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Dirt Rally - recensione

PC master (rally) race.

Dirt Rally è il bagno d'umiltà che fa tornare Codemasters al successo dopo anni di frustrazioni.

Essere soprannominati "Bugmasters" non dev'essere una bella cosa, soprattutto se si tratta di una reputazione guadagnata a pieno titolo dopo anni di politiche commerciali discutibili, di cui F1 2015 è l'ultimo esponente.

Complice un modello di business da almeno due uscite all'anno, era chiaro che i Codies avevano deciso d'intraprendere la strada della quantità rispetto alla qualità, con risultati sotto gli occhi di tutti: giochi messi in vendita privi di un consistente betatesting e dati in pasto alle ire degli appassionati previo esborso di un prezzo pieno.

L'arrivo su Steam di Dirt Rally ci ha sorpreso. Il primo motivo è stato la pubblicazione del gioco in modalità Early Access, che per la modica cifra di 29 euro ha permesso agli appassionati di portarsi a casa un titolo non completo in termini di contenuti ma perfettamente giocabile, stabile e privo della vagonata di bug dei suoi più blasonati (e licenziati) predecessori.

Si tratta della conseguenza di un diverso modello di sviluppo, un progetto partito nel 2014 senza date d'uscita definite e pubblicato su Steam con l'obiettivo dichiarato di ascoltare il feedback dei fan per arrivare al rilascio dei una versione completa il più rifinita possibile.

La Lancia Stratos danza tra i dossi della campagna inglese. Da notare il movimento delle sospensioni e l'eccellente realismo generale dei movimenti del corpo vettura.Guarda su YouTube

Ma veniamo ai contenuti di Dirt Rally: al momento dell'Early Access conteneva già buona parte delle vetture che ora si possono usare e una base di tracciati, in particolare tre rally completi composti da dodici tappe ciascuno, ovvero Grecia (ghiaia) Montecarlo (asfalto, neve) e Inghilterra (fango/sterrato). In seguito sono arrivati Germania (asfalto), Finlandia (ghiaia) e Svezia (neve).

In realtà le tappe sono tutte diverse le une dalle altre ma in molti casi si tratta di versioni al contrario e della combinazione di alcune parti di tracciato con aree comuni per disegnare speciali diverse tra loro. A queste prove di rally puro si sono aggiunte la cronoscalata di Pikes Peak e una serie di circuiti in Rally Cross da correre in parallelo contro altri avversari di cui parliamo nel box qui a fianco.

Le speciali sono riproposizioni dei rally reali studiati al satellite: niente laserscan quindi, ma quello che manca nella precisione assoluta della riproposizione si ritrova nell'estrema difficoltà delle tappe grazie a un ottimo lavoro svolto sulla sede stradale. Ogni tratto è caratterizzato da cunette, dossi, cambi di pendenza e buche che a velocità di poco superiori a quella ideale si trasformano in trappole micidiali.

Nella migliore tradizione della specialità, il tracciato è largo appena per far passare due autovetture affiancate e spesso anche meno. Pietre, alberi, fossi, guard rail, pali, muretti ma soprattutto scarpate, sono pronte a giustiziare all'istante i piloti che non seguano alla lettera le indicazioni del proprio navigatore.

Gestire una Audi Quattro S1 a 170km/h sull'asfalto della Germania non è roba per tutti. Bentornato Gruppo B.

Dirt Rally è affrontabile in vari modi: si possono disputare corse singole personalizzando il numero di tappe o eventi multipli per prepararsi alla sfida più difficile, ossia la modalità carriera, decisamente il piatto forte di Dirt Rally. In questo caso viene gestita automaticamente la progressione degli eventi in base ai risultati ottenuti: vincere o piazzarsi tra i primi tre in genere garantisce l'accesso ai campionati di livello superiore con vetture e piloti di livello più elevato.

Nella modalità carriera i vari rally vengono concatenati tra loro con l'assegnazione di un punteggio al termine di ciascun evento che va a comporre la classifica finale senza che il giocatore possa intervenire sulle tappe scelte. Una volta iniziato l'evento, le possibilità sono limitate al ricominciare una prova con una penalità economica, mentre il ritiro volontario o per incidente causa il forfait dalla competizione in corso senza possibilità di recupero facendoci segnare uno zero in casella.

La progressione della carriera ha anche un altro effetto: vincendo o piazzandosi si guadagnano sonanti crediti da investire nell'acquisto di vetture più potenti che aprono l'accesso ai campionati di livello superiore. Non solo: il gioco simula l'efficienza della squadra che ci accompagna nella competizione e avere più meccanici e ingegneri a disposizione permette sostanzialmente di effettuare riparazioni più efficaci al corpo vettura nella mezz'ora che si ha a disposizione ogni due tappe. Il gioco simula abbastanza bene i vari tipi di perdite di prestazioni relative ad aree specifiche della vettura, a seconda di quanto questa sia stata "maltrattata" nelle tappe precedenti.

