AAA Esclusive Xbox One cercasi - editoriale
Una crisi creativa che va ben oltre la cancellazione di Scalebound.
I giochi in esclusiva? "Solo quando siamo fiduciosi della qualità e della data di uscita". Sembra quasi un'ammissione di colpa quella di Phil Spencer, numero uno della divisione Xbox di Microsoft, che in risposta a un utente su Twitter ha lasciato intendere che, d'ora in avanti, l'azienda avrà un approccio più cauto quando si tratta di presentare le sue esclusive.
D'altronde, la cancellazione di Scalebound brucia ancora, dopo mesi in cui del gioco non se ne era più saputo niente, a maggior ragione perché è un genere che su Xbox One al momento non ha un esponente di spicco. Senza dimenticare che Crackdown 3, per quanto ora in procinto di arrivare nei negozi, si è fatto aspettare per tre anni prima di essere "pronto".
Eppure, è questo il momento in cui il catalogo Xbox sembra aver più bisogno di aiuto dalle prime parti. Nell'immediato futuro, infatti, ci sono solo Forza Motorsport 7, ormai un franchise annuale alla pari di un qualsiasi marchio sportivo e quindi meno sorprendente rispetto al passato (ma ciò non vuole dire di minor qualità), e Crackdown 3, le cui possibilità di distruzione dell'ambiente sono state limitate, infine, al multigiocatore (e che sono ancora tutte da dimostrare). Aspettando Sea of Thieves di Rare nel 2018, per ora sembra che gli studi di prime parti, da The Coalition (Gears of War) a 343 Industries (Halo), stiano dormendo, anche se sappiamo già che non è così.
Ma il discorso legato alle esclusive Microsoft merita un'ulteriore ampliamento. Non si tratta infatti soltanto di quantità (a quello pensano le case di terze parti), bensì di qualità. E quest'ultima è una caratteristica che spesso negli ultimi tempi è stata irregolare in casa di Redmond: Halo 4 e Halo 5: Guardians sono buoni sparatutto in soggettiva, ma lontani dalla potenza evocativa che ha saputo ricreare Bungie Studios.
Gears of War 4 si regge su una struttura collaudata da Epic Games e anche i suoi migliori momenti sono legati a nemici e personaggi (Marcus Fenix in primis) che non ha creato The Coalition, bensì il precedente sviluppatore della serie; lo sperimentale Quantum Break di Remedy Entertainment è già stato dimenticato, seppur sia stato generalmente accolto positivamente. E se sono giochi indipendenti per Xbox One e PC come Cuphead e The Last Night a trascinare l'interesse dei videogiocatori, allora Microsoft ha un problema.
È proprio in questo momento, all'ombra del lancio di Xbox One X, che la società sta dimostrando una grande lacuna: le mancano i talenti creativi. Se Sony può farsi forza su Naughty Dog (un nome, una garanzia), lo studio di Santa Monica, Team ICO (con pregi e difetti ma sinonimo di giochi memorabili), Polyphony Digital, Quantic Dream, Kojima Productions (difficile che Sony non lo incateni a sé), Bend Studio e Guerrilla Games, Microsoft non può dire altrettanto.
Nei momenti di magra come questo, l'assenza di una squadra di sviluppatori che possa tirare fuori dal cilindro un prodotto che concentri su di sé tutta l'attenzione è molto forte. Un difetto che non può essere corretto in qualche mese; bisogna costruire per anni questo tipo di supporto e di qualità.
Perché se guardando ai prossimi mesi di PlayStation 4 vediamo The Last of Us: Part II, God of War, Days Gone, Detroit: Become Human e Spider-Man, in casa Microsoft è più difficile identificare un nome che possa reggere, da solo, i prossimi mesi del catalogo Xbox. Anche per questo, produzioni di terze parti come Anthem - il cui trailer è tornato alla ribalta nei giorni scorsi a causa di un qui pro quo più legato a Electronic Arts che a Sony - che possono mostrare una maggiore potenza grafica su Xbox One X grazie alla risoluzione 4K nativa diventano fondamentali.
Perché così il marchio Xbox One può emergere rispetto a PS4, garantendo un qualcosa in più. Qualcosa che, altrimenti, non riesce (ancora) a offrire. E se Microsoft ha qualche asso nella manica, è arrivato il momento di tirarlo fuori.