Absolver - recensione
Da Devolver con furore.
Le arti marziali hanno l'enorme merito di aver in qualche modo nobilitato la violenza, trasformandola in un rigoroso processo di apprendimento, disciplina e crescita personale. Dopo essere state sdoganate e date in pasto al pubblico occidentale grazie alle interpretazioni cinematografiche di Bruce Lee, queste sono diventate un po' come il proverbiale prezzemolo in gran parte delle produzioni votate all'azione. Lasciatesi (nella maggior parte dei casi) alle spalle quell'aura mistica fatta di onore e rispetto, sono state una risorsa imprescindibile per un gran numero di medium, cinema e i videogiochi in primis, e hanno dato i natali a opere introspettive e profonde così come a delle tamarrate senza appello.
Devolver Digital è un produttore che ha garantito ai propri fan titoli dall'elevato tasso di violenza, molto spesso volutamente sopra le righe. I ragazzi di Sloclap, sotto l'ala del produttore texano, hanno confezionato Absolver, un picchiaduro atipico che miscela nella propria formula elementi GDR e una narrativa silenziosa. Fate il nodo alla cintura, indossate la maschera state pronti a menare le mani!
L'impero di Adal è ormai decaduto, le rovine di una rigogliosa civiltà disseminate in ogni dove ne sono la prova lampante. Gli Absolver sono gli ultimi guardiani rimasti, guerrieri chiamati a riportare l'ordine e mantenere la pace in un mondo ormai preda del caos. Scelti fra un drappello di allievi della nobile arte ci viene consegnata una maschera e affidata una missione: sconfiggere i sei individui conosciuti come i Marchiati, solo così potremo assurgere al titolo di Absolver.
L'avventura comincia lasciandoci delineare le caratteristiche del nostro personaggio prima di lanciarlo in una sequela di combattimenti all'ultimo sangue. L'editor è abbastanza scarno e permette di selezionare solo poche caratteristiche estetiche, come il colore della pelle e quello dei capelli, oltre allo stile di combattimento. Le tre scuole disponibili si differenziano per le mosse iniziali e una capacità speciale differente per ogni stile.
Il cuore pulsante del titolo risiede nel sistema di combattimento, abbastanza simile a quello di un picchiaduro, ma customizzabile a piacimento. Il personaggio può accedere in tempo reale a quattro "stance", assimilabili alla nostro posizionamento nei confronti dell'avversario. Rispettivamente abbiamo frontale a destra e frontale sinistra, così come posteriore destra e posteriore sinistra. Presso alcuni altari sparsi per il mondo o dal menù è possibile accedere alla meditazione, una sorta di modalità "pratica" in cui plasmare e testare il nostro stile di combattimento.
A disposizione abbiamo un vasto catalogo di mosse, concatenabili tra loro incastonandole negli slot relativi alle stance. Ogni colpo modifica l'orientamento del personaggio permettendogli di sferrare l'attacco abbinato alla posizione adottata in quel momento. Parando le mosse degli avversari per un determinato numero di volte è possibile apprenderle, aggiungerle alla propria lista e successivamente utilizzarle per rendere più vario e personalizzato il nostro stile. La necessità di dosare l'uso della stamina però non permette di chiudersi in difesa, ed è necessaria una saggia commistione di attacchi e parate per uscire vincitore dagli scontri.
Oltre al combattimento a mani nude è possibile affrontare gli avversari sfruttando alcune armi. Spade e guantoni artigliati possiedono moveset dedicati e possono dimostrarsi estremamente efficaci, ma il loro utilizzo è limitato durante il combattimento. Una volta diventati artisti marziali esperti possiamo ampliare le nostre conoscenze iscrivendoci in una scuola e apprendendone le tecniche segrete. Queste possono fornire nuove mosse e addirittura stili in grado di influire sulle caratteristiche del personaggio.
