momento. Si va da interventi piccoli come quello apportato all'attacco rotante di Link in forma Cespuglio Deku (originariamente sfruttato per estendere la distanza percorribile saltellando sull'acqua), allo stravolgimento dei controlli delle fasi acquatiche, indossando la maschera di Zora.

Nuotando in questa versione, infatti, la velocità di spostamento è stata drasticamente ridotta ed è necessario ricorrere alla barra della magia per poter usufruire di un prezioso scatto. Si tratta di una modifica priva di senso, che contribuisce solo a rendere meno godibili le fasi acquatiche del gioco originale.

Sul fronte tecnico ci troviamo di fronte a un'operazione molto simile a quella già apprezzata con Ocarina of Time. Il gioco viaggia che è una meraviglia, con una grafica ampiamente ritoccata ma comunque ancora rispettosa della fonte originale.

Il touch screen del 3DS rappresenta un'aggiunta incredibile all'intera esperienza, capace di rendere tutto molto più godibile sotto ogni punto di vista. Il fatto di avere un tasto touch associato all'ocarina, la possibilità di assegnare maschere e oggetti a utili shortcut, e la gestione del taccuino attraverso il pennino, aiutano a godersi al meglio il gioco senza dover accedere in continuazione ai menu.

Sul New Nintendo 3DS, poi, la telecamera libera controllabile con lo stick destro aggiunge un ulteriore punto di forza a questa nuova versione. Anche in questo caso i puristi possono tranquillamente scegliere di disattivare il secondo stick e rimanere legati alla telecamera originale.

The Legend of Zelda: Majora's Mask per Nintendo 3DS non è lo stesso gioco uscito più di 10 anni fa, questo è evidente. Non ci troviamo di fronte a una rimasterizzazione ma ad un vero e proprio remake. Il team Grezzo (opportunamente supportato da Nintendo, naturalmente) ha avuto la forza e il coraggio di modificare un titolo storico per molti appassionati, operazione che non mancherà di scontentare una parte dei fan.

A prescindere dalla questione legata alle modifiche, comunque, ci troviamo di fronte a un gioco splendido, un gioiello che ha resistito splendidamente allo scorrere del tempo, in parte anche grazie agli accorgimenti mirati. Il fatto che nuove generazioni di giocatori abbiano finalmente la possibilità di godersi questa perla, sulla loro console portatile, non può che essere un bene per i videogiochi, e per chi continua a viverli con la giusta passione.

9 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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