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Gravel - recensione

Milestone passa dalle 2 alle 4 ruote, in poche settimane!

Sono passate poche settimane dall'uscita di Monster Energy Supercross e Milestone arriva sul mercato con un altro titolo. Non ci crederete mai ma è un gioco di corse. Potete però togliervi la tuta da pilota di supercross e indossare quella da off-road, perché stavolta avrete a disposizione mezzi decisamente più vari che vi porteranno in giro per le piste più infangate ed esotiche del mondo. Gravel in inglese significa infatti "ghiaia", il che vi dà una prima idea di ciò che vi attenderà in questo gioco, anche se in realtà avrete a che fare anche con il fango e il ghiaccio.

Mentre tutti puntano all'open-world, lo sviluppatore italiano ha deciso di dare una struttura più che classica a questa sua ultima fatica. Niente mappe gigantesche da esplorare, niente free-roaming, bensì una "semplice" sequenza di sfide classiche su piste singole che, per motivi diversi, riportano alla mente giochi come Burnout, Need for Speed: Most Wanted e perché no... anche un pizzico di Motorstorm. Il che è un po' un peccato, pensando al fatto che Milestone originariamente aveva annunciato che il gioco sarebbe stato open world, come riportato anche dal nostro Luca Forte nella sua anteprima di Gravel di un anno fa.

Si passa infatti dalle infuocate strade desertiche della Namibia ai circuiti innevati e insidiosi dell'Alaska. Ma non mancano neppure le sfide indoor, che mettono a dura prova la vostra capacità di dosare acceleratore e freno per non schiantarvi sui muretti. A tal proposito, il gioco permette di scegliere tra danni puramente estetici e completi; noi vi consigliamo di iniziare dai primi e solo successivamente di tentare il tutto per tutto rischiando la vostra macchina.

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L'impianto scenico è simile a quello della serie ideata e portata al successo dai Criterion. Verrete accolti da uno speaker che tenterà di esaltare le vostre sinapsi introducendovi alle varie gare in puro stile show televisivo americano, con tanto di finta web TV a tema. Un'idea sicuramente non originale ma tutt'altro che spiacevole.

La struttura, dicevamo, è classica, progressiva. Le sfide sono piuttosto varie ma non propongono novità di rilievo. Ci sono gare a tappe nelle quali vince chi arriva primo al traguardo, possibilmente passando tutti i checkpoint per non incappare in penalità. E ci sono corse in circuiti chiusi, contraddistinti da pochi rettilinei, curve a gomito e pochissime occasioni di sorpasso. Le gare più aperte concedono maggiore respiro ma sono anche quelle più incerte perché concedono maggiori possibilità di recupero. Ci sono infine i mini campionati, composti da 3 o 4 gare con classifica finale che determina vincitori e stelle conquistate.

Non essendo legato a campionati ufficiali, Gravel ha una struttura di pura fantasia e le leghe in cui gareggiare sono 4: Cross Country, Wild Rush, Stadium Circuit e Speed Cross. Ad ognuna corrisponde un "boss", ovvero un campione da sfidare solo dopo aver accumulato il sufficiente quantitativo di stelle nelle diverse competizioni. Proprio come in NFS: Most Wanted, sarà con lui che dovrete vedervela prima di procedere nella lega successiva. La quantità di sfide è notevole e impiegherete un bel po' di tempo per arrivare alla sfida definitiva, la Ultimate League.

Dovrete guidare in maniera spericolata, al massimo della velocità e sempre in testa per guadagnare punteggi bonus alla fine della gara.

In alternativa alla carriera avrete la Gara Libera, che vi permetterà di allenarvi sui circuiti compresi nelle sfide tradizionali, e il Time Attack, che non ha davvero bisogno di spiegazioni. Non ci è stato purtroppo possibile testare il multiplayer perché i server di gioco erano ancora chiusi. A partire dal day one si darà il via alle sfide in rete, che comprenderanno anche sfide settimanali. La longevità insomma non dovrebbe essere un problema per Gravel.

