Dimmi chi sei! - recensione
Non c'è amicizia, non c'è cortesia, sul bicchiere di plastica non c'è scritto il mio nome...
"Ti ricordi che meraviglia la festa delle medie?", cantava Elio nell'incipit di Tapparella, canzone culto della band milanese che declama l'odissea dei party casalinghi fatti di amicizia, inimicizia e amarissime aranciate. Per fortuna in queste situazioni di disagio collettivo un aiuto per vivacizzare la serata ci giunge dai cari vecchi giochi da tavolo, ultimamente sempre più elaborati e cervellotici, e dalla loro variante videoludica, ovvero i party game per console.
Da Party Mix per Atari 2600, passando per Mario Party 2 per Nintendo 64 e Wii Sports, sino a giungere ai vari Rockband e 1-2 Switch, il genere dei party game è stato declinato in diverse varianti nella sua storia, rimanendo in qualche modo legato a filo doppio alle console Nintendo, che da sempre puntano su questa idea di divertimento.
Così Sony, per cercare di colmare il divario che c'è attualmente con la grande N in tema di party game, ha deciso di lanciare il catalogo PlayLink, una nuova serie di titoli che ricrea l'atmosfera tipica delle feste in cui tutto ruota attorno a un gioco da tavolo. Dimmi chi sei! (That's You! il titolo originale), sviluppato da Wish Studios, è il primo gioco di questa nuova serie e sarà distribuito senza costi aggiuntivi nel mese di luglio per tutti gli abbonati di PS Plus (la versione pacchettizzata è invece in vendita a 19,99 euro, ndSS).
La particolarità dei titoli PlayLink è sita nell'originale sistema di controllo, visto che per giocarci è indispensabile l'uso dello smartphone o del tablet, che ogni utente può utilizzare come controller. Basta collegare il proprio device alla PlayStation 4, attraverso l'apposita app scaricabile sullo store Android o iOS, per iniziare una partita con i propri amici o online, attraverso un semplice sistema di inviti. I giochi finora annunciati per PlayLink spaziano tra generi diversi, tra questi ci sono Hidden Agenda, Frantics, SingStar Celebration, Knowledge is Power e naturalmente Dimmi chi sei!.
Le modalità di gioco presenti in Dimmi chi sei! sono due e variano in base al numero di persone connesse col proprio dispositivo. La prima è strutturata su un sistema cooperativo, disponibile nel caso siano connessi due utenti. L'obiettivo di tale modalità è racimolare più punti possibili per dimostrare quanto forte sia l'amicizia tra i due partecipanti. Il narratore virtuale ci porrà davanti a delle scelte e chiederà di rispondere a domande personali, inventando situazioni piuttosto atipiche e surreali. Così ci ritroveremo a rispondere a quesiti tipo "cosa succederebbe se Marco si trovasse da solo in un territorio selvaggio?"
Se i due giocatori scelgono la stessa risposta il gioco li premierà con 200 punti, raddoppiabili in caso abbiano giocato un Jolly. Successivamente il gioco scatena la nostra creatività, con semplici quesiti grafici. Ad esempio il narratore potrebbe chiederci "disegna cosa Alberto si porterebbe in vacanza con sé", dando sfogo al Van Gogh che è in ognuno di noi.
Infine indicheremo quale tra i due disegni è quello migliore e, come prima, se sarà data la stessa risposta saranno assegnati gli ambiti 200 punti a testa. L'ultima parte della partita è probabilmente quella più interessante, infatti il master ci chiederà di imitare delle facce scattandoci un selfie. Grazie anche agli effetti deformanti che si possono attribuire alle foto i risultati potrebbero essere esilaranti e in questo senso l'unico limite è la vostra fantasia.
Da tre a sei giocatori le meccaniche di gioco mutano, diventando leggermente più complesse. In questa seconda modalità è guerra aperta, infatti non si gioca più per una causa comune, ma si cerca di mettere assieme più punti possibili per superare i nostri avversari, aggiungendo così un po' di pepe ad un gameplay piuttosto sciapo.
Per ottenere punti bisogna far combaciare le nostre risposte con almeno un altro concorrente, con la possibilità di raddoppiare i punti giocando in maniera opportuna i nostri Jolly. Come nella modalità a due giocatori, si inizia con le domande personali, per poi passare alle imitazioni fatte con i selfie. L'ultimo gioco di questa modalità si chiama "Passalo" ed è il minigioco più piacevole di Dimmi chi sei!. Ogni giocatore sarà invitato a scattarsi un selfie che passerà a turno sui device degli altri concorrenti: man mano, i nostri amici disegneranno sul selfie creando, in un collaborazione silente, una nostra caricatura.
L'innovazione più intrigante di Dimmi chi sei! è senza dubbio la possibilità di giocare col proprio smartphone, una novità che colpisce e incuriosisce, ma in cui si insinua anche la più grande debolezza del titolo sviluppato da Wish Studios. Durante la partita, infatti, abbiamo constatato come la batteria dei nostri dispositivi sia precipitata in poco tempo. Quasi il cinquanta percento della carica totale dei nostri smartphone è stata consumata dopo due sole sessioni di gioco, il che è evidentemente un grosso ostacolo per far diventare Dimmi chi sei! un ospite fisso del nostro salotto.
Dal punto di vista tecnico il design grafico risolleva di poco le sorti del titolo di Wish Studios. Ogni ambientazione è curata minuziosamente, con uno stile che ricorda vagamente i film di Wes Anderson, dalle inquadrature simmetriche al mondo naif e colorato.
L'adattamento audio non è dei migliori in Italiano, non tanto per mancanze dell'attore che interpreta il narratore, quanto per la resa di alcune battute e giochi di parole che, tradotti forse letteralmente, hanno perso il senso e lo spirito rispetto all'edizione originale. La sensazione è che la voce narrante voglia a tutti i costi creare un mood goliardico e divertente, riuscendoci raramente e questo finisce per creare a volte imbarazzo tra i partecipanti.
Dimmi chi sei! è un gioco che cerca di simulare l'atmosfera tipica dei giochi da tavolo, senza però riuscirci in senso stretto. La geniale intuizione di utilizzare il proprio smartphone come controller viene sprecata da un gameplay ripetitivo e privo di mordente. Il senso di meraviglia, presente durante la prima partita anche grazie al contesto grafico molto accattivante, scema in poco tempo. L'impressione è che una bella idea sia stata sviluppata male, almeno stavolta. Il catalogo PlayLink inizia con un passo falso quindi, ma concettualmente ci sono solide fondamenta su cui i prossimi titoli potrebbero costruire trame di gioco molto più complesse e interessanti.