Warren Spector: 'la realtà virtuale sarà un flop' - intervista
Il veterano del game design ci spiega cosa non funziona nell'attuale industria.
L'E3 2015 ha portato con sé una valanga di nuovi giochi, nuove tecnologie e il consueto duello all'arma bianca tra le varie aziende impegnate a convincere pubblico e stampa che i loro prodotti siano i migliori in assoluto. Ma come è stato lo show di quest'anno rispetto a quelli degli anni passati? E i giochi sono stati più interessanti del solito, oppure in linea con la media della fiera?
Non c'è persona migliore per rispondere a queste domande che Warren Spector: vero e proprio veterano dell'industria nel quale ci siamo fortuitamente imbattuti nel corso della fiera, cogliendo l'occasione per realizzare quest'intervista. Scopriamo allora cosa pensa dell'E3 2015 il creatore di Deus Ex...
Eurogamer: Qual è stata la tua impressione sull'E3 di quest'anno, confrontato agli show del passato?
Warren Spector: Credo di essere stato a tutti gli E3, a partire dal primissimo. Il cambiamento più importante che ho notato nel corso degli anni è quello da una fiera focalizzata sul mondo retail a uno show più impostato sui media. Ai vecchi tempi, l'E3 serviva a convincere i negozi e le catene ad effettuare ordini del tuo gioco. Oggi, la fiera di Los Angeles sembra più concentrata sul generare hype e far montare l'interesse nei confronti dei singoli titoli, delle IP in generale e degli hardware migliori.
Il messaggio più importante che ho tratto dallo show di quest'anno è che i più grandi publisher e produttori di console non sono affatto morti. Negli ultimi tempi parecchie persone hanno dato per spacciate le console, ma sembra proprio che nel settore circolino ancora molto entusiasmo e vitalità. Non so se questo significhi davvero che le console sono ancora in grandissima forma o se semplicemente le aziende siano molto brave a comunicare questo messaggio: senz'altro potrebbe anche trattarsi di un ottimo lavoro da parte del marketing... è difficile dirlo. Però le console hanno senz'altro fatto un'ottima figura all'E3 di quest'anno.
Eurogamer: Cosa pensi dello show di Microsoft, Sony e Nintendo, sia paragonate tra di loro che rispetto agli scorsi anni? C'è qualcosa di positivo o di negativo che ti ha colpito in particolare?
Warren Spector: Non sono riuscito a partecipare a nessuna delle conferenze quest'anno. Però ho seguito i vari reportage e l'impressione generale è che senz'altro sono stati presentati molti giochi che nel titolo hanno un numero. Ovviamente capisco il fenomeno ma non mi piace particolarmente. Per fortuna ci sono state anche delle nuove IP... immagino ci si debba accontentare. Sono stato anche colpito dal fatto che, di questi tempi, i giochi si somiglino un po' tutti (a parte quelli fatti da Nintendo... che però si somigliano tutti tra di loro). Ma probabilmente è sempre stato così e sono solo io che con il tempo divento più polemico.
Direi che Sony ha mostrato la maggior quantità di nuove IP, il che è una gran cosa, ma mi sembra comunque strano che vogliano continuare a "conquistare il salotto di casa". Insomma... già possiedo diverse scatole che fanno quello che mi propone PlayStation Vue [il servizio di TV in streaming realizzato da Sony, Ndr]. Perché dovrei volerne un'altra?
Onestamente, però, devo dire che ho sempre trovato i grandi eventi mediatici molto reboanti e al tempo stesso poveri di significato. Non capisco tutti gli applausi scroscianti e le grida di giubilo che arrivano dalle platee quando i publisher mostrano l'ennesimo trailer identico a tutti gli altri. (Dicendolo mi sono garantito di non lavorare più nell'industria...?)
Eurogamer: Che effetto ti fa vedere che la serie di Deus Ex continua (senza di te)?
Warren Spector: Sono molto contento che la serie vada avanti. Ovviamente avrebbe potuto essere un disastro ma i ragazzi di Eidos Montreal sembrano capire davvero ciò che rese il titolo originale un successo, e stanno facendo un ottimo lavoro con i nuovi capitoli: hanno fatto solo tre o quattro scelte di game design che io non avrei fatto! Ho giocato Human Revolution e mi è piaciuto molto: aveva il feeling di un vero capitolo di Deus Ex. Una volta tanto, ho potuto sperimentare un nuovo Deus Ex senza conoscerlo già a memoria da prima della release... è stata una bella esperienza! Ora sono molto curioso di vedere cosa faranno con Mankind Divided.
Eurogamer: Come sempre, sono stati mostrati molti giochi ma per la maggior parte si tratta di sequel, remake o comunque titoli derivanti in qualche modo da IP già note. Cosa ne pensi dell'attuale stato dell'innovazione nella nostra industria? Le console "next-gen" ci stanno dando qualcosa oltre ad una grafica migliore?
