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Dariusburst: Chronicle Saviours - recensione

I Silver Hawk tornano a sfrecciare sui nostri schermi.

Darius, saga partorita da Taito nel lontanissimo 1986, rappresenta e promuove un modo di intendere i videogiochi ormai sbiadito, per lo più ignorato, certamente superato da nuovi canoni ludici e necessità del pubblico pagante. Ovviamente non ci riferiamo al genere degli shooter bidimensionali a tema spaziale. Già Ikaruga, ben due generazioni di console fa, rappresentava una mirabile e apprezzabilissima eccezione.

Alludiamo, al contrario, a quel tipo di produzioni che facevano di tutto per mettere in difficoltà l'utente, proponendogli sfide estremamente complesse e boss di fine livello degni di questo altezzoso nome. Fatta esclusione per i Dark Souls, e conseguente progenie più o meno legittima, sono pochissimi i titoli che pretendono un'applicazione intensiva e una ferrea determinazione per essere completati.

Piegare e sconfiggere la prepotente armata di Belser, a bordo dei potentissimi Silver Hawk, per l'appunto, ha sempre richiesto riflessi prontissimi e una conoscenza quasi mnemonica delle offensive nemiche. Eppure, anche l'hardcore gamer più intransigente deve accettare il cambiamento, le novità, l'affermarsi di nuovi trend. Perché, è inevitabile, prima o poi anche i grandi classici devono mostrare un minimo di apertura se non vogliono estinguersi a mano a mano che lo zoccolo duro dei fan si assottiglia.

Dariusburst è in realtà il remake di un remake. La sua originaria release risale al 2009 su PSP. Arrivò poi Another Code, rivisitazione in salsa coin-op, e infine il qui presente Chronicle Saviours.

Dariusburst: Chronicle Saviours, in questo senso, cerca e trova il compromesso perfetto, indirizzato com'è, almeno virtualmente e relativamente al genere di riferimento, ad un target quanto mai trasversale. I fattori che rendono possibile un tale prodigio sono fondamentalmente due. Il primo è intimamente legato al livello di difficoltà del gioco. In questo senso, i ragazzi di Pyramid (in stretta collaborazione con Chara-Ani Corporation) hanno difeso l'integrità concettuale della saga, pur permettendo anche ai neofiti di divertirsi, e impratichirsi, senza troppe penalizzazioni.

Di fatto non è stato concesso alcuno sconto per quanto concerne aggressività degli avversari e arsenale delle gigantesche fregate che vi affronteranno al termine dello stage di turno, ma, selezionando la voce opportuna nel menù, è possibile godere di un numero illimitato di navi spaziali per completare la propria missione di liberazione della galassia dalla presenza dei Belser. Un'espediente perfetto, che nulla toglie al puro piacere ludico, né a quello che se ne trae scalando le classifiche online dal momento che, in ogni caso, persa la terza vita il sistema esclude a priori l'utente da qualsiasi competizione.

L'altro fattore, che rende questo shooter bidimensionale apprezzabile da un ampio pubblico, è la presenza di diverse modalità che, oltre a far lievitare il fattore longevità, donano varietà all'azione. La modalità AC, la più classica, ripropone l'attraversamento di un sistema planetario, superando un numero prestabilito di stage in cui, di volta in volta, selezionare uno dei percorsi presenti, ognuno distinto dal livello di difficoltà che lo caratterizza.

Tra le modalità presenti figura anche l'Event Mode, tutt'ora bloccato, che proporrà a cadenza regolare alcuni livelli e sfide create ad hoc dal team di sviluppo.

Oltre a scegliere di che morte morire, il videogiocatore è chiamato a selezionare la versione di Silver Hawk che più si adegua al proprio stile di combattimento. Chi affida la propria sopravvivenza all'elusione dei colpi nemici opterà per un modello più agile, chi è convinto che l'attacco sia la miglior difesa preferirà la versione che monta i cannoni laser più potenziabili.

In ogni caso, tuttavia, dovrete prepararvi ad essere attaccati da ogni lato, in ogni modo. Tra sciami d'asteroidi, decine di navicelle che si muovono in formazione, torrette e immancabili vascelli ben corazzati, dopo il primo livello di riscaldamento, ogni momento è buono per tirare le cuoia. Per sperare di sconfiggere l'impero Belser bisogna naturalmente sviluppare una buona coordinazione mano-occhio. Anche acciuffare ogni power-up che compare sullo schermo, così da potenziare raggi laser, fuoco secondario e scudo difensivo, dà una bella mano alla causa.

