Abbiamo bisogno di Windows 10 - editoriale
Al mondo del gaming su PC serve un salvatore.
Questa settimana, Microsoft ha annunciato ufficialmente Windows 10, il suo nuovo sistema operativo che, saltando curiosamente un numero, andrà a prendere il posto del controverso Windows 8.
Si tratta di una notizia dall'importanza fondamentale, non soltanto per il mondo dell'informatica in generale: avrà infatti enormi ripercussioni anche sul settore specifico del gaming, riguardando molto da vicino tutti noi appassionati. Ormai sappiamo che il mercato dei videogame su PC sta vivendo una grande rinascita, un nuovo periodo d'oro dopo circa un decennio di grande crisi in cui molti lo avevano addirittura dato per spacciato.
Grazie all'insorgere delle nuove piattaforme digitali, ad un mondo dell'hardware sempre più semplice e bilanciato, e infine alla nascita di titoli e generi "esclusivi" capaci di creare un larghissimo impatto sul pubblico di massa (basti pensare ai MOBA come League of Legends), il mercato del gioco su PC è invece tornato centralissimo sulla scena. Anche la lentezza delle console ad adeguarsi ai nuovi standard tecnologici e aggiornarsi al futuro, oggettivamente, lo ha aiutato.
C'è anche, però, qualcosa che ha remato contro: osservando i dati di mercato, si può infatti dire che questo grande ritorno sia avvenuto e proseguito nonostante l'arrivo sul mercato di Windows 8. L'attuale sistema operativo di Microsoft è stato sin dal suo annuncio al centro di grandi polemiche, principalmente incentrate sulla sua natura "ibrida", che mirava a riunire l'esperienza desktop e quella mobile/touch (tipica dei tablet) all'interno di un unico OS polivalente. Un principio senz'altro stimolante e futuribile, che però è stato tradotto in realtà in modo meno che ottimale.
Rimarranno sempre note le parole di fuoco spese da Gabe Newell sul nuovo sistema operativo Microsoft: il boss di Valve arrivò a definirlo "una catastrofe", tanto che, molto probabilmente, da lì nacque l'intero progetto di Steam OS. Ma non è solo la comunità degli addetti ai lavori ad aver criticato Windows 8: l'OS è stato accolto con grande freddezza anche dal mercato di massa, e ancora oggi la sua percentuale di utilizzo è decisamente modesta.
La maggior parte degli utenti, semplicemente, ha finora preferito restare "ferma" al precedente Windows 7, ritenuto complessivamente più funzionale. Il fenomeno è attualmente visto come uno dei principali fattori di ostacolo alla vendita di nuovi PC e responsabile, dunque, del ristagno complessivo che affligge la crescita della piattaforma Windows. Per dirla brutalmente, molti utenti non hanno comprato un nuovo PC negli ultimi 2 anni appositamente per evitare Windows 8. Addirittura, alcuni produttori OEM (come, ad esempio, HP) hanno ovviato al problema ricominciando a proporre sul mercato hardware basati sul "vecchio" OS, con una mossa che probabilmente non ha precedenti.
Tutto questo non è sfuggito a Microsoft. Secondo i primi report, Windows 10 sembra costituire una netta marcia indietro rispetto al suo predecessore: al di là del reintegro del tasto "Start", l'ambiente propriamente desktop dovrebbe tornare ad essere centrale, venendo incontro alle richieste, esplicite o meno, di milioni di utenti in tutto il mondo.
Soddisfare le esigenze di questa enorme fascia di utenza, oltre che gli standard qualitativi che un OS deve necessariamente avere nel 2014 per imporsi sul mercato, è una sfida fondamentale non soltanto per Microsoft ma anche per il mercato del gaming su PC in generale. La stragrande maggioranza di chi gioca su PC lo fa, infatti, su piattaforma Windows. La nascita dei nuovi esperimenti come quello di Steam OS proietta scenari futuri senz'altro interessanti ma presenta anche numerose incognite e, al momento, non può garantire al mondo del gaming su PC quella continuità e quella stabilità di cui la piattaforma ha bisogno.
Allo stesso tempo, un mercato "sano" non può rimanere per sempre vincolato a Windows 7: un sistema operativo che, a breve, sarà vecchio di ben due generazioni. C'è, in sostanza, bisogno che Windows 10 sia il prodotto giusto e che si affermi sul mercato presto e con efficacia.
Se questo non dovesse avvenire, la rinascita del gaming su PC rischierebbe di andare incontro ad una brutta battuta d'arresto. Per fortuna, Microsoft non è nuova a capovolgimenti di fronte del genere e sembra, anzi, abituata a rilasciare "a singhiozzo" un OS buono e uno problematico: lo stesso Win7, da molti ritenuto un ottimo prodotto, è erede di Vista, che invece aveva convinto molto meno e difatti era stato frettolosamente rimosso dal mercato proprio come sta avvenendo ora a Win8. Chiunque abbia a cuore il fenomeno del gaming su PC si ritrova oggi a sperare che la storia stia per ripetersi con Windows 10.