Farming Simulator 15 - recensione
Scoprite le gioie di una vita a stretto contatto con la natura, gli animali e il tubo di scappamento del proprio trattore.
Harvest Moon, rispetto a Farming Simulator 15, era una discreta pacchia. Bisognava ovviamente tenere sott'occhio il bilancio della propria azienda, preoccuparsi di sfamare gli animali e ricordarsi di innaffiare il raccolto, ma c'erano anche molte distrazioni con cui spezzare il solito tran tran.
Il vicino centro abitato, in particolare, ne offriva a bizzeffe. Negozi dove rifornirsi del necessario, certo, ma anche tanti personaggi, sempre entusiasti di scambiare quattro chiacchiere, e perfette sconosciute di cui invaghirsi per poi corteggiare sino allo sfinimento. Alcuni episodi della saga, inoltre, insaporivano il tutto con quest e sub-quest, nel pieno rispetto della tradizione fantasy-ruolistica, legate tra loro da esili quanto intriganti intrecci narrativi.
Nulla di tutto ciò vi attende nella simulazione di Giants Software, focalizzata com'è nel farvi esperire in prima persona gioie e dolori della faticosa e sfibrante vita da agricoltore. Il brand, che nel corso degli anni ha visto crescere una community di fedelissimi insospettabilmente attiva e arroccata attorno a mod e DLC pubblicati con una certa regolarità, con questa iterazione esordisce su PlayStation 4 e Xbox One, doppia versione che si affiancherà alla solita per PC e introduce alcune novità che solleticheranno il palato dei fan più sfegatati.
Superati i menù introduttivi (questione di un attimo), vi ritroverete alla guida di un trattore, mezzo d'elezione per svolgere buona parte delle attività richieste e per spostarsi velocemente (per modo di dire) lungo la mappa. Confrontandosi con il primo campo da arare, si impiegano circa due minuti per capire se Farming Simulator 15 faccia o meno al caso vostro. Il divertimento che se ne può trarre, difatti, è da ricercarsi ben al di là del solo attraversamento di ogni ettaro di campagna per smuovere il terreno, piantare i semi e raccogliere cereali e verdura una volta maturata.
Caratterizzato da una notevole dose di realismo, mai asfissiante o eccessiva fortunatamente, per avere successo nel gioco bisogna armarsi di pazienza e guidare il lentissimo mezzo di turno stando molto attenti al consumo di carburante e ad attivare i macchinari (come l'aratro appunto) solo quando strettamente necessario. Non è particolarmente importante essere degli assi con il pad per divincolarsi tra sentieri e silos, ma per le manovre più delicate o per tagliare gli alberi, nuova attività introdotta proprio in questo episodio, un po' di pratica è assolutamente necessaria quantomeno per non combinare disastri e vanificare ore di intenso lavoro.
A ben vedere, la conduzione effettiva della fattoria necessita di un numero piuttosto contenuto di mansioni a cui dovrete dedicarvi regolarmente. Sulle prime nutrirete curiosità e un sincero entusiasmo all'idea di occuparvi a pieno ritmo di allevamento e coltivazione lungo tutte le fasi, dal reperimento delle risorse sino alla vendita dei prodotti finiti, ma a lungo andare ci si stancherà di tenere il sedere incollato su un trattore che a malapena fa schizzare il contachilometri oltre i quindici orari.
A poco a poco le soddisfazioni che potrà regalarvi l'esperienza si concentreranno sull'altro aspetto che ne costituisce il gameplay, quello legato alla gestione economica dell'azienda, ambito che, per mantenere il saldo in attivo, richiederà di compiere scelte attentamente e strategicamente pianificate.
Ed proprio nell'introdurre i neofiti alle meccaniche amministrative che Farming Simulator 15 difetta parecchio: il breve tutorial con cui verrete iniziati, all'avvio della partita, illustra con esaustività i principi che regolano la coltivazione dei campi, ma lascia l'utente completamente all'oscuro sui rapporti che regolano le entrate e le uscite. Superati i primi affannosi giorni di duro (e persino inconcludente) lavoro, scoprirete che potete assumere dei sottoposti che svolgeranno al posto vostro le mansioni più semplici e ripetitive, lasciandovi liberi di esplorare i dintorni, rifornire i mezzi di gasolio e acquistarne altri. Il concessionario vende anche nuovi strumenti, tanto costosi quanto più sono efficaci, che indurranno un minimo senso di progressione all'esperienza.
