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Wasteland 2: Director's Cut, console ultima frontiera - recensione

E se Fallout 4 fosse un cRPG?

Dare un'occhiata alle uscite di fine 2015 e rendersi conto che a distanza di circa un mese saranno disponibili su console e PC sia Wasteland 2: Director's Cut che Fallout 4, è una coincidenza che lascia davvero straniti e che fa riflettere sull'imprevedibilità di questa industria. D'altronde è curioso che due titoli con così tanti elementi di contatto ma allo stesso tempo così diversi rischino di ritrovarsi fianco a fianco sulla mensola di qualche appassionato di giochi di ruolo.

Curioso perché per quanto si tratti di produzioni ora molto diverse che hanno in comune esclusivamente l'ambientazione post-apocalittica e alcuni elementi tipici degli RPG, sia Wasteland che Fallout sono due franchise nati dalla stessa software house, Interplay, e in parte anche dalla mente delle stesse persone. Fallout nasce come una sorta di successore spirituale di Wasteland riuscendo ad essere, nonostante i periodi di pausa più o meno lunghi, una presenza costante nel mercato videoludico di fine anni '90 e dei primi anni 2000, passando successivamente sotto l'ala protettrice di Bethesda e reinventandosi come RPG in prima (o terza) persona con una buona dose di elementi tipici degli shooter.

Un sequel di Wasteland si è, invece, fatto attendere per ben 25 anni ed è diventato realtà solo grazie all'onda di entusiasmo che si era generata intorno al crowdfunding e a Kickstarter, alla passione di alcuni veterani come Brian Fargo e Chris Avellone e ad inXile Entertainment, la software house fondata da Fargo stesso. Dopo aver convinto la critica e i videogiocatori PC le avventure dei Desert Ranger sono pronte a sbarcare anche su console (chi possiede la versione base su PC ha diritto all'upgrade gratuito) con Wasteland 2: Director's Cut, una versione riveduta, migliorata e ampliata che ha il non facile compito di dimostrare che gli RPG vecchia scuola possono adattarsi anche ad un mondo fatto di analogici e di grilletti.

Le manie sono una delle novità di questa director's cut. Si tratta di veri e propri tratti che modificano permanentemente con bonus, ed eventuali malus, uno dei nostri ranger.

Le vicende narrate in Wasteland 2 hanno luogo nel 2102, quindici anni dopo quelle del primo capitolo della serie. Comandati dal Generale "Snake" Vargas (una vecchia conoscenza per chi ha giocato Wasteland), vestiremo i panni di quattro reclute dei Desert Ranger che avranno il compito di indagare sulla morte del ranger Ace e su una misteriosa trasmissione radio che si sta progressivamente espandendo all'interno dei territori di Florida e California. Quella che inizialmente doveva essere una semplice missione di routine si rivelerà ben presto un'epopea che ci porterà a combattere un nemico tanto pericoloso quanto spietato e a salvare quel briciolo di civiltà e di umanità che ancora risiedono nelle lande desolate e polverose del titolo sviluppato da inXile Entertainment.

La trama di questa director's cut, esattamente come quella del gioco originale, non si può di certo definire particolarmente ispirata ma uno dei punti di forza di Wasteland 2 risiede innanzitutto nella cura riposta nella creazione di questi particolari Stati Uniti post-apocalittici. Tra tribù di nativi americani, piccole città che cercano di vivere attraverso l'allevamento o la coltivazione di piante mutate geneticamente, folli sette religiose, gruppi militari autoproclamatisi dispensatori di legge e di una contorta e discutibile giustizia, bande di predoni pronti ad approfittare dei deboli e degli indifesi, città del peccato governate da alcool, gioco d'azzardo e prostituzione. Le mostruosità nate dal fallout nucleare non mancano ma a conti fatti la maggior parte delle interazioni si avranno con i rappresentanti di un'umanità allo sbando e disperatamente bisognosa di un'autorità pronta a schierarsi dalla parte dei pochi indifesi ancora vivi e vegeti.

