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Andy McNab e Battlefield 3

Eurogamer intervista il consulente militare di EA.

Battlefield si è guadagnato i suoi gradi sul campo come uno dei migliori sparatutto multiplayer della storia. A distanza di circa 11 anni, ecco approssimarsi il terzo capitolo, che nel frattempo è cresciuto e promette di dare del filo da torcere alla corazzata Call of Duty. Per riuscire nell’impresa EA e DICE non hanno lasciato nulla al caso e hanno ingaggiato Andy McNab, ex-membro delle forze speciali britanniche SAS, divenuto nel frattempo anche scrittore di successo.

McNab in realtà è uno pseudonimo, sotto il quale si nasconde l’autore del best-seller Bravo Two Zero, ovvero il racconto di una missione dello Special Air Service durante la Guerra del Golfo. Tutti i suoi libri nascono da esperienze personali sul campo di battaglia, ma nel frattempo il buon McNab è sbarcato anche a Hollywood dove ha collaborato alla realizzazione di vari film, tra cui Heat – La Sfida di Michael Mann, con Al Pacino e Robert De Niro.

Attualmente Andy è impegnato nella stesura di Battlefield 3: The Russian, libro che accompagnerà l’uscita del gioco e che avrà come protagonista Dmitri "Dima" Mayakovsky. Il suo coinvolgimento nella saga di Electronic Arts è tuttavia molto più profondo. Da circa un anno McNab collabora con DICE per far sì che la storia del gioco sia coinvolgente ma al tempo stesso realistica e credibile, e che gli “attori” si muovano come dei veri soldati.

Eurogamer ha avuto la fortuna di incontrare Andy McNab ed ecco cosa ci ha raccontato.

"Viviamo in un mondo in cui un bambino di 9 anni tornando da scuola può accendere la televisione e vedere stupri, omicidi e vittime di guerra. "

Eurogamer In che modo stai collaborando alla realizzazione di Battlefield 3?
Andy McNab

Sto collaborando su vari aspetti del gioco. Inizialmente mi era stato chiesto di supervisionare la storia per cercare di renderla coinvolgente ma al tempo stesso credibile, cercando una giustificazione per ogni evento accadesse nel gioco.

Successivamente il team di sviluppo mi ha chiesto anche di dare un’occhiata al “look” generale del gioco, per far sì che non ci fossero particolari incongruenze con la realtà. Prendete i carri armati, ad esempio: non basta sfogliare un catalogo e riprodurli su schermo. Vanno anche presi in considerazione i comandi e il fatto che per l’equipaggio quel mezzo è in un certo senso una casa, c’è un legame speciale.

Ho poi supervisionato l’aspetto tattico del gioco, quello che i soldati di Battlefield 3 dovevano fare sul campo, il modo in cui dovevano muoversi e ho trasferito la mia esperienza anche nelle sezioni di motion-capture. Alcuni attori volevano sapere perché dovevano fare certe mosse o dire determinate cose. I veri soldati sul campo non dicono mai “cerchiamo di fare questo” ma “facciamo questo” e c’è una bella differenza tra le due cose. Anche impugnare le armi in maniera realistica può fare la differenza nella resa finale del gioco.

EurogamerHai apportato delle modifiche personali a qualche aspetto del gioco?
Andy McNab ha vinto un’intera collezione di medaglie al valore sul campo.
Andy McNab

Certamente. Come vi dicevo prima, per quanto riguarda le sezioni a bordo dei carri armati ho raccontato al team come parlano i piloti e i membri di un vero equipaggio, quello che fanno e pensano.

Durante la mia esperienza al servizio della SAS ho passato parecchio tempo al confine tra Iran e Iraq, all’interno di enormi fortificazioni militari. Al tempo scattai parecchie foto che in questi mesi mi sono anche servite per dire ai ragazzi della DICE come riprodurre determinati elementi dei livelli. Alcune delle cose che vedrete in Battlefield 3 sono molto, molto simili a quelle che ho visto nella mia esperienza militare.