Gravity Rush 2 - recensione
Prevedibile come la forza di gravità.
Il primo Gravity Rush è stato per molto tempo una delle più interessanti esclusive della PlayStation Vita. Forte di un comparto artistico eccezionale e di una struttura molto originale, l'opera ideata da Keiichiro Toyama ha conquistato diversi giocatori nonostante i difetti che la appesantivano.
Dopo essersi fatta conoscere da una fetta più ampia di pubblico con la remastered su PlayStation 4, la shifter Kat è finalmente tornata, alla ricerca delle risposte ai troppi misteri lasciate in sospeso al termine del primo capitolo.
Prima di iniziare la partita a Gravity Rush 2, vi consigliamo caldamente di guardare l'ottimo OAV 'Gravity Rush: The Animation - Overture', realizzato dal talentuoso Studio Khara. In questo modo coprirete parte delle vicende tra la fine del primo capitolo e l'inizio del secondo.
Avete approfondito? Bene! La nuova avventura inizia in un luogo sconosciuto, in compagnia di una tribù di minatori che si guadagna da vivere solcando i cieli con una flotta di isole volanti, raccogliendo minerali da vendere a clienti facoltosi. Cyd e Kat, per l'occasione presentata in abiti casual, sono stati accolti dalla tribù e lavorano sodo per guadagnarsi qualcosa da mettere sotto i denti.
In assenza del fido compagno felino, Kat è priva dei propri poteri. Questo la costringe a indossare pesanti tute da lavoro per resistere alle alterazioni gravitazionali, almeno fino al ritrovamento della sua indispensabile mascotte. Tornata in possesso delle proprie capacità uniche, la bionda protagonista può finalmente provare a tutti di non essere pazza.
L'abilità di controllare a piacimento la gravità rende Kat una risorsa incredibile per la piccola tribù a cui si è unita. Non è un caso che poco dopo gli affari del gruppo di minatori prendano una svolta, al punto da strappare un contratto vantaggioso al losco socio in affari che fa da tramite per la vendita dei cristalli. Dopo una lunga fase introduttiva ambientata interamente sulla cupa flotta di isole galleggianti, l'avventura di Gravity Rush 2 si posta nella viva e sgargiante città portuale di Jirga Pala Laho, dove sarete chiamati a passare gran parte del tempo.
Rispetto alla splendida ambientazione del primo episodio, caratterizzata da uno spirito profondamente europeo in termini architettonici, la nuova città strizza l'occhio ad alcuni elementi stilistici del Sud America tra bancarelle, baraccopoli in rovina e qualche struttura macroscopica a creare movimento lungo la linea dell'orizzonte.
Il primo Gravity Rush era interessante ma spigoloso, motivo per cui gli sviluppatori hanno cercato di migliorare gli elementi più deboli mantenendo inalterati i punti di forza. Il sistema di controllo della gravità è rimasto sostanzialmente invariato: premendo una volta R1 si fluttua a mezz'aria potendo puntare la telecamera in qualsiasi direzione. Premendo ancora una volta il dorsale si sposta la gravità nella direzione in cui si guarda, iniziando così la caduta continua. La caduta può essere accelerata tenendo premuto il tasto X, mentre premendo L1 si torna subito alla gravità normale.
Bastano pochi minuti per essere perfettamente in grado di esplorare le vaste ambientazioni senza grossi sforzi, ricordando solo di atterrare di tanto in tanto per ripristinare l'energia necessaria a invertire la gravità o, quando possibile, di raccogliere gli appositi cristalli con cui fare il pieno.
A cambiare molto è stato il sistema di combattimento, ora più fluido e immediato. Mentre nella prima avventura di Kat ci si trovava spesso in difficoltà con il puntamento dei nemici e con il controllo dei poteri nel bel mezzo delle combo, in Gravity Rush 2 la situazione è più gestibile.
Premendo il tasto Quadrato si effettuano le combo a terra (più o meno lunghe a seconda del numero di potenziamenti effettuati investendo le gemme rosse). In volo, invece, è possibile affidarsi ai letali calci volanti a ricerca, che colpiscono senza problemi il bersaglio evidenziato con l'apposito indicatore.
Allo stesso modo, dopo aver creato un campo gravitazionale con il tasto Cerchio si possono scagliare oggetti di ogni tipo contro i bersagli evidenziati, mentre premendo Triangolo si attiva la letale mossa speciale di Kat (a patto di aver riempito l'apposito indicatore).
Missione dopo missione, potenziamento dopo potenziamento, Kat ottiene tecniche sempre nuove, utili per migliorare i risultati sia in combattimento che nelle fasi esplorative. La scivolata con L2, per esempio, permette di muoversi rapidamente lungo i muri, attaccando perfino eventuali bersagli dopo il dovuto potenziamento.
