1943: The Battle of Midway - review
Un divertentissimo falso storico.
Località marittima X, Giugno 1987 - Alzi la mano chi ha imprecato almeno una volta di fronte al cabinato di 1942, lo sparatutto a scorrimento verticale che Capcom ha fatto uscire qualche anno fa in sala giochi privandoci legalmente delle monete accumulate nelle nostre tasche.
A quanto vedo sono in buona compagnia! Nonostante le imprecazioni, tuttavia, è molto probabile che anche voi siate rimasti legati a quel piacevole gioco e che, come il sottoscritto, sareste ben lieti di mettere le mani su un nuovo capitolo più grande, più bello e più cattivo.
Beh! Che ci crediate o meno in questa calda estate del 1987 Capcom ha fatto uscire 1943: The Battle of Midway, seguito di quel 1942 con cui abbiamo speso ore felici nella nostra fumosa sala giochi di fiducia. Ed è proprio nel bel mezzo delle meritate vacanze estive che mi sono imbattuto in questa piccola meraviglia, trasformatasi all'istante in un appuntamento irrinunciabile nelle mie giornate vacanziere.
Mettiamo subito in chiaro una cosa: esattamente come il suo predecessore, anche 1943 sa essere davvero crudele, inondando lo schermo di orde di aerei nemici e di letali proiettili da evitare ad ogni costo.
La cosa più interessante, tuttavia, è che questo nuovo sparatutto Capcom migliora sotto ogni punto di vista quanto la casa nipponica aveva realizzato con 1942, offrendo un'esperienza frenetica, visivamente impressionante e decisamente più profonda di quella vissuta in passato.
Avviata la prima partita con 1943 non si può fare a meno di rimanere impressionati dall'ottima veste grafica, caratterizzata da sprite ricchi di dettagli e, nel caso dei boss, di dimensioni davvero considerevoli.
Ancora una volta siamo chiamati a salire a bordo del nostro fido P-38 Lightning per farci largo attraverso intere squadriglie di aerei giapponesi, con l'unico obiettivo di raggiungere e affondare l'imponente corazzata Yamato. Un gioco da ragazzi, insomma!
Rispetto a quanto accadeva in 1942, però, in questa nuova battaglia è possibile fare affidamento su una preziosissima barra di energia (di carburante, a dire il vero), che di fatto perdona qualche inevitabile errore del giocatore risparmiandolo e permettendogli di continuare la battaglia più agguerrito che mai.
Si tratta di un'aggiunta dal peso enorme che, di fatto, cambia drasticamente l'approccio agli scontri rispetto al precedente episodio. Avendo a disposizione l'intera barra d'energia, infatti, ora è possibile scegliere di sacrificare parte della propria salute lasciandosi colpire per uscire da situazioni particolarmente difficili che potrebbero compromettere l'intera partita.
Il fatto che l'energia possa essere recuperata attraverso utili power-up, poi, non fa altro che dare ulteriore coraggio al giocatore a tutto vantaggio del divertimento. Ancora una volta il sistema di controllo si basa unicamente sulla leva del joystick per gli spostamenti del P-38 e su due tasti adibiti al fuoco delle armi base e all'immancabile Smart Bomb.
Se come il sottoscritto già in 1942 vi capitava regolarmente di iniziare la partita premendo il tasto sbagliato e sprecando una preziosa bomba, sappiate che in 1943 le cose non sono cambiate e che la legge di Murphy saprà ancora colpirvi dove fa più male.
Pur essendo dannatamente divertente anche se giocato da soli, 1943 offre il massimo quando viene affrontato in compagnia di un amico, complice anche la possibilità di scambiarsi a piacimento il carburante (o di rifiutare il trasferimento solo per fare un dispetto al proprio compagno di squadra).
Questo elemento, unito al fatto di poter sparare ai power-up per trasformarli in potenziamenti differenti, dona al titolo Capcom un ritmo sempre incredibile, sia in single player che in multiplayer.
"Pur essendo dannatamente divertente anche se giocato da soli, 1943 offre il massimo in compagnia di un amico"
Peccato solo che le musiche di accompagnamento siano poche e caratterizzate da una scarsa varietà, dettaglio che potrebbe far venire a noia il comparto audio dopo qualche partita. Fortunatamente in sala giochi il problema non si pone (in quel caos assordante è già tanto se si riescono a distinguere i suoni delle esplosioni), ma quando uscirà l'inevitabile conversione sulle console casalinghe diventerà molto più evidente.
Giocando un po' con la fantasia sono convinto che nel lontano 2013 ci sarà ancora qualcuno in grado di apprezzare una simile perla. D'altra parte le esperienze divertenti non tramontano mai e qualora Capcom si dimostrasse abbastanza intelligente da realizzare una versione arcade perfect del gioco, opportunamente farcita di opzioni extra (magari con la possibilità di giocare assieme a un amico pur non trovandosi nella stessa stanza!), sono praticamente certo che 1943 verrà ancora accolto con amore.
E visto che i giocatori del futuro saranno probabilmente viziati da esperienze sempre più all'acqua di rose, sono pronto a scommettere che Capcom inserirà anche un livello di difficoltà "casual" pensato per gli utenti meno pazienti. Che poi, diciamola tutta... che senso ha giocare uno sparatutto a scorrimento senza una sfida degna di questo nome?