Tra bilanci, calcoli e resoconti, si tenderà continuamente ad accumulare sufficienti crediti per accaparrarsi l'attrezzo che può rendere più efficiente e veloce la lavorazione, in una costante escalation, di stampo espressamente capitalista, che ha come punto di fine l'acquisto di tutti i terreni adiacenti e l'ingigantimento del proprio giro d'affari.
Da piccoli proprietari terrieri a grandi latifondisti, il viaggio è molto lungo e disseminato di minuscole attività alternative che spezzano, solo per una manciata di minuti, la routine. Alcune piccole missioni vi garantiranno soldi extra semplicemente reperendo materie prime o trasportando merci da un punto all'altro della mappa.
Queste variazioni sul tema hanno anche il non secondario merito di tenere a galla i videogiocatori meno navigati durante l'apprendimento delle meccaniche meno immediate e comprensibili che governano il gioco: mentre l'inesperienza giocherà brutti scherzi al portafogli, per un milione di motivi diversi, queste entrate straordinarie allontaneranno il rischio di default e il prematuro game over.
Come se non bastasse, altro blando tentativo degli sviluppatori di ampliare il bacino d'utenza, è possibile rendere pubblica la propria sessione di gioco e invitare così un nutrito numero di agricoltori, pescati dalla rete, per dare una mano nella gestione dell'attività. Il multiplayer online non cambia di una virgola il gameplay, né introduce specifiche mansioni affrontabili esclusivamente in co-op, ma ha il non secondario merito di veicolare e promuovere una stretta collaborazione tra videogiocatori che potrebbero persino decidere di mettersi in società per gestire un podere: affascinante eventualità tutt'altro che da sottovalutare.
Purtroppo, nemmeno in questa iterazione gli sviluppatori sono intervenuti nell'aspetto che da sempre attira le maggiori critiche dei fan, ossia la scarsa personalizzazione. Le mappe presenti, solo due, sono preimpostate e praticamente immodificabili: ciò significa che non potrete manipolare la disposizione dei campi coltivabili e delle altre strutture coinvolte nella produzione per facilitare il lavoro e guidare, secondo le proprie necessità, la progressiva espansione territoriale dell'azienda. Inoltre, tutto ciò ha il controproducente effetto di far sentire il videogiocatore ospite in casa propria, poco più che un abile colono a cui è stato solo affidato un bene altrui da riconsegnare esattamente come è stato trovato.
Farming Simulator 15, nonostante le novità introdotte in questa edizione, non cambia pelle e ripropone lo stesso gameplay ancorato ad una simulazione ferrea e dai ritmi estremamente dilatati. Proprio per questo, l'esperienza offerta da Giants Software non potrà che fare breccia, oltre che nei cuori dei soliti aficionados, in quelli di un pubblico estremamente ridotto e selezionato. Chi è appassionato di trattori e agricoltura, andrà in brodo di giuggiole al solo pensiero di poter mettere in moto uno dei tanti mezzi messi in vendita nel concessionario.
Chi è alla ricerca di qualcosa di estremamente diverso dal solito, potrebbe persino trovare divertente e stimolante l'aspetto gestionale celato dalle ripetitive mansioni a cui, volenti o nolenti, ogni tanto dovrete comunque occuparvi in prima persona. Tutti gli altri non dureranno che pochi minuti: annoiati a morte da un gioco che non passerà certo alla storia per il tasso adrenalinico sprigionato dalla sua fruizione.
La grande colpa imputabile all'edizione di quest'anno è che ripresenta, ancora una volta, gli stessi difetti già evidenziati in passato: nonostante l'aggiunta dell'attività da taglialegna e del multiplayer, oltre che il rinnovato comparto grafico, si segnalano nuovamente i limiti di un tutorial poco esplicativo e l'impossibilità di personalizzare in qualsiasi modo il proprio campo di lavoro.