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28 giorni dopo

Avevo giusto due cose da dirvi...

No, non si tratta di una nuova recensione del film di Boyd ma, incredibilmente, dell'editoriale di "benvenuto" su Eurogamer.it che, a quasi un mese dall'up, non era stato ancora realizzato.

Mea culpa ma anche (e soprattutto) del nostro (splendido) CMS in fase di rodaggio di cui ignoriamo ancora alcune meravigliose funzioni e che ancora non dipende totalmente da noi ma dai nostri colleghi anglosassoni. Anyway, eccoci qui, a poco meno di 48 ore dalla prima candelina, con pochissime ore di sonno alle spalle, milioni di cose da fare ma un meraviglioso sorriso da idioti stampato sulla faccia. Si perchè, nonostante tutto e facendo i debiti scongiuri, è andato tutto bene. Ci aspettavamo catastrofi cosmiche dovute alla nostra inesperienza "tecnica" che comunque sono proprie di ogni portale al lancio, specialmente di uno mastodontico quanto Eurogamer che alle spalle ha un lavoro di quasi 10 anni e che per ovvie ragioni sarà impossibile padroneggiare in tempi brevissimi.

Ci siamo dati Natale per essere operativi al 200% e nel mentre vedrete cambiare sotto le vostre pacioccose manine di videogiocatori, forma, aspetto e colori di un network che dopo aver "invaso" Spagna, Francia, Germania, Olanda e Portogallo, è arrivato anche da noi (e non fermerà la sua corsa, anzi).

Eurogamer probabilmente non ha bisogno di presentazioni ma a noi piace farne, è il nostro bambino, la nostra creatura. Portare in Italia un brand così importante ha un significato speciale, è un onore e un onere grandissimo, una vera soddisfazione quindi sarei per cominciare dall'inizio.

Eurogamer sarà pubblicato in Italia da Elemental Publishing, come avrete letto nello sticky in home in questi giorni. Una nuova etichetta editoriale, un marchio che speriamo di portare in alto sulla scena videoludica e che è fatto da persone con un proposito comune che è quello di far bene, di informare, di intrattenere, di divertire, di divertisi. E-Publishing ha, in esclusiva per l'Italia, l'utilizzo della tecnologia e i diritti di pubblicazione per i contenuti di quello che, ad oggi, è il network più prestigioso, autorevole e trafficato di Europa, con 3 milioni (milioni eh!) di utenti connessi ogni mese nei territori di cui sopra. Speriamo di fare la nostra parte, potendo offrire soprattutto (e finalmente) anche al pubblico italiano esclusive "vere" con tempistiche mai viste prima nel nostro paese. Si perchè Eurogamer è uno dei pochi portali in grado di "ostacolare" editorialmente i giganti americani e tutto quello che arriverà a noi, prima che a loro, sarà disponibile anche qui, per noi, per voi, per la prima volta. Il tutto, naturalmente, accompagnato da una mole di aggiornamenti che, già per questo primo periodo insieme, avrete già avuto modo di verificare ed apprezzare.

L'arrivo di Eurogamer nel nostro paese è una bella storia, lunga, appassionante, persino losca, ai limiti del giallo, come succede nei migliori film. Rupert Loman, il papà del network, un amico che ringraziamo per aver creato tutto questo in un garage, quasi 10 anni fa, ha tentato più volte la strada dell'Italia ma per una serie di motivi, negli ultimi 12 mesi, nulla si era ancora mosso. Fino al fatidico 11 luglio 2008, giorno in cui è arrivata la firma, in quel di Brigthon, che ha sancito la nascita del polo italiano di questa grande famiglia.

Si, una famiglia, perchè è questa l'impostazione alla base del successo "originale" di Eurogamer, che ha scelto una determinata linea che noi sposiamo in pieno. Su Eurogamer.it non vedrete mai crociate, non ci ergiamo come paladini del bene e della giustizia videoludica ma ci proponiamo come uno strumento, un punto di incontro, attraverso il quale portare avanti idee, opinioni e, quando sarà il momento, battaglie. Battaglie per spingere ancora più avanti un medium che non ha bisogno di eroi e bandiere ma forse solo di un pizzico di umiltà e professionalità in più da parte delle persone che compongono una industry molto matura ma anche molto bambina per certi aspetti, dove ancora conta quello che sembra più di quello che è. Battaglie che non è sicuramente il caso di combattere ora perchè prima ancora di fare cultura, occorre parlare chiaro, spiegare, fare informazione. Occorre costruire quella coscienza che ancora manca in un pubblico in continua espansione, che approccia un mondo ancora misterioso. Battaglie da combattere dopo aver cercato il dialogo, dopo aver tentato di spiegare, dopo aver tentato un confronto.

Si può fare critica seria, informazione, cultura e tutto quello che serve, senza usare paroloni o mettere la giacca e la cravatta, quando non occorre. Si può crescere insieme, senza bollare chi ancora non capisce metaconcetti e metateorie, come un casualone inutile alla causa. Si possono fare tante cose belle, insomma, ricordandosi di cosa stiamo parlando: videogiochi.

Tornando alla nostra "storia", un ringraziamento speciale va una volta ancora al buon Stefano Petrullo di Ubisoft UK che di riffa o di raffa c'entra sempre e tanto tempo fa ha "innescato" una serie di situazioni che ci hanno portato alla situazione attuale. Oltre a lui, naturalmente, il grazie è per Luca, Enrico, Margherita, Elio e per tutti quelli che si sono sbattuti per rendere tutto questo possibile e, fidatevi, non è stato facile.

C'è chi ha provato a pugnalarci alle spalle, c'è chi, spaventato, ha tentato di fare terra bruciata intorno a noi, c'è chi ha parlato di cose e persone senza sapere e senza neppure averci mai visto, incontrato, parlato. Questo, da un certo punto di vista, può far rabbia e tristezza ma si riallaccia al punto di partenza, ai problemi che vi dicevo riguardo un'industria, fatta comunque di persone come qualsiasi altro mercato. In fondo in fondo però, sono cose che fanno anche un po' sorridere e che danno quello stimolo in più per spaccare tutto e andare avanti come trattori, restando con i piedi per terra ma ben consci dei propri mezzi. Mezzi, esatto: i mezzucci, li lasciamo ad altri.

Ah, vi rivelo un segreto: avete presente il sottotitolo della recensione di Mortal Kombat? Ecco, non era solo dedicato al brand ma anche un po' autocelebrativo. Negli ultimi 3 anni di lavoro, in Leader, ho imparato tantissimo: sono stato il PR di Midway, di Eidos, di Bethesda e di altri 30 publisher. Ho lavorato con Milestone, ho capito come si sviluppa un videogioco, come si produce, cosa vuol dire realmente partire da un concept e arrivare su uno scaffale, passando per tanti mesi di impegno e sacrifici e per una serie di fasi che il più delle volte sono oscure anche per gli addetti ai lavori. Ho seguito il lancio di tanti prodotti, ho curato la comunicazione di Black Bean in tutto il mondo e ho lavorato con tante persone che mi hanno dato tanto e che reputo amiche, in Italia e all'estero. Anche a loro va il mio ringraziamento e un grosso abbraccio. Dopo 3 anni, con un 2009 che mi vedrà diventare ufficialmente "grande" (saranno 30), sono tornato da dove arrivavo, sono tornato a scrivere per la specializzata (non che avessi mai smesso...). E sapete cos'è? Che è una gran figata.

Fateci gli auguri, 28 giorni dopo!

Cheers