Accel World VS Sword Art Online - recensione
Dalla penna di Reki Kawahara alle vostre console il passo è breve, ma confuso.
Qual è il sogno più grande di noi videogiocatori? Probabilmente integrarci in un universo distante dal nostro, calare i nostri sensi in una realtà aliena per poterla vivere fino in fondo. Per questo quando veniamo a contatto con storie che parlano di questo desiderio, ne siamo sempre profondamente attratti. Da Matrix dei fratelli (ora sorelle) Wachowski a Nirvana del nostrano Gabriele Salvatores, passando per Tron di Steven Lisberger, il cinema ci è sempre venuto incontro per decuplicare questa nostra fantasia.
Su questo filone hanno marciato anche le light novel di Reki Kawahara, rese poi celebri dalla conseguente realizzazione degli anime. Stiamo parlando di Sword Art Online e Accel World, due opere dotate di temi intimi e a tratti anche oscuri, che con gli anni hanno raccolto una fan base folta ed eterogenea. La base narrativa è la stessa: gli eroi delle due saghe si muovono in realtà virtuali controverse, in cui le sensazioni provate dall'interazione con gli altri giocatori o con le intelligenze artificiali dei PNG, sono intense e profonde.
In questi ultimi anni le due storie di Kawahara sono diventate due brand di successo e, come spesso accade, il racconto è stato declinato per diversi media, diventando anche una serie di videogame realizzati da Bandai Namco. Dalla penna dello scrittore giapponese alle console il passo è stato breve, visto come le premesse narrative si annidino proprio nel medium videoludico.
Dopo il ritorno ad Aincrad con Hollow Realization, Bandai Namco ci riporta nel colorato mondo di ALfheim Online, fondendolo con quello di Brain Burst nel solito connubio di gioco di ruolo d'azione e visual novel. La storia di Accel World VS Sword Art Online, titolo sviluppato da Artdink, si ricollega direttamente a quella di SAO: Lost Song, purtroppo ignorando gli avvenimenti del più recente Hollow Realization.
Nel mondo di ALfheim, un VRMMORPG basato sul sistema Cardinal proprio come Sword Art Online, qualcosa sta cambiando e Kirito e Asuna sono i primi ad accorgersene. Persona Vabel, la potente strega venuta dal futuro, per qualche oscuro motivo rapisce Yui e origina lo scontro tra l'universo di Accel World con quello di Sword Art Online.
Il gemellaggio tra i due brand è di primo acchito straniante, in quanto la realtà di Accel World è ambientata vent'anni dopo quella di SAO, peraltro su una linea temporale diversa, come è più volte esplicitato durante i dialoghi. Quindi per giustificare tale intreccio si è ricorso all'espediente dei viaggi nel tempo, per quanto involontari. Tale trovata lascia più di qualche dubbio, così come la fusione abbastanza approssimativa dei due universi.
Il sistema di controllo di Accel World Vs. Sword Art Online è basato su quello di SAO: Lost Song. Il party è composto da tre personaggi e abbiamo la totale possibilità di mischiare le carte, scegliendo tra ben trentotto personaggi giocabili. Oltre agli attacchi base e alle schivate è integrato un semplice sistema di scorciatoie per le offensive più complesse, per l'uso delle magie e per l'utilizzo degli oggetti consumabili.
Durante il combattimento la barra dello Switch si carica gradualmente dando lo possibilità, una volta riempito almeno uno dei due segmenti, di dar vita a un potente attacco combinato di due personaggi, funzionale soprattutto nello scontro con i boss. Più il legame di amicizia sarà forte, più l'attacco combinato risulterà devastante.
Benché all'inizio il sistema di controllo sembri molto macchinoso, pian piano ci si prende la mano a inanellare attacchi su attacchi, incrociando contemporaneamente le skill di volo. Purtroppo il sistema di aggancio del nemico e la telecamera mal bilanciata a volte diventano i nemici più grandi con cui bisognerà lottare. Infatti è raro che si riesca ad agganciare il nemico desiderato al primo tentativo, col risultato di sibilare fendenti a vuoto, senza colpire alcun avversario.
Nei duelli PvP il sistema di combattimento funziona leggermente meglio, data la presenza di un solo nemico, ma soprattutto perché risulta essere una modalità di sfida più strategica. Per cercare la vittoria bisogna necessariamente alternare le fasi offensive a quelle di pura difesa, per dare il tempo alle skill più potenti di ricaricarsi e nel frattempo cercare di subire il minor danno possibile. Per affrontare un duello è necessario recarsi presso l'arena della città e parlare con gli sfidanti. La prima sfida, inserita nella storia principale, sarà contro Yuuki, con cui abbiamo la possibilità di prendere confidenza col PvP.
Il sistema di potenziamento dei protagonisti è piuttosto lineare, anche se volendo far ruotare tutti i gli eroi che abbiamo a disposizione, per pomparli a dovere, serviranno comunque molteplici ore di gioco. Per ovviare alle diverse caratteristiche di ALfheim e Brain Burst, i personaggi di Accel World saranno dotati di Burst Point con cui è possibile acquistare i vari potenziamenti.
Molte ambientazioni sembrano incomplete e poco curate, giustificate dalla brusca fusione dei due mondi, ma il risultato non è sempre bello da vedere, anzi. I modelli poligonali dei protagonisti non sono il massimo della definizione e sembrano ricalcati da quelli di Lost Song. La fisica, soprattutto nelle fasi di volo, è bizzarra e ostacola la fluidità dei combattimenti. Anche se il gioco gira a 60 fps i cali di frame rate sono comunque presenti e si ripropongono sistematicamente nelle fasi più intricate di gioco.
Il comparto audio, invece, è esponenzialmente molto più curato, impreziosito da una soundtrack originale di genere symphonic rock parecchio attinente allo stile dei due anime e ben arrangiata. Il doppiaggio è realizzato in giapponese dagli stessi attori dell'anime e sottotitolato in Italiano. L'unica pecca da questo punto di vista è la strana assenza di taluni effetti sonori durante alcune cutscene, probabilmente dovuto ad un bug di missaggio audio.
Accel World VS Sword Art Online è un prodotto ben confezionato da Bandai Namco per gli appassionati dei mondi virtuali creati dalla penna di Reki Kawahara. Ritrovarsi nei panni dello Spadaccino Nero fa sempre piacere agli amanti di SAO, nonostante le pecche che affliggono il titolo sviluppato da Artdink.
Tuttavia non sembra ci sia l'intenzione di intraprendere la strada dell'evoluzione ma di battere il ferro finché è caldo, percorrendo strade già visitate. La fusione narrativa dei due universi a volte risulta forzata e il sistema di gioco non aiuta a migliorare la sensazione di qualcosa di già visto.