PES 2018 - prova
Uno sguardo approfondito all'edizione di quest'anno.
Milano - A distanza di poche settimane dalla presentazione ufficiale di PES 2018 avvenuta durante l'E3 2017, l'Associate Producer Kei Masuda, il membro del team di sviluppo Akane Oyagi e l'inossidabile responsabile della comunicazione Adam Bhatti, hanno portato in giro per il mondo il nuovo capitolo di Pro Evolution Soccer, così da dare modo alla stampa e agli influencer di provare con calma le novità già descritte nella precedente anteprima.
Non ce lo siamo fatti dire due volte e ci siamo fiondati presso gli uffici milanesi di Halifax, il distributore italiano del gioco, per sfidare i colleghi presenti in roventi 1 contro 1 controllando una delle cinque squadre incluse nella demo, ovvero Barcellona, Atletico Madrid, Liverpool, Borussia Dortmund e il Brasile. Ci siamo persino avventurati in una cooperativa contro il computer, in modo da riassaporare le sensazioni delle notti d'estate passate nello scantinato di un amico, muniti di multitap a sfidarsi a Winning Eleven rigorosamente divisi in coppie.
Al termine della giornata le sensazioni date dal gioco sono state buone: il feeling coi controlli è stato immediato, consentendoci, dopo poca pratica, di orchestrare manovre spettacolari e di segnare qualche rete da cineteca. Il nuovo sistema di animazioni funziona piuttosto bene e i calciatori adesso sono in grado di colpire il pallone in maniera molto più varia che in passato, imprimendo diversi tipi di traiettorie o "sporcando" il tocco in modo da evitare l'intervento avversario.
Anche dribblare sembra più semplice, dato che gli atleti rispondono in maniera più immediata ai nostri input, eseguendo serpentine precise o seguendo traiettorie più intelligenti. Il tutto senza richiedere la pressione di una qualche complessa combinazione di tasti, come succede in FIFA, ma semplicemente agendo sulla leva analogica sinistra. La cosa sorprende soprattutto osservando il nuovo sistema di protezione della palla con il corpo, dato che funziona molto bene e in maniera naturale, senza per questo chiedere la pressione di un qualche grilletto.
In questo modo anche giocatori non più velocissimi come Iniesta possono comunque mantenere il possesso della palla, tenendo lontani gli avversari con la schiena, così da avere la possibilità di liberare il destro per tiri o passaggi illuminanti.
La fluidità dell'azione, soprattutto dal punto di vista estetico, trae un grosso beneficio da questo nuovo sistema di animazioni, dato che rende le azioni decisamente più naturali e meno spezzate, raccordando i diversi movimenti in maniera più convincete. Il miglioramento si nota soprattutto in quelle azioni, apparentemente semplici, che gli scorsi anni rallentavano un po' l'azione, come durante gli stop a seguire o i colpi di prima.
Anche la fisica della palla appare migliorata e, nonostante abbia sempre la tendenza ad avere una traiettoria molto tesa, la varietà di effetti che è possibile impartirle è superiore al passato. Come dicevamo, non ci saranno più solo palloni diretti sui piedi di un compagno o scaraventati in porta, ma anche passaggi strozzati, traiettorie deviate o "scavetti" a superare il portiere in uscita o il difensore in recupero.
L'unico momento nel quale PES 2018 non ci ha convinto pienamente è stato durante la gestione dei contrasti. In queste circostanze, infatti, il risultato non è sempre stato visivamente coerente con quello che succedeva in campo, facendo a volte arrivare il pallone dove non previsto. Inoltre in questi casi la reazione dei calciatori è parsa un po' lenta, cosa che ha creato un po' di confusione su di un campo da gioco solitamente molto ordinato, con gli atleti virtuali mossi da una buona intelligenza artificiale che li fa compiere spesso i movimenti corretti in campo.
In questo modo il Barcellona è una squadra molto avvolgente in grado di non sbagliare un passaggio nonostante i tanti tocchi di prima. L'Atletico Madrid è una formazione molto accorta in difesa, corta e pronta a colpire in contropiede con Griezmann e Torres. Il Borussia Dortmund è tecnico e ha in Aubameyang un cursore in grado di aprire qualunque difesa, mentre il Liverpool è molto forte fisicamente e veloce. Le partite in questo modo sono piuttosto diverse le une dalle altre, dovendo cercare di utilizzare uno stile consono all'undici in campo per poterne massimizzare la resa.
I due contro due o i tre contro tre sono interessanti soprattutto nell'ottica delle strategie che è possibile applicare in campo. Giocare contro un essere umano è ancora decisamente più divertente che farlo contro un'intelligenza artificiale e quindi gli inserimenti o i tagli che i compagni possono fare saranno sicuramente più sorprendenti di quelli della CPU. E la gradazione del sorprendente può variare dal disastro al capolavoro, con entrambi gli estremi che sono capaci di generare forti reazioni e quindi divertimento nei partecipanti.
Sotto il profilo tecnico il gioco mostra dei netti passi in avanti nella presentazione delle partite, partendo dalla scelta e dalla gestione delle telecamere, finendo alla cura nei dettagli che finalmente è stata impiegata per replicare gli stadi presi in licenza. Ancora non abbiamo informazioni definitive riguardati il campionato italiano, ma il team di PES 2018 ha assicurato che non mancheranno novità per quanto riguarda le licenze di squadre, stadi e ambassador.
A proposito di questi ultimi, il chiacchierato Usain Bolt rivestirà una parte molto marginale all'interno del gioco, dato che sarà possibile ottenerlo solo come bonus preorder. Probabilmente Konami è voluta correre ai ripari dopo le polemiche nate intorno a questa iniziativa, sebbene vada ricordato che il noto centometrista vuole tentare la carriera calcistica una volta dismessi i panni di "uomo più veloce di mondo".
Le sensazioni sono dunque ottime per questo ritorno di PES 2018. Nonostante le sbavature dei contrasti, infatti, la sensazione è di trovarsi di fronte ad un gioco più fluido e ragionato, facile da controllare e divertente da giocare. Konami sembra aver lavorato per migliorare i suoi punti deboli, a partire dall'organizzazione di una fase di beta a fine luglio che si spera sistemi tutti gli eventuali problemi legati all'online.
Ma oltre ai problemi sul campo, PES 2018 deve affrontare i problemi fuori dal campo di gioco. In altre parole, deve trovare il modo di offrire un'alternativa credibile a Ultimate Team e al Viaggio se mai vorrà provare a rosicchiare quote di mercato a Electronic Arts. Konami ha promesso novità per la Gamescom e noi rimaniamo con le orecchie ben tese.