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007 Legends - review

Al servizio di Sua Ripetitività.

I titoli dedicati a James Bond danno l'idea di essere abbastanza facili da sviluppare, perlomeno a livello concettuale. Il personaggio è talmente caratteristico per l'aspetto, lo stile e gli altri elementi da cui attingere come gadget, auto, colonna sonora e chi più ne ha più ne metta, che verrebbe da porsi come prima cosa il problema di come sfruttare il ricchissimo background. Eurocom però smentisce in pieno queste considerazioni con 007 Legends, sia in fase di premessa che lungo tutto il gioco.

La presentazione ci mostra una breve sequenza in tempo reale, in cui Bond viene colpito da un cecchino mentre si azzuffa con un criminale sul tetto di un treno in corsa. Dopo essere caduto nel fiume sottostante, viene assalito da una serie di flashback che fungono da scusa per giocare i vari livelli di cui è composto il gioco, ognuno basato su un film diverso. Per la precisione i film in questione sono Missione: Goldfinger, Al servizio segreto di Sua Maestà, Vendetta privata, La morte può attendere e Moonraker - Operazione Spazio, ognuno corrispondente a un livello. A breve sarà disponibile inoltre anche un DLC gratuito basato proprio su Skyfall, rimandato rispetto all'uscita del gioco per evitare spoiler letali.

Prima di iniziare è possibile scegliere il livello di difficoltà e soprattutto il sistema di gestione dei punti ferita, che possono rigenerarsi autonomamente o tramite la raccolta di medikit e armature. Aumentare il livello di difficoltà non sembra avere in realtà un grosso impatto, e rende anzi alcuni combattimenti semplicemente più lunghi e noiosi.

Fatte queste scelte si comincia con una sequenza d'azione degna dei migliori film di 007, in cui si utilizza un gadget per mandare nel panico un intero complesso nemico, saltando poi su un camion in corsa e successivamente all'interno del perimetro difensivo tra jet in fiamme e una pioggia torrenziale. Peccato che il tutto avvenga automaticamente senza bisogno di alcun input da parte nostra. Si comincia male, ma la cosa si ripete anche successivamente in parecchi casi, quando in più di un'occasione vengono gettati alle ortiche buoni spunti per sequenze potenzialmente interessanti.

"Aumentare il livello di difficoltà rende alcuni combattimenti semplicemente più lunghi e noiosi"

Troppe scene potenzialmente interessanti sono state affidate a intermezzi non interattivi.

Il seguito non è incoraggiante. Il gioco si compone di appena tre sezioni principali ripetute all'infinito: scontri a fuoco, stealth e investigazione, con diversivi saltuari come combattimenti a mani nude o sporadiche sezioni di guida a tentare di vivacizzare le cose. Un'eccezione interessante sembra essere la parte finale dell'episodio dedicato a Moonraker, dove si combatte in assenza di gravità, ma anche in quel caso il tutto è appena abbozzato per non venire a noia fin troppo presto.

Il cuore del gioco sono comunque gli scontri a fuoco, preponderanti rispetto al resto. In teoria ci sono parecchie cose che dovrebbero renderli interessanti: vari tipi di armi e potenziamenti tra cui scegliere, coperture da sfruttare, partner gestiti dall'IA e obiettivi secondari tra gli altri. Non vale la pena fare una lista completa, perché in realtà il tutto è molto scarno e mal bilanciato. Dopo pochi minuti si capisce che è sufficiente tenersi un'arma decente per fare strage anche rinunciando a ulteriori potenziamenti, acquistabili tramite punti esperienza e che in teoria dovrebbero aggiungere un po' di strategia. Tralasciando il fatto che Bond ha la resistenza di un Terminator, ci sono troppi modi per gabbare le orde di nemici che spuntano da tutti gli angoli e cavarsi da situazioni gravi anche senza ricorrere a coperture o tattiche di qualunque tipo.