Naturalmente starà a noi decidere come dispensare la legge dei Desert Ranger scegliendo se "perdere tempo" per salvare piccole cittadine oppure passare oltre e seguire la nostra missione principale non rischiando la vita in imprese complicate e potenzialmente letali. Anche perché la difficoltà di gioco, già a livello normale, non è certo una delle più accomodanti del panorama videoludico degli ultimi anni e partire con il piede sbagliato, con una squadra non ben assortita, potrebbe rivelarsi fatale.

I perk sono delle particolari specialità che, anche in base alle statistiche e alle abilità del personaggio, migliorano ulteriormente le capacità di uno dei membri della nostra squadra.

Il gameplay da buon RPG old-school non può, infatti, essere accostato ai rappresentanti del genere che negli ultimi anni hanno prosperato su console puntando soprattutto sulla deriva action dei giochi di ruolo. Non verremo mai presi per mano e avremo solamente delle indicazioni vaghe sulla posizione del nostro obiettivo o su come ottenerlo e in questo senso ascoltare con attenzione ogni dialogo ed esplorare attentamente il mondo di gioco ci permetterà di ottenere delle informazioni fondamentali per proseguire verso la prossima missione. Ma per capire a pieno che tipo di esperienza si troveranno di fronte i possessori di PS4 e Xbox One vale la pena di partire dall'inizio stesso della nostra avventura, che come ogni buon RPG che si rispetti ci vedrà alle prese con la creazione della nostra squadra di ranger.

Sin dall'inizio ci troveremo di fronte a una miriade di scelte e a una mole di informazioni potenzialmente spiazzanti, tra attributi e abilità suddivise in tre diversi rami (combattimento, conoscenza e abilità generali) che dovremo dosare attentamente per creare un gruppo eterogeneo e in grado di gestire ogni situazione. Già nel corso della creazione e personalizzazione della nostra squadra avremo a che fare con una delle novità di questa director's cut: le manie. Parliamo di particolari tratti che possono essere assegnati ai nostri ranger e che possono garantire dei bonus di varia natura ma avere anche delle conseguenze negative più o meno esplicite.

Le novità di questa edizione migliorata e rivisitata non si fermano di certo qui, dato che accumulando esperienza e salendo di livello non si potranno semplicemente migliorare le abilità ma anche ottenere dei perk, definiti in questo caso specialità. Al di là di alcune specialità base disponibili per tutti i personaggi, le più interessanti ed efficaci saranno sbloccabili solo possedendo determinati valori nelle varie abilità. I perk hanno, quindi, il compito di migliorare ulteriormente i ranger specializzandoli verso ruoli ben precisi, fondamentali nelle diverse situazioni che ci troveremo di fronte. L'obiettivo dei giocatori deve essere, infatti, quello di coprire con la propria squadra il maggior numero di abilità non occupandosi semplicemente di quelle legate al combattimento.

La ruota delle abilità, attivabile attraverso il grilletto sinistro, è una delle tante novità pensate per sopperire alla mancanza di mouse e tastiera.

Non sempre imbracciare le armi sarà la migliore soluzione possibile e in molti casi le abilità legate all'eloquenza, quelle che permetteranno di scassinare porte e cassaforti o disinnescare mine e trappole, si riveleranno una vera e propria manna dal cielo anche tenendo conto delle risorse e delle munizioni limitate che, soprattutto nelle prime ore della nostra avventura, ci costringeranno a tirare la cinghia e ad arrangiarci anche con le armi da mischia.

Il combat system creato da inXile si dimostra allo stesso tempo semplice e profondo, proponendo per ogni ranger un certo numero di punti azione da utilizzare per il movimento, con la possibilità di sfruttare coperture e zone rialzate, e azioni offensive di diversa natura. Anche quando si parla del combattimento la director's cut ci propone una piccola novità, come la possibilità di mirare a certe parti del corpo dei nemici. Il fuoco di precisione, nel caso in cui dovesse andare a segno, può confondere il nemico, diminuirne l'armatura o la velocità di combattimento oppure arrivare addirittura a disarmare il nostro bersaglio.

Uno degli aspetti più delicati di questo particolare porting su console è sicuramente il sistema di controllo dato che un titolo come Wasteland 2 è chiaramente progettato per essere giocato attraverso mouse e tastiera. In questo senso il lavoro di inXile è stato davvero encomiabile e l'introduzione di alcune feature completamente inedite si rivela estremamente efficace. Il movimento dei nostri personaggi sarà gestito attraverso l'analogico sinistro e la telecamera attraverso quello destro, con la possibilità di spostare tutta la squadra di ranger o i singoli personaggi selezionandoli attraverso i tasti dorsali (i bumper per intenderci).

