50 Cent: Blood on the Sand
Musica e pallottole.
Assurdo, ragazzi. Ogni scatolone o cassa è piena zeppa di denaro contante e ogni cabina del telefono offre l'opportunità di comprare in tempo reale qualsiasi arma che potete permettervi, compresi lanciagranate, lanciarazzi e mortai portatili. 50 Cent si carica tutta la responsabilità sulle spalle come un moderno action hero a prova di proiettile, un essere dotato di precisione sovrumana e viuleenza spettacolare a mani nude. Saprà infatti menare come un fabbro chiunque gli arrivi a distanza di braccio (Quick Time Event anyone?), giustiziando quelli fuori portata con colpi alla testa da plotone d'esecuzione, per poi nascondersi un attimo e prendere fiato mentre torna a riempire la "barra" della salute. Nel caso in cui non doveste farcela, e francamente non capiamo come, potete sempre contare sulla modalità "Gangster Fire", una variante del bullet-time nel quale il mondo attorno al protagonista si congela mentre voi potete muovervi alla piena velocità e prendervi cura di chi vi molesta. Ingressi a sorpresa dei nemici? Naaah, il suono di un klaxon e una inequivocabile scritta in rosso "DANGER" vi avvisano che c'è qualche cattivo che intende farsi mettere in corpo un po' di piombo.
In effetti non c'è nulla che possa impensierire in alcun modo Ciffy B e il suo GoW. Nessuno dei livelli, anche il più strampalato e dotato delle migliori coperture, nessun cambio di ritmo o prevedibile nemico è in grado di avvicinare coerentemente la serie di Epic, eppure il tasso di divertimento è elevatissimo. Certe morti sono davvero ridicole, con corpi che vengono scagliati qua e là godendo dell'assodata meccanica ragdoll, e nell'apoteosi di esplosioni, parolacce e schizzi di sangue, l'hip hop eccessivo di 50 Cent funge da collante. E' davvero impossibile prendere le cose seriamente, sarebbe come dire che GTA è uguale a The Sims.
Ma se nell'hip hop ci fossero le note, potremmo dire che in Blood on the Sand ci sono anche note stonate. Su Xbox Live o PSN il co-op funziona bene e consente di selezionare un certo numero di opzioni (friends-only, invite-only o open), ma alcuni problemini tecnici si fanno notare come le collisioni, un po' di clipping, senza contare l'IA di alleati e nemici non particolarmente sofisticata. Aggiungiamo anche la telecamera, per particolari inquadrature, talvolta diventa un po' nemica del giocatore, impedendo la visuale e sporcando la linea di tiro tanto da influire sui comandi.
Anche l'assenza di una modalità competitiva concorre ad abbassare la valutazione dato che la campagna non è più lunga di quella di Gears o Gears 2 e offre meno variazioni, specialmente in alcuni livelli che sono da dimenticare per la scarsa ispirazione che li contraddistingue. Per quanto il sistema di punteggio alla The Club e la possibilità di disintegrare elicotteri e veicoli di vario genere possa divertire, va detto che una volta concluso il gioco difficilmente avrete voglia di riprendere il pad in mano per un altro giro di giostra.
Epic può dormire sonni tranquilli ancora per un bel po', ma 50 Cent: Blood on the Sand seppellisce con facilità il suo prequel. Tento sempre di evitare qualsiasi preconcetto quando mi avvicino a un gioco, ma proprio dopo quanto visto in Bulletproof non mi aspettavo tanto. Così come non se lo aspettava Activision, a cui non poteva fregare meno di pubblicare il gioco dopo essersi mangiata Vivendi l'anno scorso. Affari loro, dopo Brutal Legend (accasatosi con EA Partners e ora oggetto di una risibile causa intentata proprio da Activision...) o Ghostbusters, ecco un altro titolo abbandonato che risorge e anche se non sarà mai il gioco "definitivo" si concretizza come un solido, divertente shooter in terza persona dotato di un forte senso dell'umorismo.