"Dopo pochi minuti si capisce che è sufficiente tenersi un'arma decente per fare strage anche rinunciando a ulteriori potenziamenti"

I cattivi sembrano infatti appartenere a una sorta di circolo "Amici di James Bond", e fanno veramente di tutto per non fare troppo male al nostro 007. Non sono rare le occasioni in cui si procede scoprendo il fianco a un nemico che invece di scaricarci il fucile a pompa nelle costole se ne sta impalato (spesso urlando frasi scontate del tipo "l'ho trovato!"), dandoci tutto il tempo di farlo fuori. Non sono rare poi le occasioni in cui il "grunt" di turno esce allo scoperto e si lancia in una capriola da agente segreto mancato, rimanendo però in bella vista in mezzo a un corridoio.

Questo è solo un esempio di come l'IA non riesca a gestire neanche i ripari. E giocando a 007 Legends ne vedrete di molto peggiori.

I suddetti grunt tendono poi a ignorarsi per tutto il tempo, specialmente quando uno dei loro si lancia allo scoperto verso il nostro AK-47 spianato urlando "copritemi!" e morendo ingloriosamente un secondo dopo. Anche quando decidono di fare una figura migliore restando in silenzio, i nemici raggiungono spesso punte di demenzialità assoluta, acquattandosi magari dietro un riparo dalla parte sbagliata e tramutandosi in bersagli perfetti. In una particolare occasione abbiamo assistito a una carica ad armi spianate contro una porta a vetri inspiegabilmente indistruttibile, mentre ci facevamo i fatti nostri in giro per il livello.

Non sono da meno i partner con cui di tanto in tanto Bond affronta parte del livello. L'utilità principale di queste figure è purtroppo quella non prevista di fare da scudi umani, essendo immortali. Nelle rare occasioni in cui ci si trova in difficoltà è sufficiente fare un po' di marcia indietro e aspettare che l'energia si rigeneri, stando nel frattempo a sentire il partner che, non volendo essere da meno dei grunt nemici, urla parole a casaccio. Dopo un po' ci si fa l'abitudine, e quando il compagno artificiale urla che arrivano nemici da destra… esatto, pronti a sparare a sinistra!

"Spesso basta infilarsi in un vicolo cieco e aspettare che i nemici vengano a farsi massacrare in buon ordine"

Se si è da soli, spesso basta infilarsi in un vicolo cieco e aspettare che i nemici vengano a farsi massacrare in buon ordine. Avere le spalle al muro è paradossalmente un vantaggio, perché quando si viene aggirati si rischia di cadere vittima dell'arma più potente a disposizione del nemico: un volgare colpo dato col calcio dell'arma. Curiosamente, insieme a granate e razzi, questo è infatti uno dei pericoli maggiori alla salute del nostro agente segreto. A conti fatti, abbiamo un'IA veramente scarsa e armi nella pratica troppo simili come efficacia. Questo potrebbe anche essere colpa dei nemici che risultano troppo fragili, ma la sostanza non cambia.

Il cono visivo dei nemici è ristretto all'osso: quello nell'immagine è ancora del tutto ignaro della nostra presenza.

Parlando di agenti segreti, non poteva mancare un po' di sano stealth. Purtroppo in questo caso non solo la riuscita è pessima ma lo è anche il concetto di base. L'elemento più fallato del tutto è che i corpi dei nemici storditi non possono essere spostati, e non stiamo parlando di un glitch ma di una caratteristica messa subito in chiaro dal tutorial che precede la prima sequenza di questo genere, in cui si apre una porta dopo aver distrutto mezzo livello e ci si ritrova a pochi metri da nemici perfettamente ignari della nostra presenza.

"Il 'cono visivo' dei soldati si riduce a poco più di una linea frontale, mentre il loro udito risulta non pervenuto"

La difficoltà sta quindi nel mettere fuori gioco le guardie dove non possono essere viste da pattuglie o telecamere. E nel caso ve lo stiate chiedendo, muoversi silenziosamente non richiede alcun tipo di impegno: il 'cono visivo' dei soldati si riduce a poco più di una linea frontale, mentre il loro udito risulta non pervenuto. Di tanto in tanto queste sequenze stealth sono forzate, ma per fortuna sono anche abbastanza facili.

