Rise of the Tomb Raider PC - recensione
Già era bello, ma su PC…
Dopo aver passato il Natale tra le accoglienti mura di Xbox, collezionando tanti elogi ma non riuscendo a vestire i panni della killer application, Rise of the Tomb Raider comincia il viaggio che la porterà a visitare nei prossimi mesi due tra le piattaforme che le hanno dato i natali: PC e PlayStation.
In attesa della versione per la console current-gen di Sony, prevista per la fine dell'anno, abbiamo potuto mettere le nostre manine su quella che, miracoli a parte, sarà la versione migliore dell'ultima fatica di Crystal Dynamics. I sostenitori del PC, infatti, avranno un altro esempio con il quale bullarsi nella stucchevole gara col righello in mano che sembra animare le discussioni di tutti i siti di videogiochi del mondo.
Senza giri di parole, Rise of The Tomb Raider su PC è incredibilmente bello da vedere e riesce a migliorare sotto tutti i punti di vista il già ottimo lavoro fatto su Xbox One. Certo le risorse hardware richieste non sono risibili, ma coloro che possono vantare una macchina da gioco al passo coi tempi potranno spremere il loro hardware e godere di un'avventura di alto livello.
Grazie alle tante impostazioni grafiche messe a disposizione da Crystal Dynamics, ognuno potrà cercare il settaggio più adatto alla propria configurazione. Le opzioni a disposizione spaziano da quelli più classici come antialiasing e filtro anisotropico, a opzioni per regolare il livello di dettaglio delle texture, la tassellazione, l'occlusione ambientale e il fogliame dinamico.
Il purista passerà del tempo a cercare il compromesso migliore tra grafica e fluidità, ma prima di poter iniziare con gli esperimenti dovrà per forza scaricare i nuovi driver della propria scheda video. Con quelli attualmente in circolazione, infatti, il gioco tende a bloccarsi in momenti nei quali, in teoria, dovrebbe avere meno problemi a gestire il software, come durante i filmati o le scene scriptate.
Una volta aggiornati i driver della GTX 780 Ti che abbiamo in dotazione, però, tutto si è sistemato, e con un i5 6600k e 16GB di RAM siamo riusciti, durante le sequenze di gameplay, a mantenere un frame-rate tra i 55 e i 60 fotogrammi al secondo, giocando in Full HD.
Per raggiungere queste prestazioni abbiamo dovuto rinunciare ad alcuni settaggi di livello Molto Alto, come il fogliame dinamico o il Sun Soft Shadows, ma con un po' più di tempo siamo sicuri di poter spremere ancora qualcosina di più dal nostro sistema.
La qualità raggiunta, unita a una maggiore ampiezza della mappa di gioco, ad una migliore varietà delle animazioni di Lara e a delle scelte registiche convincenti di Crystal Dinamics, rendono Rise of The Tomb Raider un'esperienza davvero sorprendente, migliore sotto praticamente tutti i punti di vista al reboot del 2013.
Gli sviluppatori sono stati in grado di dare ulteriore spessore e credibilità alla protagonista, non tanto attraverso i dialoghi o i suoi pensieri, ma grazie a una cura per i dettagli davvero notevole, che la fanno sembrare viva e consapevole del mondo che la circonda. Vederla allungare una mano per appoggiarsi a una parete, ripararsi automaticamente in presenza di nemici o legarsi i capelli dopo essere stata in acqua sono gesti semplici, forse impercettibili, che però creano empatia con Lara e la rendono reale.
Come gusto e sensibilità siamo ai livelli dei lavori di Naughty Dog, ma grazie alla potenza dei PC lo spettacolo visivo è persino superiore, grazie a un comparto di illuminazione realizzato a regola d'arte, una dinamica dei fluidi raffinata e un PureHair, un'evoluzione del TressFX, in grande spolvero.
Questo comportamento dinamico della protagonista non sempre funziona alla perfezione; talvolta infatti, Lara non "leggerà" perfettamente il contesto e quindi non si acquatterà al muro o metterà al riparo, ma nondimeno l'effetto globale sarà notevole per la stragrande maggioranza del tempo.