A prescindere dalla modalità scelta, per vincere dovrete imparare a gestire al meglio le caratteristiche di ogni mezzo. In base al tipo di gara vi troverete a guidare piccole vetture modificate o mostri da centinaia di cavalli. L'approccio dovrà essere diverso anche in base al tracciato, al tipo di gara, alle condizioni meteorologiche, alla trazione e via dicendo. Potrete apportare alcune modifiche meccaniche prima di ogni sfida e anche se questo aspetto non raggiunge la profondità di altri titoli, le differenze si faranno sentire.

L'approccio è ovviamente arcade, quindi non aspettatevi un'esperienza realistica. Gravel premia lo spettacolo e per questo dovrete darvi da fare nelle derapate, nei decolli sui dossi e nei sorpassi. In casi di errore, poi, avrete ancora una volta a disposizione uno dei marchi di fabbrica delle ultime produzioni Milestone, il rewind. Anche in Gravel infatti potrete "riavvolgere" alcuni secondi della gara, rimediando agli errori commessi.

In situazioni critiche il motore di gioco fatica un po' e la fluidità scendono sotto la fatidica soglia dei 30 fps su PS4 standard.

La sfida è piuttosto ardua. Specie ai livelli di difficoltà più alti, gli avversari non alzeranno il piede dall'acceleratore e non esiteranno a speronarvi per guadagnare una posizione. Le condizioni meteo svolgono un ruolo importante, e ve ne accorgerete soprattutto quando proverete a tenere in traiettoria un piccolo demone a trazione posteriore sul bagnato, in una pista fatta solo di dossi e curve a gomito.

Le vetture sono tutte su licenza e spaziano da vecchie glorie come la Lancia Stratos o l'immancabile "Deltone" (S4 o Integrale Evoluzione), a mostri come la gigantesca Hummer, passando per vetture da lacrimuccia come la Fiat 131 Abarth (con tanto di adesivo OLIO FIAT!). Lo sblocco delle macchine e degli altri bonus è legato al livello che raggiungerete, che aumenterà in base ai risultati.

L'Unreal Engine 4, già utilizzato nel gioco precedente da Milestone, è capace di grandi cose ma in questo caso gli sviluppatori non lo hanno sempre sfruttato al meglio. I modelli poligonali e le texture delle vetture, in particolare, soffrono di qualche problema. I primi sono tutt'altro che eccezionali se paragonati a quelli dei tanti giochi di corse usciti finora. Le seconde sono di medio livello e, in alcuni casi, appaiono addirittura sfocate, motivo che rende ancora più inspiegabile il ritardo del loro caricamento durante le presentazioni e in alcuni momenti delle gare.

Questo tamarro è il primo dei boss che incontrerete. Dovrete batterlo in tre diverse prove prima di potergli soffiare il posto.

Le piste, al contrario, sono di buona fattura sia nel design che nella resa grafica. In particolare a brillare su tutte sono le sfide in notturna e sul bagnato, ma anche quelle in pieno sole o al tramonto offrono scorci suggestivi... a patto che nella concitazione della sfida riusciate ad accorgervene.

Milestone si conferma dunque molto brava nel realizzare giochi di corse divertenti ed impegnativi. Come sempre, però, manca "quel qualcosa" che permetta al titolo in questione di fare il salto decisivo verso l'eccellenza. Nel caso di Gravel questo qualcosa è da ricercarsi in una qualità tecnica che non appaga fino in fondo l'occhio, segno che lo sviluppatore milanese deve farsi ancora le ossa sull'Unreal Engine 4, ma anche in una struttura fin troppo classica a cui avrebbe fatto bene un po' di pepe in più.

7 / 10
Avatar di Daniele Cucchiarelli
Daniele Cucchiarelli: Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.

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In this article

Gravel

PS4, Xbox One, PC

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