Maize - recensione
Un folle viaggio tra OGM e orsacchiotti russi.
Eroi improbabili e di certo non infallibili, villain in molti casi adorabili e quanto meno bislacchi, situazioni irrealistiche, trama non-sense, una spruzzata di trash e tanto, tanto umorismo. C'era un periodo in cui questi erano gli ingredienti caratteristici di tantissimi giochi e della maggior parte delle avventure punta e clicca.
I tempi sono cambiati ormai e così anche il genere delle avventure, tanto che la categoria dei punta e clicca (per quanto in grado di proporre degli ottimi esponenti) è tutt'altro che dominante nel panorama PC. In qualche caso non mancano, tuttavia, alcuni team che decidono di puntare proprio sulle caratteristiche tanto care alle avventure del passato, soprattutto quando si tratta di toni e di atmosfere.
Di fronte alle pochissime informazioni riguardanti Maize condivise nel corso dei mesi successivi all'annuncio molti si sono avvicinati al lavoro di Finish Line Games semplicemente curiosi di saperne di più. Un'avventura con elementi puzzle che si presenta come un videogioco incentrato su una pannocchia senziente (e parlante) e su un orsacchiotto russo d'altronde non passa di certo inosservata, ma prima di mettere le mani sulla versione review avevamo davvero pochissime informazioni sul gameplay e sulle meccaniche che ci saremmo trovati di fronte.
Un'avventura punta e clicca? Un puzzle-game? Un walking simulator? Solo provando il gioco è possibile rispondere davvero a queste domande e a una ancora più importante: la curiosità nei confronti di questo misterioso titolo è ben riposta? Se cercavate una manciata di pannocchie senzienti dallo humor di stampo british e un orsacchiotto russo il cui vocabolario è quasi solo limitato agli insulti e il termine più usato è "idiota" sicuramente si.
Come detto Maize è una produzione che solo attraverso le immagini e i trailer condivisi è difficile da catalogare e da inserire all'interno di un genere. Dopo averlo completato in poco più di quattro ore la classificazione più efficace per l'esperienza proposta potrebbe essere quella di un punto di unione tra i walking simulator e le avventure punta e clicca. Purtroppo però, Finish Line Games non è riuscita ad amalgamare al meglio i pregi dei due generi e il risultato finale è tutt'altro che memorabile.
Nei panni di un protagonista la cui identità è inizialmente un mistero ci risveglieremo ai confini di un campo di grano all'interno di quella che a prima vista pare una normalissima fattoria. Dopo pochi passi ci imbatteremo in una porta dotata di una particolare serratura intorno alla quale saranno concentrate le prime fasi di gioco
Soprattutto in questi momenti saremo spinti da una naturale curiosità che ci spingerà a proseguire nell'esplorazione e nella risoluzione degli enigmi in maniera piuttosto fluida. Il fatto di trovarsi all'interno di una misteriosa struttura dedita a ricerche top secret è una motivazione più che valida per spingersi verso qualsiasi edificio e per scoprire con curiosità ogni oggetto o marchingegno che incroceremo. Al di la di questa aura di mistero, tuttavia, la trama di Maize non si può di certo definire memorabile né tanto meno particolarmente complessa. Il protagonista è completamente muto e i personaggi secondari non riescono di certo a formare un cast in grado di lasciare il segno. Va anche detto che la sensazione è che gli sviluppatori stessi abbiano scelto di proporre una storia che non si prende troppo sul serio, puntando innanzitutto su una valanga di non-sense e un'atmosfera scanzonata.
I tanti collezionabili evidenziano, se ce ne fosse bisogno, il tono umoristico dell'intera avventura un tono che al di là dei gusti riesce a strappare qualche sorriso nonostante scada troppo spesso in ripetizioni evitabili e in battute non troppo convincenti. Manca quella cura e quella ricercatezza che hanno fatto la fortuna di moltissimi walking simulator e il fatto che il nostro protagonista (e di riflesso noi stessi) non abbia alcuno scopo chiaro che lo spinga a proseguire non aiuta di certo. A una trama, tutto sommato passabile si aggiunge purtroppo un gameplay che non riesce neanche lontanamente a sopperire alle mancanze sopracitate.
Gameplay che è a mani basse la componente più debole di Maize e che, per quanto pieno zeppo di enigmi si fonda in definitiva sull'esplorazione. Finish Line Games ha sostanzialmente suddiviso il proprio titolo in compartimenti stagni che richiedono un oggetto (o serie di oggetti) per proseguire oltre. Per tutto il tempo sarà necessario esplorare e raccogliere elementi che potrebbero sembrare inutili ma che potranno essere utilizzati in particolari situazioni o garantire l'accesso a zone altrimenti irraggiungibili.
Si tratta di una formula di gioco basilare che favorisce il trial and error (provare casualmente tutti gli oggetti dell'inventario di fronte a un enigma) e che non ci ha mai costretto a spremere le meningi. Tutto ciò che serve per proseguire sono un minimo di spirito d'osservazione e un pizzico di pazienza dato che il backtracking e i livelli labirintici ci hanno portato fuori strada in più di un'occasione. Nulla di paragonabile, quindi, alle avventure punta e clicca del passato o del presente che per complessità e interazioni con il mondo di gioco si trovano completamente su un altro pianeta. Le uniche variazioni di ritmo in questa continua ricerca dell'oggetto adatto sono un paio di interazioni con Vladdy (un "simpatico" orsacchiotto dall'accento russo) e un'unica sezione incentrata sulla velocità.
Senza infamia e senza lode il lavoro sul comparto grafico che a differenza di diversi indie non sfrutta Unity ma l'Unreal Engine. La natura indie è palese dato che questo motore ha dimostrato in più di un'occasione di poter proporre scenari e animazioni decisamente migliori. Le cose migliorano se si analizza il comparto audio caratterizzato da delle musiche funzionali e azzeccate alle quali si unisce un doppiaggio in lingua inglese di qualità sorprendentemente buona per una produzione indipendente.
Proprio al doppiaggio è tuttavia legato un problema non da poco: la totale mancanza di sottotitoli sia in italiano che, cosa ancora più grave, in inglese. Solamente coloro che hanno una conoscenza quanto meno buona della lingua inglese riusciranno a seguire con efficacia i dialoghi, la trama e il tono umoristico della produzione. Per quanto la localizzazione in italiano sia pressoché impossibile ci auguriamo quanto meno che i sottotitoli in inglese vengano inseriti in una futura patch.
Maize non riesce ad avere un'identità chiara diviso com'è tra un'anima puzzle male implementata e una da walking simulator non all'altezza di altre produzioni. Ci siamo spesso chiesti perché qualcuno dovrebbe privilegiare Maize rispetto ad altre avventure e purtroppo trovare una risposta convincente si è rivelato piuttosto complicato. Coloro che cercano un titolo scanzonato, che sappia anche far sorridere e sono disposti a chiudere un occhio di fronte a un gameplay troppo semplicistico potrebbero in ogni caso dare una possibilità al lavoro di Finish Line Games.