Imparare ad utilizzare nel migliore dei modi il pod, in ogni caso, è assolutamente indispensabile. L'inseparabile compagno della Silver Hawk può generare una sorta di buco nero con cui inghiottire ogni minaccia, oppure generare un potente raggio con cui spazzare via ogni nemico che si trovi nel mezzo. Quest'ultima funzione, in particolar modo, può essere sfruttata in un'utilissima variante che dona ulteriore profondità strategica all'esperienza. Volendo, infatti, il pod può essere staccato dalla navicella primaria, generando, di fatto, una seconda fonte di fuoco utile per creare una via di fuga o per ingaggiare lo stesso avversario da due punti diversi.

Tra le possibilità tattiche offerte, figura anche il cambio di verso della navicella, così da colpire gli avversari che tentano di prendervi alle spalle o i nemici che pensano di averla fatta franca.

Dal momento che l'energia con cui si genera il raggio laser si ricarica con i colpi nemici, un buon piazzamento, soprattutto contro i boss di fine livello, può garantirvi un attacco potenziato idealmente illimitato. Naturalmente solo i veri esperti, con la pratica, impareranno ad utilizzare il pod come si conviene, potendo così sperare di sopravvivere e, al contempo, di occupare i primi posti nelle classifiche online. La modalità Chronicle, invece, appoggiandosi alle medesime meccaniche ludiche, vi proietta in una sorta di galassia online in cui dovrete liberare una lunga lista di pianeti affrontando un certo numero di stage. Per farlo potrete sia contare sulla presenza fisica di un alleato, sia proseguendo nella campagna di bonifica in solitaria, completando le battaglie spaziali appena sbloccate.

Chiude l'elenco di voci presenti nel menù, la modalità CS. Qui, oltre a poter acquistare nuove astronavi e potenziamenti spendendo i punti guadagnati, i livelli compongono una sorta di storia, brevemente raccontata tramite sintetiche didascalie. Nulla di particolarmente raffinato, in termini narrativi, ma i fan saranno premiati da nuovi dettagli che arricchiscono ulteriormente l'universo immaginifico della saga.

Dariusburst: Chronicle Saviours sarebbe comunque meno affascinante e ipnotico senza il suo meraviglioso comparto artistico. Se in termini puramente grafici si lamenta una certa povertà negli effetti speciali e nelle texture, non proprio degne di PC e PlayStation 4 (ma anche di PS Vita), gli splendidi scenari in cui sono ambientati gli scontri a suon di raggi laser sono in grado di ammaliare l'utente. Tra scorci di spazio profondo e pianeti che, nonostante tutto, mantengono intatti i loro panorami mozzafiato, resterete delusi solo nel constatare che alla lunga le ambientazioni tendano a essere sempre le stesse, nonostante, almeno sulla carta, si stia combattendo per la liberazione di un pianeta fino a quel momento sconosciuto.

Non manca naturalmente il multiplayer locale fino a quattro giocatori. In compagnia Dariusburst: Chronicle Saviours rischia seriamente di diventare una droga.

Anche sul fronte sonoro le lodi si sprecano. Se in termini di effettistica tutto è nella norma, la soundtrack riesce a fondersi mirabilmente con l'azione sullo schermo. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, vista la frenesia con cui si consumano le battaglie, il genere di riferimento non è il rock, né tantomeno la dance. Zuntata, band nota per aver curato le colonne sonore di Puzzle Bubble, Arkanoid e Ninja Warrior, ha virato verso la chill-out e l'elettronica. Gameplay, grafica e sonoro, così, si amalgamano alla perfezione riuscendo a creare un mix sensoriale da cui è difficile staccarsi.

La saga di Darius, almeno per il momento, ha evitato l'estinzione riuscendo a reinventarsi, senza per questo tradire la sua essenza. Dariusburst: Chronicle Saviours è uno shooter bidimensionale difficile, impegnativo, persino intransigente. Eppure, allo stesso tempo, introducendo la possibilità di contare su un numero infinito di vite, riesce ad essere fruibile e divertente anche per i neofiti o per chi cerca un esperienza sì complessa, ma non frustrante. Come se non bastasse, la creatura di Pyramid vanta un'invidiabile longevità.

Le tre modalità di gioco, in soldoni, offrono più di mille livelli. Non tutti godono di un level design all'altezza delle aspettative, è vero, ma anche nei casi peggiori, ci penserà lo strepitoso comparto grafico e sonoro a rendere meno amara la pillola.

8 / 10