Warren Spector: Beh, l'abbondanza di sequel, remake eccetera non è un fenomeno nuovo. Personalmente mi lamento da tempo del fatto che ci ritroviamo a giocare sempre gli stessi titoli, solo con una grafica migliore. È una situazione che esiste da anni. L'innovazione è sempre stata difficile da promuovere e vendere.
Ovviamente, c'è anche qualcuno che tenta di fare qualcosa di nuovo (mi viene in mente No Man's Sky), ma quando voglio trovare un gameplay fresco e delle idee innovative in genere mi rivolgo ai titoli indie, non ai tripla-A. L'Indiecade di quest'anno è stato fantastico, si sono viste cose davvero interessanti. È bello vedere che Microsoft e Sony vogliono supportare in prima persona questo settore, mi dà speranza per il futuro.
Eurogamer: Sembra che realtà virtuale e realtà aumentata siano stati argomenti centrali alla fiera di quest'anno. Hai avuto modo di provare qualcuno dei prototipi? Si tratta davvero della prossima rivoluzione dell'intrattenimento e del gaming oppure rimarrà una nicchia per giocatori ultra-hardcore?
Warren Spector: L'ho sempre detto e continuo a ripeterlo: la realtà virtuale sarà un flop. Credo che genererà un moderato interesse nella comunità dei giocatori hardcore e immagino che abbia delle potenzialità molto interessanti nell'ambito dei social meeting o delle "riunioni virtuali", dell'addestramento e cose del genere. Ma per quanto riguarda l'intrattenimento di massa... non credo che possa attecchire. Penso che nessuno voglia fare la figura dello stupido (chiunque sembra stupido con un casco VR in testa) o isolarsi così tanto dal mondo. Insomma, se qualcuno mi si avvicina da dietro con una mazza da baseball in mano... io voglio accorgermene, non so se rendo l'idea. E questo senza nemmeno parlare di motion sickness e nausee varie.
È strano, negli anni '90 io stesso ho lavorato ad un paio di titoli che supportavano i caschi VR di allora e all'epoca l'idea mi entusiasmava. Adesso... il mio interesse a riguardo è molto minore. La realtà aumentata invece mi sembra molto interessante. Credo che abbia del potenziale.
Eurogamer: Qual è il gioco più interessante che hai visto allo show, e perché?
Warren Spector: Posso dire Deus Ex: Mankind Divided senza sembrare troppo autoreferenziale? Ok, ok... come non detto. Il gioco che mi ha affascinato di più è Cuphead. Probabilmente è perché amo alla follia l'animazione classica, ma quel gioco mi sembra fenomenale. Solitamente non sono un tipo che antepone la grafica al resto ma per Cuphead devo fare un'eccezione. Non vedo l'ora di giocarlo.
Anche Wattam mi ha intrigato molto, allo stand Indiecade: originale, pieno di senso di scoperta e di meraviglia... un altro buon lavoro da parte di Keita Takahashi, designer di Funomena e Katamari Damacy.
Poi mi incuriosisce Mario Maker. L'idea di lasciar plasmare l'esperienza al pubblico non sembra da Nintendo, un'azienda solitamente molto attenta nel controllo delle proprie IP. Non vedo l'ora che tutti i fan di Mario possano finalmente scoprire quanto è difficile creare un gameplay davvero divertente!
Infine volevo davvero vedere The Last Guardian e No Man's Sky, ma purtroppo non ci sono riuscito. Immagino che anche questi due titoli mi avrebbero molto impressionato.
Eurogamer: C'è stato qualcosa che ti ha veramente sorpreso a questo E3? Qualcosa che ti ha deluso o che ti ha dato speranze positive?
Warren Spector: Mi ha sorpreso sentir parlare così poco di titoli mobile. Ovviamente l'E3 non è lo show più appropriato per queste cose ma vista tutta la retorica sulla "morte delle console" e l'ascesa del gaming mobile... mi aspettavo di più.
In quanto a delusioni, devo citare nuovamente la quantità di seguiti. Nella mia carriera ho sempre lavorato duramente per evitare di sviluppare giochi che avessero un 4 o un 5 dopo il titolo.
Parlando di speranze, invece, torniamo allo splendido momento dello sviluppo indie, persino sulle console tradizionali. Date un'occhiata a titoli come Tribal & Error o Chambara e scoprirete che ci sono ancora nuove idee di design da esplorare.
Eurogamer: Quali saranno, secondo te, i futuri trend del mondo del gaming da tenere d'occhio?
Warren Spector: Credo che bisogni tenere d'occhio i business model. Attualmente sembra che nessuno riesca più a fare soldi, è una situazione preoccupante. Per quanto riguarda il mio impegno personale, credo che cercherò di capire i futuri sviluppi del settore mobile e il concetto di giochi come servizio. Al momento non sono abbastanza ferrato a riguardo ma quando tornerò allo sviluppo attivo dovrò essere pronto ad esplorare questi nuovi mondi.