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Battlefield 3 - recensione

Il trionfo del multiplayer.

Iniziamo questa recensione con una premessa: il voto che potete leggere a fine articolo si basa sulla versione console del gioco, in particolar modo su quella per PlayStation 3. Quella PC sarà trattata separatamente nei prossimi giorni dal buon Matteo Lorenzetti.

Sono rari i casi in cui riteniamo necessario sottolineare con forza questo dettaglio e questo, per diversi motivi, appartiene senza ombra di dubbio alla categoria in questione.

D'altra parte è stata la stessa Electronic Arts a costringerci ad attuare una simile politica, principalmente a causa della strategia di marketing scelta per presentare il titolo al grande pubblico. Non è un mistero, infatti, che soprattutto durante la prima parte vitale del progetto (antecedente anche alle scaramucce con Activision e Modern Warfare 3) il colosso californiano abbia puntato in modo brutale sui muscoli del Frostbite 2 nell'incarnazione PC del gioco, tecnicamente anni luce avanti rispetto alle prestazioni su console.

Dopo essere rimasti letteralmente a bocca aperta di fronte ai primi splendidi trailer di Battlefield 3 per PC, l'impatto con la versione "ridotta" è indubbiamente freddo, in particolar modo sul fronte puramente tecnico. A dire il vero il lavoro svolto dal team di sviluppo non è affatto male, fugando immediatamente tutti i dubbi generati dalla beta scellerata messa a disposizione dei giocatori solo qualche settimana fa, ma non regge il confronto con le enormi aspettative generate dalla strategia mediatica di Electronic Arts.

Il trailer di lancio di Battlefield 3.

Al di là di questi discorsi, comunque, Battlefield 3 è in grado di imporsi in un settore saturo come quello degli FPS a sfondo bellico? La risposta è sì, senza alcun dubbio, anche se gran parte del merito per il voto finale va all'ottima componente multiplayer, che sovrasta senza fatica un single player non del tutto convincente.

Nonostante presenti alcune missioni decisamente ispirate, infatti, la campagna single player di Battlefield 3 non riesce quasi mai a entusiasmare, risultando a tratti perfino fastidiosa a causa della gestione ingenua di alcuni script.

Mentre nel single player il tearing è completamente assente, in multi è ancora piuttosto frequente.

Negli ultimi anni, infatti, abbiamo assistito al costante miglioramento nel modo di amalgamare gli script al gameplay. All'interno di giochi sempre più spettacolari grazie all'inserimento di sequenze coreografiche innescate da azioni specifiche compiute dal giocatore (l'ultimo Medal of Honor è stato maestro in tal senso), siamo rimasti di sasso di fronte a imbarazzanti fasi di stallo o a veri e propri loop che andavano avanti, per fare un esempio, finché non si occupava una determinata posizione all'interno dell'ambientazione, oppure finché non si abbatteva un aereo particolarmente abile nell'uso delle contromisure.

Considerando la buona qualità della narrazione (a tratti un po' confusionaria, ma comunque in grado di catturare l'attenzione del giocatore con gli ormai consueti salti temporali), è davvero un peccato che l'esperienza vada ad arenarsi su simili leggerezze, anche perché all'interno del disco è comunque presente una missione dove ogni singolo elemento è stato valutato e bilanciato con cura.

Stiamo parlando di Thunder Run, che mette il giocatore ai comandi di un carro armato garantendo al tempo stesso una grande libertà d'azione e un'incredibile sensazione di coinvolgimento. L'esatto opposto, invece, accade nel livello in cui si vestono i panni del secondo pilota di un F18, ritrovandosi per la maggior parte del tempo a fare da semplici spettatori e aspettando con trepidazione il QuickTime Event successivo.

Fortunatamente, però, la serie di Battlefield ha sempre avuto nel multiplayer il proprio punto di forza e questo nuovo capitolo non fa certo eccezione. Le modalità competitive Rush e Conquest tornano a coinvolgere nutriti gruppi di giocatori, immergendoli in veri e propri campi di battaglia pieni di veicoli, edifici da far esplodere e percorsi nascosti tutti da esplorare.

Vediamo i veicoli che potremo pilotare nel gioco.

Nonostante la presenza di alcune mappe poco in linea con lo spirito tradizionale della serie (Seine Crossing su tutte), l'aria che si respira nella maggior parte dei casi è quella tipica di Battlefield, con una forte enfasi posta sul gioco di squadra e sullo sfruttamento di ogni singolo angolo dei vasti livelli.

Ancor più che in passato, in Battlefield 3 è caldamente consigliato muoversi assieme ai propri compagni di squadra, in modo da sfruttare a dovere le abilità di ogni membro del team e, soprattutto, di coprirsi a vicenda per superare le situazioni più complicate.

Considerando che i ragazzi di DICE hanno bilanciato l'esperienza in modo tale da spingere i giocatori a muoversi con circospezione (bastano davvero pochi colpi per essere abbattuti), la necessità di cooperare emerge ulteriormente, premiando coloro che riescono ad agire in modo affiatato e compatto.

Tutto questo si amalgama perfettamente con il sistema di crescita dei soldati virtuali, che accumulando punti esperienza possono sbloccare una vasta gamma di gadget con cui modificare il proprio equipaggiamento.

Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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In this article

Battlefield 3

PS3, Xbox 360, PC, Nintendo 3DS

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