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Neon Chrome - recensione

Roguelike e shooter twin stick si fondono in un futuro distopico in stile Blade Runner.

Neon Chrome non è un prodotto particolarmente originale. Il pessimo Tower of Guns, titolo che si è ritagliato un minimo di notorietà solo perché distribuito gratuitamente agli iscritti al PlayStation Plus, oltre ad anticiparne l'implicita scalata verso la roccaforte del super-cattivone di turno, proponeva una commistione piuttosto simile tra il genere dei roguelike e la tradizione degli sparatutto.

La visuale, esattamente come il risultato finale, è tuttavia profondamente diversa. Al posto di avversari fuoriusciti da una pessima puntata di Robot Wars e della prima persona, i ragazzi di 10tons Ltd hanno optato per un futuro distopico, nel quale accendere la scintilla di una rivoluzione da condurre, e combattere, osservando il proprio avatar da una prospettiva isometrica.

Oltre all'arma primaria, potrete contare su un attacco speciale. Previo riempimento della barra specifica, potrete sparare missili teleguidati, esplodere un colpo di fucile che si propaghi in ogni direzione e così via.

C'è molto di Blade Runner nel brevissimo video che funge da prologo all'epopea dell'anonimo hacker che tenterà di rovesciare, a suon di piombo e polvere da sparo, l'asfissiante governo della Neon Corp, una dispotica multinazionale che ha eretto un gigantesco grattacielo che ospita, e allo stesso tempo tiene prigionieri, milioni di abitanti.

Lo smog che avvolge l'edificio e le macchine volanti, che formano un serpente infinito di luci, sono suggestioni visive più che sufficienti per ammaliare i fan della pellicola di Ridley Scott; il martellante ritmo synthwave e i colori acidi dei neon che caratterizzano il panorama desolante, introducono caratteri sci-fi tipici degli Anni '80. Non manca lo stile insomma, che si palesa anche nella risoluzione volutamente sfocata, quasi a ricondurci a quei tempi in cui l'alta definizione ancora non esisteva e i VHS palesavano spesso e volentieri tutti i loro limiti.

Il video introduttivo, ad ogni modo, dura solo una manciata di secondi. Molte domande restano senza risposta e si capisce subito che l'intento di Neon Chrome non è certo quello di sviluppare un intricato e appassionante intreccio narrativo. Tutt'altro. Chi sia il coraggioso eroe che si ribella, i motivi per cui è giusto combattere l'autocratico tiranno a capo della corporazione, ciò che ha spinto milioni di cittadini a sostenerlo, sono tutte informazioni che otterrete quasi casualmente esplorando gli scenari e imbattendovi in alcune aree che attiveranno specifiche registrazioni audio.

Se le chiacchiere stanno a zero (o giù di lì), diversamente si può dire per il gameplay che, pur nella sua mancanza di chissà quali innovazioni e colpi di genio, sa intrattenere grazie ad un buon ritmo, a un arsenale sufficientemente ampio e a un senso di progressione che sa premiare ogni sforzo del videogiocatore.

Come detto in apertura, il genere di riferimento è quello dei roguelike dove, ad ogni morte, vi toccherà ricominciare la scalata verso la cima, contando su un'esperienza maggiore che vi aiuterà a sopraffare con più efficacia i nemici, e su una serie di statistiche per attacco, difesa e altri valori che potrete migliorare investendo il denaro raccolto in giro per i livelli.

Scelto il loadout tra quelli casuali proposti all'inizio della partita, senza troppi preamboli vi materializzerete al piano più basso della torre. Trattandosi di un twin stick shooter, con una levetta analogica (o con la tastiera) muoverete l'avatar, con l'altra (o con il mouse) ne direzionerete il fuoco. I tipi di minaccia da sventare sono molteplici: da robot che tenteranno di esplodervi addosso, a soldati corazzati che dovrete mettere KO con un deciso attacco corpo a corpo.

Ogni mappa è generata casualmente, ma presenta gli elementi comuni che caratterizzano i vari gruppi di livelli. Tra trappole da disattivare e sale colme di loot, previa raccolta della chiave del giusto colore, l'esplorazione è tuttavia disincentivata, a tutto vantaggio del ritmo, dall'arrivo di rinforzi nemici nel caso che ci si dilunghi eccessivamente, per quanto non sia mai dato sapere quale sia il tempo limite imposto in ogni piano.

Il già ricco bestiario si infoltisce ulteriormente grazie alla presenza di una manciata di boss di fine livello. Questi particolari nemici, oltre a garantire il respawn nel piano immediatamente successivo una volta sconfitti, danno vita a scontri particolarmente spettacolari, prolungati e complessi. Tra i pregi del gioco, va difatti annoverata una certa difficoltà di fondo, che non scade mai nell'eccesso, grazie al già citato sistema di progressione ottimamente calibrato, capace di regalare bonus tangibili e evidenti già durante la partita successiva.

Tra le opzioni presenti nel menù principale, spicca anche il multiplayer, purtroppo limitato al solo gioco in locale. Disponendo di tre amici, potrete guidare insieme a loro la rivolta al potere distopico della Neon Corp.

Purtroppo, però, non tutto va per il verso giusto. Il gameplay smette di evolversi piuttosto in fretta, appiattendosi drasticamente a un certo punto. Anche il level design, completamente consegnato ai capricci del caso, a volte lascia alquanto a desiderare, consentendo al fattore fortuna di incidere fin troppo sull'andamento della scalata. Anche l'aspetto tecnico, per quanto stilisticamente piacevole e chiaramente orientato verso il basso per catturare un pubblico il più ampio possibile, avrebbe potuto godere di qualche cura in più. Se la bassa risoluzione ha un suo senso e fascino, alcune texture sgranate e i modelli poligonali blandamente dettagliati,ì infastidiscono, e non poco.

Nonostante sia volutamente un prodotto realizzato senza troppe ambizioni, Neon Chrome è comunque un roguelike divertente e frenetico, consigliato soprattutto agli amanti dei twin stick shooter. Non scaverà di certo ricordi indelebili nella vostra memoria di videogiocatori navigati, ma saprà sicuramente regalarvi qualche ora di spensierato entusiasmo.

7 / 10
Avatar di Lorenzo Fazio
Lorenzo Fazio non ha mai smesso di giocare sin dai tempi del Master System. Ha così cercato di unire l’utile al dilettevole, inventandosi giornalista videoludico. Qualcuno ci è cascato: scrive per importanti testate del settore da quasi una decina di anni.

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