Scatenare una pioggia di proiettili non è l'unico modo per risolvere i conflitti ma quando imbracciare le armi sarà inevitabile il combattimento a turni si dimostrerà profondo, curato, impegnativo e sempre divertente.

Il grosso delle interazioni con il mondo di gioco e le scelte nei dialoghi avvengono tutte con i tasti frontali (soprattutto la X su PS4) con la presenza di una ruota delle abilità e una ruota di combattimento attivabili attraverso i due grilletti. Il combattimento d'altra parte è gestito in maniera tutto sommato simile a quella di XCOM: lo spostamento avviene selezionando la casella che si vuole raggiungere all'interno di una griglia mentre le azioni offensive vengono gestite attraverso la ruota di combattimento sopracitata.

Buona anche la gestione dell'inventario, raggiungibile attraverso la pressione di un semplice tasto e navigabile sfruttando soprattutto dorsali e grilletti. In definitiva il sistema di controllo per quanto apparentemente complicato può essere, in realtà, padroneggiato a pieno in meno di un'ora dimostrandosi, quindi, ottimamente implementato.

Anche il comparto grafico presenta alcune novità grazie al passaggio a Unity 5. La nuova versione dell'engine garantisce un impatto discreto che non riesce di certo a raggiungere gli standard di altre produzioni next-gen ma che può contare su una cura per i dettagli e uno stile decisamente apprezzabili. Di buona fattura anche il sonoro, con musiche particolarmente ispirate composte dal veterano Mark Morgan e un doppiaggio in Inglese di discreta fattura che è stato ampliato rispetto alla versione base del titolo. Proprio al doppiaggio e alla localizzazione è, però, legato uno dei difetti più gravi di questa director's cut: la mancanza dell'Italiano.

Non ci aspettavamo di certo un doppiaggio nella nostra lingua ma quanto meno la presenza dell'Italiano per i sottotitoli e per l'interfaccia di gioco. In questo senso è preoccupante notare come rispetto al lancio della versione base di Wasteland 2, avvenuto ormai un anno fa, siano stati fatti dei passi indietro piuttosto gravi. All'esordio su PC, infatti, il titolo poteva contare su una discreta localizzazione su cui aveva lavorato la community di fan e che è stata progressivamente migliorata attraverso diverse patch e aggiornamenti.

Chi non ha dimestichezza con gli RPG old-school rimarrà, almeno inzialmente, spiazzato dalla schermata di personalizzazione e creazione dei personaggi.

La mancanza dell'Italiano è una pecca molto grave che lascia l'amaro in bocca e che dimostra ancora una volta come agli occhi degli sviluppatori e dei publisher il nostro mercato sia purtroppo trascurabile, in termini di vendite, rispetto a quello di altri Paesi europei. La nostra speranza è che la lingua venga inserita attraverso una patch direttamente al day one o poco dopo il lancio, dato che non avere una conoscenza almeno discreta dell'Inglese rende questo titolo praticamente ingiocabile.

Molte luci e qualche ombra, quindi, per il debutto su console di uno dei titoli che ha segnato la rinascita degli RPG old-gen. Da un lato ci troviamo di fronte ad un porting di alta qualità con un sistema di controllo pressoché perfetto e con alcune novità piuttosto interessanti (manie, perk, colpi di precisione, nuovi NPC e un doppiaggio migliorato e ampliato), che però a conti fatti non migliora la poco originale trama del gioco base e che si fa del male da solo non proponendo, almeno nella build della nostra recensione, una localizzazione in Italiano fondamentale per tutti coloro che non masticano l'Inglese.

Coloro che invece non si fanno intimorire dall'ostacolo linguistico, che sono curiosi di scoprire quelle che tutto sommato sono le origini di Fallout e sono alla ricerca di un RPG che non prenda costantemente per mano i giocatori, Wasteland 2: Director's Cut è un acquisto quasi obbligato e il sequel che per 25 anni i veterani della base Cochise stavano aspettando.

8 / 10