Song of the Deep - recensione
Un emozionante e fiabesco metroidvania ambientato nelle profondità degli abissi.
Insomniac Games è certamente celebre per i suoi franchise di successo come Spyro, Ratchet & Clank e Resistance, ma con Song of the Deep cambia decisamente genere, cimentandosi in un action-puzzle game che adotta la formula metroidvania, ma che è caratterizzato anche da uno spiccato stile artistico.
Il titolo ha suscitato interesse di fan e addetti ai lavori sin dal suo annuncio a gennaio, non solo per le ragioni succitate, ma perché rappresenta la porta d'ingresso nel mercato del publishing del colosso del mercato retail GameStop. Il gioco sarà infatti il primo titolo distribuito dall'etichetta GameTrust Games fondata da GameStop proprio per entrare in questo agguerrito mercato.
Song of the Deep narra le vicende fiabesche di Merryn, una ragazzina che, ogni volta che il povero ma dignitoso babbo pescatore partiva per mare, ne aspettava ansiosamente il ritorno a riva. Il padre aveva sempre delle storie bellissime riguardanti il mare ed i misteri che nasconde nei suoi abissi, da raccontare alla sua figlioletta ad ogni suo rientro a casa. Purtroppo però, un giorno l'uomo non fece ritorno dall'ennesimo viaggio. Merryn lo attese per dieci lunghi giorni, fino a che gli apparse in sogno. Era rimasto intrappolato nelle più remote profondità oceaniche. L'amorevole figlioletta non poteva lasciarlo al suo destino e così decise di costruire un sottomarino per andare a salvarlo.
Inizierà così la nostra avventura, in un ambiente sottomarino dalle meravigliose fattezze, con in sottofondo l'affascinante voce di una narratrice dall'accento irlandese, che ricorda per toni e cadenze quella già sentita in Trine. Song of the Deep è notevolmente incentrato sull'esplorazione. Potremo destreggiarci tra i più suggestivi e incontaminati anfratti degli abissi oceanici, in maniera assolutamente non lineare. Dopo un brevissimo tutorial (che procederà comunque a tappe più avanti nel gioco), potremo dar via alle ricerche del nostro babbo, immergendoci in un setting piacevole e rilassante.
Ma nelle profondità dell'oceano non saremo soli, la fauna ci è ostile e dovremo quindi combattere con calamari, meduse, enormi granchi e pesci di vario tipo. Inizialmente la nostra unica risorsa sarà la pinza magnetica del sommergibile, con cui potremo afferrare oggetti di varia natura sia per lanciarli sui nemici, che per risolvere i più disparati puzzle e farci strada nel nostro cammino. La pinza potrà anche essere usata per colpire direttamente le creature marine.
Gli abissi di Song of the Deep sono composti di diverse aree che non saranno accessibili tutte immediatamente. Alcune sezioni, infatti, saranno esplorabili solo dopo aver dotato il nostro sottomarino di alcuni potenziamenti, come il sonar, i siluri o delle turbine supplementari per i motori. Forti e insidiose saranno infatti le correnti che troveremo scendendo sempre più nelle profondità del mare e per resistervi sarà necessaria maggiore propulsione. Uccidendo nemici e scovando forzieri e tesori negli anfratti, accumuleremo dei crediti che potremo spendere presso degli improbabili pesci commercianti (ma ci sta, visto che siamo all'interno di una fiaba, no?) sparsi qua e là per la mappa. Potremo acquistare potenziamenti per la pinza magnetica, nuove turbine per i motori ed altri power-up di varia natura.
Nei posti più difficilmente accessibili, solitamente preclusi dalla risoluzione di un puzzle, troveremo anche dei potenziamenti unici e non acquistabili col denaro, come potenti fari per esplorare le zone più profonde, siluri per crearci dei varchi, sonar e potenziamenti per lo scafo. Una volta acquisito un nuovo potenziamento che ci darà accesso a nuove aree, inizierà un bel tour di backtracking, come peraltro accade in ogni metroidvania che possa definirsi tale. Fortunatamente, le varie zone sono collegate tra loro da dei comodi portali, che attenuano di molto la frustrazione di questa meccanica amata-odiata. Ad un certo punto nel gioco sarà anche possibile, tramite una speciale muta, uscire dal sottomarino per proseguire a nuoto. Questa componente incrementa ancor di più il fascino del mistero e dell'esplorazione.
