Diablo III
Abbiamo sconfitto per voi la beta!
"Congratulations! You have defeated the Diablo III Beta." Si chiude con questa laconica scritta, dopo circa 3 ore di gioco e 10 livelli di pura adrenalina, la prima Closed Beta di uno dei giochi più attesi di sempre.
È una versione molto abbottonata quella messa a disposizione da Blizzard per i "pochi" fortunati, visto che non è concesso sbloccare quelle caratteristiche di gameplay che ci hanno esaltato in quel di Colonia.
Niente rune, dunque, niente abilità passive e pochissime skill attive utilizzabili per quello che sembra essere uno show dedicato maggiormente alla narrazione e all'estetica che non al gameplay vero e proprio. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di affrontare le prime impressioni partendo proprio da dove vuole Blizzard.
Dopo avere installato 3,23 gigabyte di client e avere effettuato un ansioso doppio click sulla relativa icona, veniamo lanciati in una schermata di creazione del personaggio bella e volutamente elementare: possiamo scegliere liberamente fra le 5 classi proposte sin ora e possiamo decidere il sesso del nostro eroe/eroina. Stop.
Nessuna possibilità al momento di personalizzazione del protagonista, a esclusione di un gonfalone che potremo realizzare con una buona dovizia di particolari. Visibili da subito sono anche i pulsanti per l'Action House (già funzionante) e la funzione Social per gestire la propria lista amici.
Il rapido sguardo alle opzioni iniziali si conclude con il pannello che ci permetterà di gestire le partite in cooperativa, creando sessioni a inviti, aperte solo ai propri amici o, infine, aperte a tutti.
Digerite e memorizzate in fretta tutte le feature che di sicuro saranno nostre fedeli compagne una volta che il gioco sarà lanciato in via definitiva, è il momento di creare il nostro personaggio e di entrare finalmente a New Tristram!
La scena si apre in modo impeccabile con la frase "This place reeks of the dead". L'atmosfera, le luci e i suoni, tutto è al posto giusto: quel bellissimo equilibrio fra minaccia imminente e disperazione è reso perfettamente e si lascia completamente alle spalle i vecchi timori di una grafica troppo 'pastellata' per trasmettere quell senso di angoscia che tutti abbiamo amato in passato.
L'interfaccia è pulita ed estremamente funzionale, un punto a favore molto importante per un gioco che ci chiederà di tener d'occhio velocemente un gran numero di informazioni. Posti nella barra in basso troviamo subito la scheda delle statistiche del nostro personaggio, l'elenco delle abilità disponibili, l'immancabile inventario e l'elenco delle quest con il Journal (vedremo in seguito di cosa si tratta) per concludere col menu delle opzioni.
La primissima meccanica di gioco sulla quale dobbiamo soffermarci deriva proprio dalla schermata delle abilità. Nel caso del nostro Barbaro, la cui fonte di energia principale è la "Furia", vediamo che le skill sono divise fra quelle che generano la furia (Fury Generator, 8 in tutto), quelle che la consumano (Fury Spender, 8 anche in questo caso) e altre da usarsi a nostra discrezione (Situational, per un totale di 6).
Questo meccanismo varia però da classe a classe: nel caso dei Demon Hunter, ad esempio, l'ampolla della Furia è sostituita da una insolitamente suddivisa in due metà (Odio e Disciplina), parametri che si consumano a seconda che si posizionino le trappole o che si usino le abilità speciali. Il Monaco invece usa lo Spirito, che si ricaricherà attraverso certi colpi, e col quale potrà usare abilità molto interessanti (di crowd control e di cura, ma non solo).
Il Mago consuma il Potere Arcano, una sorta di mana che si ricarica molto velocemente, con cui usare incantesimi di attacco, di difesa e dei buff. Il Witch Doctor, infine, di tutti è il personaggio più insolito, utilizzando la Mana per l'evocazione di alleati e di incantesimi che prediligono il DoT (Damage over Time) al danno diretto e immediato.