Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno - recensione
Un caschetto biondo ha conquistato i nostri cuori. E non è la Carrà.
Il primo Ni No Kuni non è un gioco perfetto. Ma nonostante il sistema di combattimento a tratti macchinoso e il ritmo non sempre incalzante, l'avventura di Oliver e Lucciconio viene comunque considerata uno dei GDR meglio riusciti della passata generazione. Questo perché Ni No Kuni è uno di quei rari casi in cui il valore complessivo dell'opera è superiore alla semplice somma dei suoi elementi, e il merito va tutto alla direzione artistica impeccabile.
La collaborazione con Studio Ghibli ha permesso a Level 5 di dare vita ad un mondo incantevole, intessuto di fascino e poesia e capace di stupire grazie al suo impatto visivo senza precedenti. La sensazione è quella di poter entrare all'interno di un film del maestro Miyazaki, di poter vivere in prima persona una delle sue storie esotiche e fiabesche. Giocare Ni No Kuni è un'esperienza che scavalca i confini tra videogioco e animazione, e chi si fa catturare riesce a sorvolare con una certa disinvoltura sui difetti del gioco.
Con premesse del genere, è facile comprendere come le aspettative su Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno fossero altissime. Sapevamo da tempo che le novità sarebbero state parecchie, e se da una parte covavamo il desiderio di poter mettere le mani su un GDR solido e avvincente, dall'altra c'era la speranza di ritrovare intatta la carica artistica ed emotiva del primo capitolo.
Per fortuna bastano pochi minuti per mettere da parte ogni timore e farsi nuovamente assorbire dalla magiche atmosfere di Ni No Kuni. Ed è assai interessante constatare come lo stesso risultato questa volta sia stato raggiunto con ingredienti differenti. Per il seguito infatti lo Studio Ghibli non è stato coinvolto direttamente e l'assenza della loro firma nei titoli di coda si fa sentire soprattutto durante le cut scene, non più realizzate a mano come fossero veri e propri cortometraggi animati. Si è deciso invece di ricorrere al motore grafico anche per i più lunghi intermezzi narrativi, una scelta che in qualche modo indebolisce il legame fra il gioco e le produzioni del prestigioso studio di animazione.
Questo allontanamento però non ridimensiona l'aspetto grafico di Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno, tutt'altro. Quasi come fosse un gioco di prestigio, ogni poligono è stato mascherato attraverso un utilizzo sapiente dell'illuminazione, con tonalità, ombre, sfumature e riflessi studiati nel dettaglio. Il risultato è un mondo tridimensionale vivo e colorato che ai nostri occhi appare disegnato direttamente su schermo. In poche parole ci troviamo davanti ad uno dei migliori videogiochi mai realizzati con la tecnica del cel-shading, e se in passato è stato necessario ricorrere direttamente alle matite dello Studio Ghibli per catturare l'essenza e la cifra stilistica dei loro film, oggi la potenza hardware di PS4 e il talento dei grafici in forze a Level 5 riescono a trasmetterci le stesse emozioni che abbiamo provato guardando "La città incantata" o "Il castello errante di Howl".
Come un bellissimo quadro sporcato da una pennellata sfuggita al pittore, che nulla toglie al valore dell'opera ma che comunque c'è, la notiamo e ci dà un po' fastidio, bisogna riconoscere che sul modello base di PlayStation 4 le prestazioni di Ni No Kuni II non sono ottimali. Sia nelle ambientazioni più complesse che nella mappa di gioco, il frame rate fatica a mantenere il target dei 60 fotogrammi al secondo. Fortunatamente i combattimenti non sono affetti da cali così vistosi, e in questo modo il gameplay non ne risente più di tanto.
A rafforzare ulteriormente la componente artistica del gioco intervengono anche le musiche composte da Joe Hisaishi, storico collaboratore di Miyazaki. È una colonna sonora epica ed intensa, completamente orchestrale, in grado di infondere una certa maestosità anche ai motivetti che accompagnano fasi più rilassate. Alcuni passaggi particolarmente virtuosi risultano forse un po' troppo intensi, suggerendo al giocatore un sentimento di inquietudine anche quando la situazione appare sostanzialmente serena. Ma a parte questi piccoli momenti di contraddizione il comparto sonoro eccezionale aiuterà sicuramente Ni No Kuni II ad imprimersi in modo indelebile nella nostra memoria.
Sebbene il seguito condivida la stessa impalcatura stilistica del capitolo precedente, una volta scrostata l'abbagliante patina in cel-shading scopriamo che la struttura portante di Ni No Kuni II è completamente diversa. Gli sviluppatori hanno optato per un cambio radicale, partendo proprio da uno degli pilastri fondamentali in un GDR, ossia il sistema di combattimento.
