A Plague Tale: Requiem Provato, una nuova avventura per Amicia e Hugo
In fuga verso Sud in cerca di salvezza.
Nel contesto della Summer Game Fest, più precisamente grazie alla conferenza del Tribeca Games Festival, c’è stato spazio per approfondire un titolo che ha senza dubbio catturato il nostro interesse fin dal suo annuncio, avvenuto lo scorso anno all’interno dell’Xbox Showcase.
Stiamo parlando di A Plague Tale: Requiem, seguito diretto di Innocence, a cura di Asobo Studio e pubblicato da Focus Home Interactive, in uscita entro la fine del 2022. La nuova opera dello studio con sede a Bordeaux arriverà su tutte le piattaforme next-gen quali Playstation 5 e Xbox Series X e S (per quest’ultime al day one su Game Pass), e su Nintendo Switch e PC.
Il talentuoso piccolo team francese torna sulla scena dopo un primo capitolo della saga piuttosto convincente e coinvolgente, e un supporto straordinario a Microsoft Flight Simulator, che continua a rilasciare contenuti senza sosta. Alla luce di ciò è anche lecito aspettarsi un gran titolo da Asobo, conscia del feedback ricevuto con Innocence, un banco di prova per sperimentare e creare qualcosa di diverso e ambizioso.
Ed eccoci qui, di nuovo immersi in una Francia del XIV secolo devastata dalla peste e dall’Inquisizione, dopo un finale del precedente titolo in cui (attenzione, spoiler! ndSS) Amicia e Hugo si avventurano nel sud in cerca di una cura per la malattia che affligge quest’ultimo. Per quanto si possa scappare dai guai, però, essi trovano sempre un modo per raggiungerci e ci ritroviamo quindi a sei mesi di distanza dalla conclusione del primo A Plague Tale, a combattere nella disperata speranza di sopravvivere a tutte le avversità. Una su tutte, un’implacabile, mastodontica e sconfinata invasione di topi.
Abbiamo potuto provare solo una piccolissima parte del gioco in una sezione avanzata della storia, la terza missione della campagna per la precisone, che ci ha visto nei panni di Amicia in cerca di una via d’uscita dalla città per ricongiungerci al fratello Hugo. A farci compagnia in questa sezione vi era Lucas, personaggio già conosciuto nel primo capitolo, in grado di aiutarci contro le guardie che pattuglianvano la cittadina consegnandoci oggetti ed introducendoci ad alcune delle nuove abilità su cui la nostra protagonista potrà contare.
Una di queste, comparsa nei primi minuti della demo, è la possibilità di estinguere il fuoco delle torce e dei falò sparsi per le vie della decadente città. Allo spegnersi della fiamma avremo una finestra di tempo in cui scappare mentre i più temibili nemici del gioco sono distratti. Ovviamente stiamo parlando dei topi, più precisamente una vera e propria marea di ratti che tornano prepotentemente i più pericolosi e anche un po’ raccapriccianti nemici da tenere alla larga.
Nonostante le sezioni in cui ci siamo imbattuti con soldati pronti ad ucciderci, ancora una volta sono i numerosi animali a rappresentare la minaccia più grande, gli unici in grado di divorarci in pochi attimi e portare la partita alla fine riprendendo dal checkpoint precedente. Nella nostra prova è stato possibile impostare la difficoltà solo su Narrativo o Normale, ed entrambi hanno concesso la possibilità d’incassare qualche colpo da parte degli avversari umani prima della morte, mentre i topi in ogni circostanza non lasciano via di scampo.
Nella fine del primo capitolo di A Plague Tale scoprivamo i poteri di Hugo, ovvero la capacità di controllare queste bestioline fameliche e non a caso la sezione da noi testata ci ha tenuto ben separati dal nostro fratellino. Questo ci ha offerto però la possibilità di scoprire quanto lo stealth e il combattimento siano cambiati o anche solo migliorati in alcuni aspetti, affrontando a viso aperto tutte le difficoltà che questo terzo livello della storia introduce.
Questo capitolo si apre in un’oscura notte con pioggia battente, un espediente davvero ben riuscito per mostrarci i passi avanti compiuti da Asobo Studio in campo grafico. La fotografia che ci lascia questo inizio è davvero meravigliosa, con un contrasto di luci e ombre perfettamente orchestrato che si staglia su uno scenario davvero ricco di dettagli e finemente realizzato. Ci aspettavamo dei progressi in termini tecnici per A Plague Tale: Requiem e quanto visto in poco meno di un’ora di gioco ci fa ben sperare nei contenuti presenti nel gioco completo.
Qualche sbavatura è comunque riuscita a fare capolino anche in questa demo e, nonostante un generale miglioramento delle animazioni, alcune di esse appaiono ancora un po’ legnose e poco fluide, rompendo l’immersività nella risoluzione degli enigmi ambientali. Quest’ultimi si presentano in alcune circostanze più impegnativi rispetto a Innocence, senza dubbio più elaborati e studiati per mettere in campo tutte le nuove meccaniche implementate, offrendo varietà di approcci nelle diverse sezioni di gioco.
Il voler far scorrere fluidamente il gioco è un intento molto palese del team e lo si può constatare solo pad alla mano, anche se in alcune occasioni ci siamo dovuti fermare qualche secondo di troppo per superare alcune avversità data la non proprio cristallina combinazione di azione da compiere. Si tratta di piccoli intoppi che spezzano l’incalzare dell’azione ma dobbiamo riconoscere che alcuni, apparentemente banali, hanno una risoluzione inutilmente illogica e più lunga del necessario.
Uno degli aspetti che più ci ha colpito in questo provato è lo spessore che è stato dato ai personaggi, divenuti molto più emotivi e per certi versi più cupi, provati da questa interminabile fuga in cerca della salvezza. Capita spesso che Amicia rifletta sulle azioni da poco compiute, accennando disperazione, rimorso ma soprattutto rabbia per tutto quello che le sta accadendo e sulla piaga che sembra devastare il proprio mondo. Queste sue riflessioni a volte suggeriscono anche un giudizio alle nostre azioni, come se ad esempio volesse dirci che non era necessario neutralizzare a viso aperto le guardie.
A Plague Tale: Requiem offre infatti più di un approccio a determinate situazioni ma non ne limita lo svolgimento. Abbiamo potuto affrontare varie porzioni di missione sia affrontando faccia a faccia i nemici sferrando colpi con gli oggetti a nostra disposizione o le lame usa e getta (una gradevole novità di questo capitolo), o sgattaiolando dietro coperture e tavoli senza farci vedere. Ci sono alcuni momenti in cui la scelta è necessariamente obbligata ma, almeno in questo capitolo, tale situazione si presenta raramente dandoci libertà di agire come meglio crediamo.
In conclusione, è stato davvero un piacere per gli occhi vedere lo scenario creato per questo seguito da molti atteso, con un’ambientazione molto ispirata che ha ben ritratto uno dei periodi più terribili della nostra storia, rappresentando con cura le emozioni opprimenti vissute ai tempi dell’Inquisizione.
C’è ancora qualcosa da limare sul fronte delle animazioni e di alcune meccaniche, ed abbiamo solo scalfito la profondità della trama principale e come essa possa evolversi. A Plague Tale: Requiem sembra avere tutte le carte in regola per surclassare il primo capitolo in ogni suo comparto e per saperne di più dovrete attendere poco: Asobo Studio terrà una diretta il 23 giugno che mostrerà altre novità e nella quale sarà annunciata, finalmente, la data d’uscita.