Yomawari: Midnight Shadows - recensione
È pericoloso uscire di notte.
Che ci crediate o no, questo è un survival horror. Le immagini ingannano, vero? Sembrano quelle di un adventure qualunque o magari di un platform stiloso. Invece no, è il secondo capitolo di una serie nata su PS Vita e arrivata ora anche su PlayStation 4. È un gioco che spiazza fin dall'inizio, con un filmato introduttivo che definire dark è assolutamente riduttivo. Ovviamente non vi diremo cosa succede, vi basti sapere che i primi due minuti di Yomawari: Midnight Shadows non sfigurerebbero come video musicale dei Radiohead.
La storia e le atmosfere ricordano La Città Incantata, capolavoro di Hayao Miyazaki e il suo Studio Ghibli. Al termine delle vacanze estive due giovani fanciulle raggiungono la sommità di una montagna per seguire più da vicino gli spettacolari fuochi d'artificio di fine stagione. Sulla via del ritorno, quando gli echi e i colori dei giochi pirotecnici si sono spenti, qualcosa di strano accade. Le luci si spengono e strani rumori iniziano a provenire da cespugli ed alberi.
Una delle due ragazze (la più coraggiosa) decide di indagare e chiede all'altra di attenderla nascosta in un cespuglio. Non farà più ritorno e spetterà proprio alla fanciulla più timorosa capire cosa sia successo. Sulla strada del ritorno percepisce che "qualcosa" la scruta dal buio, pronta a balzarle addosso. Uno spirito appare improvvisamente di fronte a lei. Non c'è modo di fuggire, l'unica soluzione è nascondersi e attendere che passi.
Queste prime fasi di gioco sono più o meno lo specchio dell'intero gameplay di Yomawari: Midnight Shadows. Yui e Haru ne sono le due sfortunate protagoniste fragili e indifese che controllerete alternatamente nel corso dell'avventura. Non dispongono di armi, motivo per cui le meccaniche sono quelle tipiche dei titoli stealth: fuggi o nasconditi. L'obiettivo è cercare l'amica scomparsa esplorando il villaggio in cui le due ragazze vivono, sprofondato in un'oscurità innaturale.
La torcia che avrete fin dall'inizio sarà la vostra migliore amica in quanto vi permetterà di visualizzare gli spiriti invisibili ad occhio nudo ma anche di trovare oggetti utili e collezionabili nascosti. Tra gli oggetti in questione, particolarmente preziose sono le monete che vi permetteranno di salvare la partita una volta raggiunte le statuine Jizu (che, secondo la tradizione giapponese, proteggono viaggiatori e bambini sfortunati) sparse un po' ovunque.
Altrettanto importanti sono le pietre, che in caso di brutti incontri vi permetteranno di distrarre gli spiriti e guadagnare tempo per fuggire. A tal proposito, la corsa è disponibile solo fino all'esaurimento di un'apposita barra che si trova nella parte inferiore dello schermo. Una volta consumata il vostro personaggio rallenterà esponendosi agli attacchi. Fortunatamente si ricarica abbastanza velocemente.
Spesso e volentieri la corsa vi servirà più che altro per raggiungere un luogo in cui nascondervi. Un cespuglio, un tabellone pubblicitario... qualsiasi cosa può essere utile per celarsi alla "vista" degli spiriti maligni. Dovrete aspettare che se ne vadano prima di riprendere l'esplorazione e di solito bastano una manciata di secondi. Inizialmente le aree visitabili non sono molte ma trovando indizi e risolvendo semplici enigmi è possibile aprire nuove strade. Occhio però perché ogni nuova porzione di mappa nasconde nemici più subdoli e (soprattutto) veloci. Man mano che procederete nel gioco dovrete imparare a muovervi con maggiore circospezione e soprattutto a sfruttare l'ambiente che vi circonda.
Lo stile grafico scelto dagli sviluppatori ricorda quello di un libro di fiabe per quanto riguarda le fasi di gameplay, mentre richiama i blocchi da disegno dell'asilo nei menù. Il tutto risulta decisamente piacevole e di grande effetto. Eccellente il comparto sonoro, non tanto nella soundtrack minimalista ma negli effetti che accompagnano i passi delle protagoniste. Rumori ambientali, fruscii, lamenti, sospiri, inquietanti risate... tutto il campionario dell'infestazione spiritica è presente in Yomawari: Midnight Shadows, pronto a farvi correre un brivido lungo la schiena.
L'avventura non è lunghissima. Basta una mezza dozzina di ore per portarla a termine, non tantissime ma sufficienti ad evitare che la trappola della ripetitività vi attenda dietro l'angolo come gli spiriti del gioco. Una volta completata potrete andarvene in giro per la mappa alla ricerca dei collezionabili lasciati per strada durante l'avventura.
Le tematiche dark del precedente Yomawari: Night Alone sono presenti in questo seguito in forma ancora più opprimente. Titoli come Home e Lone Survivor hanno insegnato che anche pochi pixel opportunamente illuminati possono infondere un senso di ansia e disagio. Yomawari: Midnight Shadows riesce in questo intento, dando al giocatore che si trova di fronte allo schermo l'impressione di trovarsi da solo e in costante pericolo.
Riesce comunque a farsi ricordare per un'atmosfera unica e delle tematiche non proprio comuni. Se avete apprezzato il primo capitolo per PS Vita, apprezzerete anche questo.