Molte speciali sono in notturna: il sistema d'illuminazione è ben fatto e non è raro finire una tappa senza fari a causa dei troppi incidenti.

Un frontale contro un albero o un masso sarà chiaramente foriero di problemi a radiatore e motore, mentre atterraggi violenti metteranno a dura prova ruote, molle e ammortizzatori, per non parlare dei freni e di tutta la carrozzeria in generale, comprese forature che vi possano far finire una tappa su un cerchione. Correndo i rally completi o disputando la modalità carriera si rischia d'incorrere nell'uscita di strada da un precipizio, che porta all'immediato ritiro dalla competizione anche per chi, fino a quel momento, aveva magari guidato in modo ineccepibile ed era in testa al campionato.

Per chi riesce sempre ad arrivare in fondo, nelle prime fasi della carriera spesso ripartirà con la macchina rabberciata alla bell'e meglio, ma investendo accuratamente il denaro in meccanici extra si garantirà sempre la possibilità di ripartire per le due tappe successive con la vettura intonsa, a meno di non averla proprio sfasciata nelle due precedenti. Un approccio realistico che abbiamo molto apprezzato per come obbliga il giocatore a guidare veloce ma con testa, anche nelle situazioni più difficili.

Dirt Rally non ha alcuna pretesa di presentare un parco auto omnicomprensivo ma di proporre, per quanto possibile in relazione alle licenze ottenute, le vetture più rappresentative delle epoche che hanno caratterizzato questa specialità suddivise per decadi, dagli anni '60 fino al decennio scorso. Tra queste spiccano autentici mostri sacri come Lancia Stratos o Delta Integrale, oppure Escort RS2000, Subaru Impreza o Peugeot 205, arrivando alle Ford Focus e Citroen più recenti.

Una Peugeot 205 con un alettone imbarazzante tra i dossi della temibile Pikes Peak. Il sonoro dei motori è semplicemente esaltante.Guarda su YouTube

Le vetture sono curate e ben fatte come modello tridimensionale e livrea: si sporcano e deformano in caso d'incidenti ma soprattutto si comportano in modo molto convincente dal punto di vista della meccanica. Dirt Rally non è un simulatore a tutti gli effetti ma siamo certi che a Birmingham abbiano lavorato sodo su dati tecnici costruttivi per proporre un modello di guida convincente e diverso da vettura a vettura in relazione a peso, dimensioni e prestazioni.

Per la prima volta da quando Codemasters ha iniziato a coniugare l'immediatezza dell'arcade alla sofisticazione di un modello di guida realistico, possiamo dire che in questo caso l'ago della bilancia penda a favore della seconda categoria regalandoci uno dei modelli di guida meglio riusciti in tutte le uscite del publisher inglese. Di questo ci si accorge soprattutto nel rally di Montecarlo nelle tappe prive di neve o ghiaccio.

L'inserimento e l'aderenza cambiano nettamente in base alla tipologia di mezzo guidato, deprimendosi con le vetture più datate, esaltandosi con quelle caratterizzate da un grande grip meccanico come la Lancia Delta Integrale o la Subaru Impreza. I bolidi capaci di divorare le curve sanno regalare grandi emozioni su asfalto a chi sa gestire con attenzione sottosterzo e soprattutto sovrasterzo (viste le potenze in gioco), anche usando il freno a mano soprattutto quando si sbloccano le belve indomabili del Gruppo B, la categoria che ha fatto, anche tragicamente, la storia del rally.

Basta un pomeriggio di derapate, salti e incidenti a ripetizione per accorgersi dei pregi del modello di guida accessibile ma completo di Dirt Rally. Il force feedback è ben fatto e trasmette con buona dovizia di particolari il fondo stradale tra asperità e alleggerimenti. Il suo pregio migliore è quello di far sentire il peso dell'auto ma soprattutto i cambi di aderenza dovuti all'alternarsi delle superfici, permettendoci di cambiare al volo lo stile di guida in base alle indicazioni del nostro copilota, quasi sempre molto precise anche se forse da rivedere in un paio di punti nelle tappe più tortuose.

Gli effetti di fumo sono convincenti e ben fatti e a giudicare dal numero di sterrati ne vedrete in abbondanza.

Per essere competitivi agli alti livelli di difficoltà si deve per forza mettere mano a un setup semplificato dell'auto impostabile solo una volta prima di ogni Rally. Gli assetti sono modificabili tramite una schermata semplice ma coerente nel cambiare il comportamento non solo in base allo stile di guida ma soprattutto per le caratteristiche della tappa (la lunghezza delle marce e le barre antirollio) e in base al fondo stradale (tutta la parte sospensiva).

