Shelter 2: non è un paese per linci - recensione
Amore, affetto e tanti... conigli.
È sostanzialmente impossibile negare che il tema della sopravvivenza sia uno dei più utilizzati dalle opere di intrattenimento e di conseguenza anche dai videogiochi. Soprattutto negli ultimi anni, siamo stati letteralmente travolti da una valanga di produzioni survival (nel significato più puro del termine, senza cioè contaminazioni horror) dalle premesse più variegate.
Che si tratti di un titolo multiplayer (tutto il filone nato in seguito al successo di DayZ) o di uno singleplayer (The Long Dark), di uno che ci mette di fronte a un'apocalisse di varia natura o che semplicemente ci fionda all'interno di un paesaggio incontaminato equipaggiati con pochissime risorse, la parola d'ordine rimane sempre e solamente una: sopravvivere. Giochi diversi che però sono uniti dalla presenza di un protagonista sempre identico a se stesso, un uomo anonimo e in balia degli eventi, un essere vivente che in ogni caso appartiene alla nostra specie.
Forse è proprio partendo da questa onnipresenza degli esseri umani che i ragazzi svedesi di Might and Delight (Pid, The Blue Flamingo) hanno deciso di sviluppare un titolo particolare come Shelter. Uscito esclusivamente su PC nel 2013, Shelter ci faceva vestire i panni piuttosto inusuali di un esemplare di tasso femmina con l'unico compito di superare i diversi livelli di gioco proteggendo e nutrendo i propri piccoli. L'obiettivo era proseguire con al seguito i nostri cuccioli indifesi facendo di tutto per farli sopravvivere.
Shelter 2 riprende l'idea di fondo del primo capitolo della serie cercando di ampliarla attraverso un'impostazione più aperta e vicina agli open-world e a una nuova famigliola appartenente a una specie completamente diversa rispetto al titolo del 2013. Preparatevi dunque a conoscere Inna, la mamma lince.
È una notte buia e fredda e nella foresta imperversa la bufera. La nostra protagonista è braccata da un branco di lupi ma dovrà fare di tutto per salvare se stessa e soprattutto i propri cuccioli. Mamma lince è incinta e alla ricerca di un riparo che le permetta di dare alla luce quei batuffoli di pelo che di lì a poco impareremo a conoscere e a proteggere a qualsiasi costo.
L'incipit di Shelter 2 ci fa capire immediatamente quale sarà il tono della produzione e quali saranno le emozioni che proveremo durante la nostra avventura nei panni di Inna. Nonostante un inizio e un epilogo piuttosto guidati e lineari sia dal punto di vista del gameplay che della narrazione, è pressoché impossibile individuare una vera e propria trama all'interno dell'esperienza targata Might and Delight. Ci ritroviamo semplicemente a seguire il riassunto di una vita, istantanee dell'esistenza di una famiglia alle prese con una natura apparentemente ingiusta e impietosa ma che semplicemente segue il proprio corso.
Sicuramente il più grande pregio degli sviluppatori svedesi è quello di non inserire elementi invasivi di alcun tipo, lasciando la possibilità al giocatore di costruire la propria storia condizionata dalle zone che si decideranno di esplorare e dalle esperienze che si vivranno insieme ai quattro figlioletti, all'interno di un ecosistema decisamente più aperto rispetto al primo capitolo.
Molto probabilmente è proprio questa la più grande novità di Shelter 2 rispetto all'originale: l'impostazione open world. A differenza delle avventure vissute nei panni di mamma tasso, la progressione verso la fine del gioco non sarà legata al completamento di livelli ma sarà scandita da delle fasi corrispondenti alla progressiva crescita dei cuccioli di lince. Proprio i piccoli saranno il fulcro dell'intero gioco e delle meccaniche del gameplay. Sin dalle prime battute di gioco si instaurerà un rapporto in tutto e per tutto materno tra noi e i nostri figlioletti tanto che ogni nostro spostamento sarà subordinato al loro benessere e alla loro sicurezza.
Le meccaniche di gioco sono in questo senso estremamente semplici e la loro efficacia è garantita da un sistema di controllo perfetto sia con l'accoppiata mouse e tastiera che con l'ausilio del controller (per utilizzarlo sarà necessario configurare i tasti attraverso il menù ingame). Per tutta la nostra avventura non faremo che camminare e scattare tenendo costantemente sott'occhio la barra di energia di mamma lince, una barra che si ricaricherà con il passare del tempo o nutrendosi con una delle prede che saremo riusciti a procurarci.