Gli scontri sono sempre in tempo reale ma questa volta i famigli, le buffe creature del primo Ni No Kuni da catturare ed allevare, sono state eliminati in favore di un gameplay più immediato e frenetico, più simile a quello di Action RPG. Sul campo di battaglia controlliamo direttamente il personaggio selezionato e ad ogni pressione di un tasto corrisponde un attacco. Possiamo muoverci liberamente attorno ai nemici, schivare e parare i colpi, possiamo cambiare rapidamente l'arma equipaggiata o selezionare incantesimi premendo i grilletti. Il tutto è molto semplice, intuitivo e soprattutto divertente.
Le creature da collezionare però non sono scomparse del tutto. Al posto dei famigli abbiamo i cioffi, simpaticissimi spiritelli elementali che ci accompagnano in battaglia. Possiamo selezionarne fino a quattro da mettere in squadra, e una volta scesi in campo questi esserini tenteranno di rendersi utili nei modi più disparati: alcuni attaccheranno i nemici, altri applicheranno al party delle abilità passive per migliorare difesa ed attacco e così via. Inoltre se attivati dal giocatore al momento opportuno possono far partire i loro attacchi speciali. Inizialmente sembrano non influenzare più di tanto l'esito di uno scontro, ma facendoli salire di livello diventano davvero essenziali nelle battaglie più toste.
Per quanto il gioco risulti certamente accessibile e più facile rispetto ad altri titoli pieni di variabili e statistiche, il design dei nemici e soprattutto dei boss rende le battaglie entusiasmanti. Ciò che colpisce è soprattutto il dinamismo dei combattimenti, con boss che volano da una parte all'altra dell'arena e ci costringono a valutare con attenzione ogni mossa, ogni schivata, ogni attacco. La sensazione è che la vittoria non dipenda solamente dall'equipaggiamento impostato o dagli incantesimi appresi, ma anche dalle nostre abilità e dal nostro tempismo. Una scelta vincente, che di sicuro rende il titolo di Level 5 più appetibile per un pubblico occidentale. Gli appassionati di GDR nipponici potranno forse storcere un po' il naso, ma questo è chiaramente un prodotto che vuole far gola anche ai giocatori meno esperti che non hanno alcuna intenzione di sorbirsi ore ed ore di grinding estenuante.
Non bisogna però fare l'errore di etichettare subito Ni No Kuni II come titolo superficiale. La sua profondità non è legata esclusivamente al sistema di combattimenti o allo sviluppo dei personaggi, bensì è frammentata nelle diverse meccaniche introdotte in questo capitolo. Attraverso una strettissima rete di interazioni fra le diverse fasi di gioco, si viene quindi a creare un senso di progressione che arricchisce l'esperienza e che si integra perfettamente con la trama. Trama che, come avrete già intuito, non ha nulla a che fare con il primo Ni No Kuni.
Oliver lascia il posto ad Evan, un giovane principe che alla morte del padre si vede sottrarre il trono da Ratoleon, consigliere del defunto re. Il colpo di stato getta il regno di Gatmandù nel caos e il principino è costretto a scappare per mettersi in salvo. Il mondo di Ni No Kuni è frammentato in tanti piccoli regni in conflitto fra di loro ed Evan, mosso da un profondo senso di giustizia, decide di mettere la parola fine alle ostilità e di fondare un nuovo regno che possa un giorno unire tutti i popoli sotto un'unica bandiera. Un regno senza più guerre, in cui tutti possano vivere in pace, felici per l'eternità.
Come in ogni buon GDR giapponese che si rispetti, la trama prosegue in modo lineare, scandita in capitoli. Una volta gettate le basi per il nostro regno lo sviluppo delle vicende diventa alquanto prevedibile: Evan e i suoi compagni arrivano in un nuovo paese, risolvono i problemi che affliggono la popolazione e al termine dell'episodio stringono un'alleanza col monarca di turno, per poi dirigersi verso il prossimo paese. In ogni luogo in cui mettiamo piede sembra che i disordini siano causati da Hamnar, un oscuro signore del male che sta tentando di risvegliare un antico essere distruttore. Fin da subito quindi intuiamo che la tranquillità del nostro regno verrà presto messa a dura prova.
Purtroppo la trama di Ni No Kuni II è uno dei punti deboli del gioco. L'antagonista rimane sullo sfondo per gran parte dell'avventura e le sue motivazioni vengono approfondite solo nelle ore finali. In attesa di trovarsi faccia a faccia con Hamnar, Evan dedica gran parte del suo tempo allo sviluppo del proprio regno, e per quanto le varie vicende che lo vedono protagonista siano in grado di strapparci qualche sorriso, oscillando fra toni epici e parodistici, l'impressione è comunque quella di leggere una raccolta di brevi racconti piuttosto che un bel romanzo. Anche i personaggi secondari, per quanto ben caratterizzati, faticano a lasciare il segno nel giocatore dato il loro coinvolgimento limitato nella storia. I membri del nostro party diventano combattenti intercambiabili, e nelle 40 ore che abbiamo impiegato per terminare il gioco non siamo riusciti ad affezionarci a nessuno di essi.