Sconfiggere i famosi Marchiati, che sono avversari decisamente tosti, permette di apprendere anche dei poteri, selezionabili fino a due per volta e utilizzabili durante i combattimenti. Oltre al combattimento nudo e crudo esiste anche una certo margine di personalizzazione in stile GDR. Al salire di livello infatti si distribuiscono punti nelle caratteristiche, e ogni tanto si cambia equipaggiamento recuperandolo dai mucchi di macerie sparsi in giro o dal cadavere di qualche avversario sconfitto.
Absolver presenta un level design dalla doppia faccia. Da un lato abbiamo una splendida ambientazione open world, suddivisa in macroaree interconnesse tra loro tramite una moltitudine di vie e interamente esplorabili sin dall'inizio. Dall'altro invece la completa mancanza della mappa o di un fast travel tra un altare e l'altro rendono la navigazione dispersiva e spesso problematica. In molte occasioni ci si trova infatti a peregrinare senza meta, sperando di imboccare il sentiero in grado di condurci al Marchiato che non riusciamo proprio a scovare.
Durante il nostro viaggio capita inoltre di incontrare altri giocatori, con cui non è possibile comunicare se non attraverso alcuni gesti messi a disposizione dagli sviluppatori. Nulla permette di prevedere quale sarà l'esito di un incontro con un altro player. Questo potrebbe dimostrarsi interessato a cooperare, dandoci una mano e facendo fronte comune contro la moltitudine di nemici che ci sono in giro. D'altro canto potrebbe anche mostrarsi ostile, in questo caso preparatevi ad uno scontro a base di kung fu. Il multiplayer competitivo è inoltre forte di una modalità dedicata, accessibile presso gli altari. Si tratta semplicemente di sconti uno contro uno senza elementi di disturbo esterni, vince chi porta a casa per primo tre vittorie.
Sia dal punto di vista tecnico che da quello puramente estetico è stato fatto un gran lavoro. Le splendide e decadenti ambientazioni sono rappresentate con un'efficacissimo cell shading, capace di donare un effetto morbido e pastellato a tutto quello che ci circonda. La narrativa silenziosa e i rumori ambientali si fondono perfettamente con il mondo creato dai ragazzi di Sloclap, e l'ormai decaduto impero di Adal riesce a dimostrare tutta la sua imponenza anche solo attraverso lo spettro di ciò che era stato in passato. Davvero un peccato che questo mondo così ben delineato sia restio a lasciarsi esplorare con immediatezza, confondendo il giocatore con le sue strade ingarbugliare che spesso lo conducono lontano dall'agognata meta.
La campagna, se così vogliamo chiamarla, scivola via in una manciata di ore, ma sconfiggere i sei Marchiati rappresenta solo un lungo tutorial in vista degli scontri con avversari umani. Dal canto nostro ci saremmo aspettati qualcosa di più, una missione principale articolata e delle quest secondarie ad esempio, mentre invece l'intero mondo di gioco sembra una splendida scatola ma con meno contenuto di quanto sperassimo. Certo, l'esperienza multiplayer competitiva è lì ad aspettarci, ma un'ambientazione così ben curata avrebbe meritato di essere sfruttata meglio. La narrativa risicata e i (pochissimi) dialoghi presenti sembrano, in alcuni momenti, più una leggerezza da parte degli sceneggiatori che un'effettiva scelta stilistica.
Per concludere, Absolver è un'esperienza assolutamente fresca, che coniuga in modo brillante elementi da picchiaduro con meccaniche GDR. La parte PVP ha sicuramente del potenziale (anche se dovrà fare i conti con tanti altri titoli già affermati su piazza) ma dalle premesse ci saremmo aspettati una maggior cura del comparto giocatore singolo e una campagna meglio articolata. Il lato artistico brilla comunque di luce propria e ci sentiamo di consigliarvi l'acquisto se siete alla ricerca di un titolo innovativo per appassionati di zuffe digitali.