Sarà fondamentale non far mancare il cibo alla nostra progenie e in quanto animali carnivori la caccia sarà l'attività che occuperà il grosso delle nostre sessioni di gioco. Una volta che saremo riusciti a catturare un coniglio, un cervo o addirittura una rana, starà a noi affidare il pasto ai nostri cuccioli facendo attenzione a nutrire con regolarità ognuno di loro.
Per quanto sia necessario prestare costante attenzione alla possibile presenza di animali pericolosi, per la precisione a letali (ma evitabili) branchi di lupi, il maggior rischio per i nostri cuccioli è la mancanza di nutrimento. La paura di non essere in grado di sfamare i piccoli di lince sarà un incubo che affollerà costantemente la nostra mente e quando vedremo uno di loro accasciarsi a terra e non reagire di fronte al cibo, ci renderemo conto della forza emotiva dell'esperienza confezionata dai ragazzi di Might and Delight.
All'inizio avremo la possibilità di dare un nome ai nostri cuccioli, che saranno facilmente distinguibili dal differente colore della loro pelliccia. Sin da quel momento, senza quasi rendercene conto, inizieremo ad affezionarci a quelle piccolissime palle di pelo. Sorrideremo di fronte ai loro primi passi, al loro rotolarsi in mezzo all'erba, agli innumerevoli miagolii e versi, mentre andremo inevitabilmente nel panico quando dopo ogni scatto ci volteremo per cercarli e ci sembrerà di aver perso il contatto visivo con uno di loro. Questa è la più grande forza di Shelter 2: la capacità di creare un legame profondo tra le linci e i giocatori che riusciranno a farsi coinvolgere dalle atmosfere e dalle tematiche del titolo.
Un coinvolgimento che passa anche attraverso un comparto tecnico decisamente azzeccato, sia dal punto di vista visivo che da quello sonoro. Anche in questo caso è la semplicità a regnare sovrana e a fare ottimamente il proprio lavoro. Come abbiamo già accennato in precedenza il sonoro può fare affidamento sui tantissimi versi, miagolii e ringhi delle linci ma anche sui rumori garantiti dalla fauna e dalle condizioni atmosferiche variabili che non mancheranno di farci sobbalzare grazie a tuoni e fulmini inaspettati. Di grandissimo livello anche le musiche che variano contestualmente alle situazioni di gioco e che accompagnano perfettamente il passaggio da una situazione tutto sommato tranquilla ad una di pericolo senza rivelarsi in alcun modo troppo invadenti.
Il comparto grafico di Shelter 2 riprende lo stile del primo capitolo migliorandolo sotto gli aspetti della cura e della varietà. Tutto il mondo di gioco, a partire dagli ottimi modelli delle linci fino all'ambiente naturale, è ricreato attraverso uno stile low poly che dà l'impressione di trovarsi di fronte ad un disegno a pastello in movimento di altissima qualità. Molto buona anche la varietà delle zone esplorabili, che spaziano dalle radure più o meno brulle a pericolose foreste e zone montane, fino a rigogliose vallate caratterizzate da cascate e corsi d'acqua attraversabili quando le basse temperature ghiacceranno la loro superficie.
Nonostante le ottime impressioni e le emozioni suscitate durante il nostro playthrough non possiamo negare che Shelter 2 non sia un gioco adatto a tutti e che, soprattutto dal punto di vista dei contenuti abbia non pochi punti deboli. Esplorare, cacciare e raccogliere alcuni collezionabili: sono solo queste le azioni possibili e dopo circa due ore avremo completato (con un certo grado di successo) la nostra prima run. In questo senso la rigiocabilità viene, fortunatamente, in nostro soccorso grazie alla possibilità di creare una nuova famiglia partendo da uno dei cuccioli che si sono salvati durante la prima run e portando avanti in questo modo la nostra discendenza.
A conti fatti l'estrema semplicità dell'intera produzione è allo stesso tempo uno dei più grandi pregi e uno dei più fastidiosi difetti: saranno i gusti e la sensibilità di ogni giocatore a decretare quale dei due aspetti sarà più evidente. Shelter 2 non è un capolavoro, non è un titolo perfetto ma è un'esperienza unica e originale che approcciata nel modo giusto può farvi vivere un'avventura emozionante e di grande impatto, una sorta di parabola sulla maternità e sulla precarietà della vita all'interno della natura più incontaminata.