Ci siamo però affezionati ad Evan. Il principino, con le sue enormi orecchie da felino che spuntano dal caschetto biondo, può apparire all'inizio come ragazzino ingenuo, in balia degli eventi. Ma al di là dell'apparente fragilità riesce comunque a dimostrare un carattere forte. Il suo desiderio di creare un mondo migliore nonostante le avversità riesce a contagiare anche noi, e col tempo ci rendiamo conto che Ni No Kuni II è un gioco che ci cattura e ci appassiona proprio grazie agli ideali di Evan. Non ci interessa più di tanto arrivare alla fine per sapere come va a finire la storia, vogliamo semplicemente vedere realizzato il sogno di Evan.
In quest'ottica non possiamo che considerare geniale l'introduzione delle nuove meccaniche di gestione del regno. All'inizio dell'avventura la nostra capitale, Eostaria, è poco più che un palazzotto circondato da una staccionata di legno. Spetta a noi procedere allo sviluppo della città gestendo al meglio le risorse che abbiamo a disposizione e decidendo quali edifici costruire, quasi stessimo giocando ad un Sim City estremamente semplificato. Ogni edificio aumenterà poi l'influenza del nostro regno e più influente sarà, maggiore sarà la quantità di denaro che avremo a disposizione per la costruzione di altre strutture.
La crescita di Eostaria, oltretutto, è legata a doppio filo a quella del nostro party. Non solo infatti le botteghe e le armerie che costruiamo ci offrono la possibilità di acquistare nuove armi ed equipaggiamenti, ma per ottenere determinati vantaggi in battaglia o imparare determinati incantesimi dobbiamo investire negli edifici corrispettivi. È un sistema di sviluppo dei personaggi estremamente intrigante, che coinvolge anche tutto l'ecosistema di side quest di Ni No Kuni II.
Non basta infatti costruire un regno, bisogna anche popolarlo. Durante le nostre peregrinazioni entreremo in contatto con tantissimi NPC che desiderano cambiare aria e vivere in un luogo pacifico. Eostaria è il luogo ideale, non c'è dubbio, ma per convincerli a trasferirsi dobbiamo prima assecondare le loro richieste. Sono le classiche side-quest da GDR nipponico: c'è chi necessita di determinati oggetti, chi deve far arrivare un pacco ad suo conoscente dall'altra parte del mondo, chi vuole veder sterminata la banda di briganti dispettosi. Sono compiti ripetitivi e meccanici, spesso poco divertenti, ma la ricompensa ci spinge a portare a termine tutte le missioni in cui ci imbattiamo. Ogni personaggio che ingaggiamo possiede infatti delle particolari abilità utili alla crescita del regno, e dobbiamo decidere con attenzione quali incarichi affidare ad ognuno di loro per far sì che i rispettivi talenti vengano sfruttati nel modo più efficace possibile.
Per quanto l'obiettivo ultimo di Evan sia la pace fra i popoli, è impensabile fondare un regno senza il supporto di un esercito. A tal proposito trova spazio in Ni No Kuni II un'altra particolare fase di gameplay che strizza l'occhio agli strategici in tempo reale. Le battaglie campali sono infatti brevi missioni che hanno luogo nella mappa di gioco e, come possiamo intuire dal nome, ci permettono di prendere il controllo di quattro plotoni di soldati super-deformed per sbaragliare gli eserciti nemici. Anche in questo caso i controlli e l'idea di fondo sono piuttosto semplici, e la componente strategica si limita al decidere quali truppe schierare in battaglia e a come usare al meglio le nostre risorse. Tutto sommato un piacevole diversivo, che acquista interesse man mano che le battaglie si fanno impegnative.
Rileggendo la recensione possiamo giungere alla conclusione che anche il secondo Ni No Kuni non sia un gioco perfetto. Ed è vero: scomponendolo, analizzando separatamente i vari aspetti, i difetti vengono a galla. La trama stenta a decollare, il sistema di combattimento può risultare troppo semplificato, e le side quest sono monotone e ripetitive. Perfino il magnifico comparto visivo è macchiato da prestazioni ballerine. Ma ancora una volta è solo guardando all'opera nel suo complesso che possiamo comprenderne il vero valore. È come se Ni No Kuni II fosse in grado di colmare le proprie lacune grazie alla ricchezza di esperienze che offre al giocatore, una galassia di stimoli ed attività che ruota attorno ad Evan, piccolo grande eroe che ha subito conquistato i nostri cuori.
E con questa grafica, beh, Ni No Kuni II è semplicemente bello da giocare.