Il difetto più grande di Rise of The Tomb Raider, come sottolineato nella nostra recensione della versione Xbox One, è sicuramente da cercare da un'altra parte. In molte fasi, infatti, si sente una certa mancanza di originalità, ma di fronte a tanta magnificenza si può anche chiudere un occhio.
Tornerete a vestire i panni della nuova Lara Croft, un personaggio che è meno irraggiungibile di quello visto in azione negli anni '90, ma che è comunque in grado di prendere a calci nel sedere decine di cattivoni contemporaneamente. In questo secondo capitolo troverete una Lara cresciuta e più sicura di sé, ma sempre umana, che dovrà fare continuamente i conti con i limiti del suo corpo.
Anche in questa avventura, infatti, la giovane protagonista verrà sballottata in lungo e in largo per il pianeta, sanguinerà, prenderà botte e tremerà dal freddo, ma farà di tutto pur di sopravvivere. Torneranno rafforzate, infatti, tutte quelle abilità di sopravvivenza accennate in Tomb Raider, come la possibilità di cacciare, di raccogliere erbe, o rovistare tra i cadaveri nemici. Questo non servirà solo a rimpinguare le vostre tasche con nuove munizioni, ma anche a creare frecce velenose, medikit o esplosivi.
Non mancherà, ovviamente, anche l'istinto di sopravvivenza, ovvero quell'abilità speciale della bella Lara che le consentirà sia di vedere tutti gli elementi sensibili della mappa, come munizioni, appigli o oggetti da raccogliere, sia di capire dov'è l'obiettivo successivo, in modo da non perdervi mai.
La nuova struttura dei livelli, pur non avendo la complessità di un open world puro, è decisamente più ampia che in passato, ed è in grado di contenere al suo interno molti più elementi secondari, come un emporio nel quale acquistare oggetti e potenziamenti, le tane degli orsi, luoghi nei quali potrete cacciare questi temibili plantigradi per ottenere la loro preziosissima pelle (animalisti, abbassate quel sopracciglio, vi capiamo, ma è solo un videogioco!) o le più classiche missioni secondarie, che vi saranno consegnate da alcuni dei personaggi che incontrerete sulla vostra strada.
Ovviamente non potevano mancare le tombe da esplorare (è pur sempre un Tomb Raider), ovvero luoghi dove mettere un po' alla prova le vostre meningi, risolvendo piccoli puzzle ambientali.
Di cose da fare oltre a seguire le sfortunate avventure di Lara ce ne sono dunque tante, senza contare le Spedizioni, ovvero la possibilità di affrontare alcune missioni della storia sotto una nuova luce. Durante la vostra avventura, o acquistandole dal negozio nel gioco, otterrete diverse carte, ognuna legata a uno specifico valore che andrà a conferire dei bonus o dei malus alla vostra partita, così da avere ogni volta una sfida dal sapore leggermente diverso.
Avrete la possibilità di scegliere il tipo di sfida da affrontare tra quelle prefissate, ma potrete persino creare la vostra Spedizione, scegliendo la sequenze di compiti da portare a termine, i bonus e così via. Potrete poi persino condividerla con gli amici o con la community, in modo da poter lanciare una sfida su chi ottiene il punteggio più alto.
In questo modo Square Enix prova anche a superare un altro potenziale limite della produzione, ovvero una rigiocabilità non proprio eccezionale, andando così a formare un pacchetto estremamente solido, ben confezionato e divertente, che ogni amante dei giochi d'avventura non dovrebbe farsi sfuggire.
Le uniche controindicazioni sono per coloro che proprio non hanno mandato giù il Tomb Raider uscito nel 2013, ma anche loro potrebbero voler dare un'occhiata all'ultima fatica di Crystal Dynamics, magari solo per sbavare di fronte ai tramonti siberiani e mandare screenshot agli amici consolari.