Per chi voglia approcciare Dirt Rally senza fatica, è presente una confortevole modalità assistita da giocare con tastiera o joypad e relativi aiuti attivati, in particolare la frenata e l'accelerazione che permettono di divertirsi con poco sforzo, ma che per forza di cose non dà la possibilità di ottenere grossi risultati. Le prestazioni dei piloti avversari agli alti livelli di difficoltà si possono ottenere solo togliendo gli aiuti e usando un controller analogico: il pad se la cava piuttosto bene ma per avere il massimo si deve chiaramente usare un volante.

Anche sotto l'aspetto tecnico ci sono pochi appunti da muovere al lavoro svolto da Codemasters: l'Ego Engine che pulsa sotto il cofano non è recentissimo ma è capace di ottime prestazioni a 1080p a frame rate elevatissimi anche su PC di fascia medio bassa, e di restituire inquadrature stratosferiche nei replay soprattutto quando pioggia e neve fanno capolino nelle varie tappe. Delle vetture ben dettagliate abbiamo già detto e altrettanto convincenti sono le ambientazioni, con ottimi elementi di contorno e visuali sulla lunga distanza molto suggestive.

Il navigatore è sempre piuttosto preciso ma abituarsi alle indicazioni in sequenza richiede parecchio allenamento. Le prove con pioggia, neve e ghiaccio sono un vero e proprio incubo, sopratutto in notturna.

Una nota di merito va all'ottimo sonoro: le indicazioni del navigatore in Italiano sono un buon valore aggiunto per i piloti nostrani, anche se non rispecchiano alla perfezione le terminologie usata nella realtà. Il sospetto è che anche il copilota inglese usi gli stessi termini semplificati per rendere Dirt Rally accessibile a un numero di utenti il più ampio possibile. Stupendi i rumori di quasi tutti i motori, in particolare i turbo da dentro l'abitacolo: sentire il rilascio della wastegate a ogni cambiata farà godere di piacere ogni appassionato di motori degno di questo nome.

E i difetti? Qualcuno c'è ma sono pochi e non compromettono eccessivamente la qualità complessiva del gioco. Il primo è la mancanza della gestione gomme: il gioco sceglie per noi quelle più adatte ma sarebbe stato interessante poter effettuare scelte diverse da impiegare soprattutto nelle tappe ad aderenza mista. In seconda battuta, non perfetta è l'estetica del modello di danni: gli effetti di fumo sugli sterrati e le scintille dai cerchioni quando si fora sono molto belli, così come le perdite di pezzi della carrozzeria, ma alcune deformazioni in certi incidenti fanno assumere all'avantreno forme comicamente improbabili.

Il difetto più fastidioso è però la costanza dei nostri avversari: spesso si ha la sensazione che i piloti virtuali più forti saranno sempre in lizza fino alla fine del rally in modo un pò artificioso perchè non incappano mai in incidenti lievi o gravi che possano compromettere la tappa o il rally nella sua interezza, riservando qualche sorpresa in classifica generale per rendere le gare imprevedibili. Vista la notevole difficoltà delle speciali, non sarebbe stato male simulare questi incidenti anche per l'IA visto che al pilota umano Dirt Rally perdona poco o nulla.

Le gare in Rallycross sono l'unica concessione di vero multiplayer agli amanti della sportellata. Il resto delle competizioni online è sempre in classifiche a tempo.Guarda su YouTube

Magagne a parte, non ci sono dubbi: Dirt Rally è uno dei migliori videogiochi di rally mai realizzati finora, un ibrido tremendamente impegnativo ma foriero di grandi soddisfazioni a chi vorrà dedicarcisi che mescola un 60% di simulazione con un 40% di arcade. Con un buon volante farà fare un bel salto di qualità all'abilità di guida dei reduci della serie Dirt, ma divertendo parecchio anche i professionisti della simulazione orfani del venerabile Richard Burns Rally.

I meriti di Dirt Rally vanno però oltre le sue qualità oggettive: le correzioni apportate in corso d'opera ascoltando gli input degli utenti (un gran lavoro è stato svolto sul supporto volanti) confermano come i cicli di sviluppo a tappe forzate siano il nemico peggiore della qualità e di come Codemasters sia stata per troppo tempo uno degli esempi negativi più evidenti di questo stato di cose dell'industry.

Questo cambio di approccio dimostra quindi due cose: la prima è che a Birmingham sanno ancora come sviluppare giochi di qualità privi di bug. La seconda è che l'Early Access di Steam si sta rivelando uno strumento provvidenziale anche per lanciare i progetti di software house affermate e non solo studi indipendenti.

La riprova della bontà di questa scelta, che per ora ci propone solo la versione PC di Dirt Rally su Steam a 38 euro, deriva dalla conferma della pubblicazione nella primavera del 2016 delle versioni console Xbox One e PS4 di Dirt Rally, esattamente com'è accaduto per Assetto Corsa. Chi può ancora dire che la PC Master Race, nell'accezione corsaiola del termine, è un male per il mercato console?

9 / 10
Avatar di Matteo Lorenzetti
Matteo Lorenzetti: Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.

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Dirt Rally

PS4, Xbox One, PC

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