I puzzle si presentano inizialmente molto semplici: richiederanno, ad esempio, di azionare delle leve a tempo per passare attraverso dei cancelli, o di comporre delle statue o ancora di superare le correnti e di attivare degli interruttori. Gran parte di essi si basano sulla fisica, che è davvero valida in questo gioco. L'agile sottomarino sarà veramente piacevole da guidare e l'inerzia tipica di un corpo sommerso in equilibrio con la spinta di Archimede si fa sentire tutta, specialmente nei piccoli anfratti in cui dovremo stare attenti a evitare bombe o pericolosi calamari giganti, in cui ogni minimo giro di elica nella direzione errata avrà il suo peso.
Superando la metà del gioco, però, gli enigmi si faranno più complessi e a volte frustranti, come quello dove dovremo lanciare una sfera a una lunga distanza e con una precisione chirurgica. Se nelle prime fasi del gioco esplorazione e combattimento costituiranno le meccaniche predominanti, verso la fine dell'avventura i puzzle e gli enigmi iniziano a diventare un po' troppo frequenti. E non sono di difficile soluzione teorica, in quanto saranno necessari al massimo un paio di secondi per trovare l'unica possibile soluzione, ma è piuttosto la parte pratica che risulta a volte macchinosa, e questo è davvero un peccato perché da questo punto di vista si poteva fare di meglio.
I nemici sono abbastanza morbidi a livello medio e, anche se alcuni di essi propongono una certa varietà nel modo in cui vanno affrontati, basteranno spesso solo un paio di colpi per farli fuori con i giusti potenziamenti. Vi sono anche dei boss di fine livello, che abbiamo sconfitto al primo o al massimo al secondo tentativo. Se a questo aggiungiamo che i punti di salvataggio sono molto frequenti e ripristinano completamente la salute, appare evidente che il gioco è tutt'altro che impegnativo per i giocatori con una certa esperienza. Se siete dei veterani del genere metroidvania vi converrà quindi scegliere il livello di difficoltà più alto ed anche in quel caso non fatevi troppe aspettative.
Song of the Deep non mira certo a essere il metroidvania più duro degli ultimi anni. Il suo punto di forza è piuttosto rappresentato dalle emozioni che riesce a trasmettere al giocatore. La commovente storia narrata da una bellissima voce di donna irlandese, le meravigliose ambientazioni sottomarine, mai ripetitive e con fondali dettagliati e animati, la stupenda e rilassante colonna sonora (il pezzo in cui si combinano pianoforte e violino vi farà poggiare il joypad ed entrare in uno stato d'estasi). Tutto questo, nell'insieme, fa di Song of the Deep un'emozionante e piacevolissima avventura che vale la pena di essere vissuta.
A livello tecnico, il gioco di cui abbiamo provato la versione PC, non fa proprio gridare al miracolo, nonostante tutto sia armonioso, colorato e piacevole da vedere. Le opzioni grafiche si fermano alla scelta della risoluzione, del limite di frame rate e del v-sync.
La mancanza di scalabilità delle impostazioni grafiche non rappresenta affatto un problema, visto che i requisiti sono più che abbordabili (CPU quad-core core a 2ghz e scheda video Dx11 con 1Gb di VRAM). La macchina su cui abbiamo provato il gioco (un i7 6700 con 32gb di RAM e GTX 980) era ben oltre le moderate richieste hardware, eppure abbiamo sperimentato diverse situazioni di stuttering e cali di frame rate, oltre a vari bug coi driver video e impostazioni grafiche che si resettavano a ogni avvio. Sono situazioni che sicuramente si potranno risolvere con il rilascio di una semplice patch, ma che risultano ugualmente fastidiose, vista anche la moderata complessità grafica del gioco.
Per completare Song of the Deep basteranno una decina di ore (anche meno se siete esperti del genere), una lunghezza che appare adeguata al prezzo budget di €14,99 a cui viene proposto. L'avventura è intensa e coinvolgente, e vi farà venir voglia di completarla tutta d'un fiato. Gli esperti di Metroid e Castlevania troveranno banali gli enigmi e praticamente innocui i nemici, ma l'esplorazione dei bellissimi fondali oceanici è davvero un ottimo motivo per vivere quest'avventura, narrata in modo fiabesco ed emozionale. Insomniac ha dimostrato di saper uscire con stile dalla propria zona di comfort, cimentandosi in un genere in cui eccellere non è facile. Se avete qualche annetto sulle spalle e avete amato Ecco the Dolphin, dovrete dare assolutamente una chance a questo titolo.