Alla gravità classica, poi, si affiancano due varianti basate sulla gravità lunare e su quella di Giove. La prima rende Kat molto più leggera, permettendole di effettuare balzi più lunghi e, in battaglia, di concatenare serie infinite di attacchi aerei.
La seconda rende la protagonista molto più pesante del normale, aumentando in modo esponenziale i danni inferti dai sui attacchi a terra (e da quelli in picchiata, in grado di causare devastanti onde d'urto). Alternando questi stili e le varie tecniche di lotta, Kat può affrontare ogni genere di nemico.
Quando le cose si fanno troppo dure, però, ecco che interviene Raven, un tempo nemesi della protagonista. Questa volta le due shifter uniranno le forze per affrontare una minaccia comune e, naturalmente, per trovare il modo per tornare a Hekseville.
Se il sistema di combattimento è stato ritoccato a dovere, lo stesso non si può dire della struttura del gioco, rimasta troppo simile a quella del primo capitolo. Ancora una volta, infatti, la suggestiva ambientazione è priva di elementi davvero interattivi o di attività non legate alle missioni. La città è bellissima ma oltre a nascondere le gemme da raccogliere (operazione meno coinvolgente del recupero degli Agility Globe di Crackdown, vista la grande mobilità di Kat) offre solo le missioni, principali o secondarie che siano.
A seconda dell'icona con cui si interagisce si devono portare a termine perlustrazioni nelle miniere, missioni nelle Terre Proibite, sfide a tempo di varia natura (combattimenti, consegna dei giornali), compiti di scarsa importanza (molto spesso il recupero di oggetti dall'altra parte della mappa o incarichi frivoli come la ricerca di un regalo) o missioni che fanno progredire la storia.
Il problema è che nonostante gli evidenti sforzi degli sviluppatori, le meccaniche dietro a ogni tipo di missione sono sempre le stesse e contemplano spostamenti attraverso la mappa e combattimenti più o meno complessi. Nella categoria delle cacce al tesoro, si deve rintracciare uno scrigno basandosi su una semplice fotografia. Una volta trovato il tesoro, è possibile scattare a propria volta una foto da condividere online, come indizio per altri giocatori.
La condivisione delle foto è piuttosto divertente, visto che permette di ricevere premi e oggetti extra con l'accumulo di punti legati alle reazioni degli altri utenti sparsi per il mondo. Una bella foto potrà fruttare un buon numero di punti, permettendo di sbloccare divertenti extra.
Il numero di missioni, in Gravity Rush 2, è elevato. A non essere all'altezza è la varietà del gameplay. Nonostante questo l'avventura scorre via che è un piacere, accompagnata dalle splendide sequenze a fumetto che tanto avevamo amato nel primo Gravity Rush.
Tecnicamente parlando il gioco è una piccola perla. Pur non presentando modelli poligonali troppo elaborati (soprattutto per i cittadini che popolano le ambientazioni), le strutture architettoniche, i personaggi principali e tutti gli effetti speciali legati ai poteri di Kat e Raven, sono realizzati con grande cura.
Nonostante qualche sbavatura qua e là, le ambientazioni di Gravity Rush 2 trasudano stile. L'attenzione ai dettagli è maniacale e spesso vi soffermerete a osservare uno scorcio di panorama, magari godendovi una delle tante emoticon sbloccabili (Kat è un'inguaribile golosa, la sorprenderete a mangiare l'impossibile). A tratti sembra di trovarsi di fronte ai disegni onirici di Moebius o alla scena di qualche film di Miyazaki, giusto per scomodare un paio di esempi di poco conto.
Il fiore all'occhiello del gioco, però, è la colonna sonora. Il primo Gravity Rush ci aveva già abituato a un comparto audio eccezionale. Con il secondo episodio Kohei Tanaka si è superato, proponendo una ricca selezione di brani dalle molteplici sonorità. Difficilmente troverete un pezzo fuori contesto: la colonna sonora di Gravity Rush 2 è eccellente in ogni sua parte e spazia dai brani dominati dagli archi a momenti più intensi in cui le percussioni martellano il cuore del giocatore alimentando l'ansia.
L'unico pezzo di cui probabilmente vi stancherete è quello che fa da sottofondo a Jirga Pala Laho, soprattutto nelle fasi in cui passerete molto tempo esplorando la città a caccia di gemme e di persone con cui parlare.
Gravity Rush 2 è l'ennesima esclusiva Sony meritevole di essere presa in considerazione. Prima di iniziarlo, assicuratevi però di giocare la remastered del primo capitolo e di guardare l'ottimo OAV. Fatto questo, potrete godervi un titolo leggero, gradevole e stilisticamente eccelso.