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Through the Woods - recensione

Un'inquietante fiaba tra mitologia norrena e folklore nordico.

Il freddo pungente, il buio denso rotto solo da flebili luci tremolanti che disegnano spaventose ombre nella notte, il silenzio del bosco disturbato dai lamenti di antiche e mostruose creature, una madre sola alla ricerca del figlio rapito. Questo è lo spettrale e misterioso scenario in cui ci getta Through the Woods. Il setting perfetto per ambientare un videogioco horror, come lo definiscono gli stessi sviluppatori dello studio norvegese Antagonist.

Through the Woods va però oltre l'istintivo concetto di paura, accompagnando mano nella mano il giocatore attraverso un mondo alieno e disturbante, da scoprire un passo alla volta. Lungo la strada s'incontrano inquietanti creature uscite dal folklore norvegese e dalla mitologia norrena e personaggi con misteriose storie da raccontare direttamente o indirettamente. Quest'avventura ci ha ricordato il racconto Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, che riesce ad imprimere nel lettore una cupa traccia d'imprevedibile stupore, come quella che solo un viaggio nell'ignoto può lasciare.

La tensione è tenuta alta anche grazie a diversi stratagemmi visivi e sonori.

In questa avventura la componente orrorifica è indubbiamente presente ma solo in rare occasioni, alcune delle quali piuttosto ispirate, come quella in cui si dovrà fronteggiare con una torcia in mano, come dei novelli Alan Wake, un mostruoso essere del bosco che si sposta con movimenti veloci da far venire i brividi. Per la maggior parte del tempo ci si trova però a viaggiare per un mondo estraneo ricco di misteri e di lore, che piano piano prendono forma per tracciare una storia coinvolgente.

Ci troviamo nelle fredde foreste norvegesi e tutto ha inizio con una madre che vede suo figlio rapito da un vecchio uomo in circostanze misteriose. È vano il tentativo d'inseguire la barca dell'uomo a nuoto fino alle sponde di un'antica isola. Da qui ha inizio la vera e propria avventura nel distorto Paese delle Meraviglie, tra giganteschi troll, creature spettrali e animali mitologici.

A dare spessore al tutto ci pensa una meravigliosa ambientazione intrisa di magia e mistero. Il paesaggio diventa in questo senso un altro personaggio da scoprire e conoscere, un ulteriore tassello da svelare nell'affascinante quadro di Through the Woods. A rendere ancora più bella e godibile l'isola ci pensa un ottimo level design, che riesce a restituire la sensazione di potersi muovere liberi per i boschi, indirizzando comunque sempre il giocatore verso un percorso predefinito.

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Tra gli inquietanti personaggi con cui avremo a che fare ci sarà ovviamente anche il Vecchio Erik, ovvero l'uomo che ha rapito nostro figlio. Questa figura del folklore scandinavo non è altro che la personificazione del Diavolo, che in cambio di un beneficio per l'uomo può arrivare a rubare l'anima oppure i bambini, come in questo caso. È proprio sulla base di questa ambigua dualità che si sviluppa la trama del gioco: cosa può essere definito buono e cosa è cattivo, ma soprattutto il male non è forse una parte essenziale per bilanciare i meccanismi stessi del mondo?

L'avventura nella sua interezza scorre via in appena un paio di ore. Il che potrebbe far pensare ad una longevità fin troppo scarsa per un titolo venduto al prezzo di €20. Eppure quelle due sole ore scorrono con così tanto piacere che questo difetto passa quasi in secondo piano. Ogni istante di Through the Woods è un tuffo nel mistero, accompagnato da quello speciale senso di stupore che si prova quando la parziale scoperta della verità non fa altro che aumentare la curiosità e la voglia di conoscere.

Tutto questo equilibrio di sensazioni è mantenuto vivo da interessanti scelte di game design. Le fasi più esplorative, in cui l'interazione è minima, sono intervallate da momenti di gameplay piuttosto vari. Si passa da sezioni stealth ad altre più d'azione infiocchettate da occasionali istanti di paura. Purtroppo la brevità dell'esperienza rischia di far sembrare il tutto un'accozzaglia di elementi disorganici, ma non vi preoccupate perché a farsi perdonare ci penserà un racconto da vivere tutto d'un fiato, tra antica fiaba, mito e le difficoltà di una storia personale travagliata.

L'ambientazione ha uno spessore tale da essere un personaggio a sé e qualche volta il confine tra i due volti è labile.

Perché all'interno di Through the Woods un ruolo chiave è occupato proprio dalla travagliata vita della protagonista e dal suo tormentato rapporto con il figlio. Un racconto psicologico e ricco di sofferenza che si fonde alla perfezione con il lore e il setting scelti per ambientare le vicende. Un cammino metaforico alla scoperta di se stessi e alla ricerca di una redenzione per gli errori commessi che, come prevedibile, deve passare per l'incontro e lo scontro con i mostri che ci tormentano.

La qualità delle ambientazioni, come già accennato, sono forse il punto più alto di tutta l'opera di Antagonist. Il merito va sicuramente ricercato nella direzione artistica, che poggia comunque su un comparto tecnico che non sfigura. L'unica pecca è rappresentata dai modelli dei personaggi e da alcune animazioni, che stonano un po' con il resto della produzione.

Through the Woods è quindi una di quelle esperienze brevi ma intense, che in sole due ore riesce a travolgere di emozioni e stupore. Lo studio norvegese Antagonist è riuscito a confezionare un'opera densa di mistero e accompagnata da una trama coinvolgente. La mitologia norrena e il folklore scandinavo si mescolano insieme dando vita ad un mondo tanto magico quanto inquietante e a noi giocatori spetta il compito d'interpretare il ruolo di una novella Alice, tormentata dal passato, in un viaggio onirico attraverso un Paese delle Meraviglie disturbante.

8 / 10
Avatar di Pier Giorgio Liprino
Pier Giorgio Liprino: Per far felice Pier Giorgio basta parlargli di politica, scienza e videogiochi. A questi ultimi s'è avvicinato da bambino giocando ad Age of Empires 2 e da allora è rimasto un appassionato PC gamer, con uno sguardo attento alle console.

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