Dopo aver fatto strage di nemici ed essere sgattaiolati qua e là, si finisce sempre nel covo del cattivo di turno, dove entra in gioco la parte investigativa. Usando lo smartphone di Bond (anche in quegli episodi teoricamente troppo antichi per disporre di tale tecnologia) si possono recuperare impronte digitali, hackerare terminali e casseforti, scattare foto, rilevare dati biometrici e procedere indenni, senza un minimo di tensione o di difficoltà, per quelli che dovrebbero essere dei rompicapo. Anche qui le cose durano poco, per cui il danno al livello di interesse è limitato.

Le bond girl riescono a resistere a scontri degni del D-Day in abito da sera.

Parlando di gadget, il nostro agente può contare, oltre che sull'esagerato smartphone di cui sopra, anche su un orologio in grado di friggere telecamere e rilevare nemici, e più avanti nel gioco su una penna in grado di lanciare dardi per sedare, stordire (sedare mettendo prima tutti in allerta) e distrarre (mettere tutti in allerta e basta). Quello più utilizzato in assoluto è comunque lo smartphone, a cui si deve necessariamente ricorrere per aprire alcune porte e venire a capo del simil-rompicato di turno.

007 Legends, come avrete capito, soffre di difetti evidenti e diffusi. La parte peggiore però rimane la mancanza di spunti e di situazioni interessanti, due cose di cui il gioco dovrebbe essere ricco, potendo attingere a ben cinque pellicole. È difficile trovare qualcosa di ispirato nel titolo sviluppato da Eurocom: le sparatorie sembrano una brutta copia di Call of Duty e ricordano più lo sbarco in Normandia che un film di James Bond, che a sua volta sembra più un anonimo e rissoso maniaco di smartphone e app che il famoso personaggio creato da Fleming.

I minigiochi che costellano la partita sono realizzati veramente male, soprattutto i combattimenti a mani nude che scadono nel ridicolo, con i nemici che si mettono in pose esagerate per scoprire per bene il punto da colpire, rimanendoci poi parecchio tempo mentre su schermo viene mostrato il tasto da premere. Le poche sezioni di guida scorrono piatte e si fanno dimenticare ben presto, la realizzazione tecnica è altrettanto anonima. Insomma, è stato inserito un po' di tutto ma realizzandolo alla meno peggio.

Le sporadiche sequenze di guida si riducono a schivare qualche colpo e usare di tanto in tanto l'occasionale gadget.

Gli intermezzi sono privi di mordente, oltre che criptici per chi non ha visto i film in questione e poco interessanti per chi invece li conosce. La lista è lunga e non risparmia quasi niente del titolo Eurocom, che poteva essere migliorato in fase di sviluppo con poco, ma veramente poco, sforzo creativo in più. Il multiplayer è in verità l'unico elemento che dovrebbe salvarsi, ma la base rimane pur sempre la stessa e bisogna fare i conti con server non proprio affollati, mentre lo split screen sembra funzionare degnamente. C'è da dire, però, che le alternative in ambito FPS non sono esattamente poche o qualitativamente scarse.

007 Legends parte insomma da premesse che avrebbero potuto dare vita a uno dei giochi più memorabili dedicati a James Bond, e finisce per diventare uno dei peggiori. Sarebbe bastato curarne meglio le meccaniche e limitarsi ad attingere allo storico della serie per avere tra le mani un titolo discreto, ma Eurocom da una parte sembra aver voluto strafare, modernizzando a tutti i costi le varie storyline, dall'altro sembra aver sviluppato il tutto quasi controvoglia. Alle soglie del 2013, l'accoppiata data da un gameplay blando e una realizzazione mediocre ci sembra inaccettabile, soprattutto nel caso di un genere collaudatissimo come l'FPS.

4 / 10
Avatar di Emiliano Baglioni
Emiliano Baglioni: Emiliano si affaccia al mondo dei videogiochi all’epoca del Vic 20. Vive la sua storia di giocatore pensando che prima o poi crescerà e mollerà il joypad, ma non abbandona mai la sua passione, che riesce in qualche modo misterioso a conciliare con tutto il resto.

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007 Legends

PS3, Xbox 360, Nintendo Wii U, PC

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